Siamo davvero liberi’
Se, come dice Isaiah Berlin, la libertà è soltanto l’inviolabilità della persona, allora questo è il periodo storico in cui l’uomo può dirsi veramente libero: esistono dei diritti che nessuno può ormai negarci, come l’uguaglianza o la libertà di pensiero (Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti afferma la Dichiarazione dei diritti dei cittadini e del cittadino, risalente al 1789); il governo e, più in generale, il potere non sono più qualcosa di assoluto e riservato a pochi: viviamo in democrazia (considerata la forma di governo più adatta a garantirci una certà libertà, come afferma lo stesso Tucidide: Questo sistema di governo si chiama democrazia viviamo con principi di libertà la nostra vita pubblica) , lo Stato è retto da persone scelte dalla maggioranza.
Ma se con il termine “libertà” indichiamo la possibilità di compiere delle scelte in maniera indipendente e senza influenze esterne, ci rendiamo conto, che questa sensazione di indipendenza è soltanto un’illusione.
Come sostiene Primo Levi, Le libertà di cui l’uomo è privato nella società tecnocratica non sono le libertà civili o politiche Ciò che caratterizza la società tecnocratica è il non-uomo, l’uomo ridotto ad automa, a ingranaggio di una grande macchina.
Ciò significa che l’uomo sembra libero, e vive con questa illusione, ma, in realtà, è costantemente manovrato da qualcosa di più grande di lui, qualcosa che influenza in maniera spesso inconscia, ogni sua scelta. È come se fossimo perennemente controllati da un enorme strumento di controllo invisibile, che ci induce a comportarci in una certa maniera, facendoci credere che siamo noi stessi a sceglierlo.
Possiamo quindi affermare che in passato l’uomo aveva la possibilità di avere un pensiero indipendente, ma, appena lo rendeva pubblico (e questo pensiero contrastava con gli interessi dei potenti), veniva immediatamente fermato, mentre adesso, è estremamente difficile, se non impossibilie, distinguere un pensiero “indipendente”, proprio, da uno indotto dalla società. In altre parole, spesso non abbiamo bisogno di qualcuno che ci impone di star zitti, perché siamo noi stessi ad essere incapaci di dire qualcosa. E, nonostante ciò, continuiamo a credere di vivere in una società che garantisce la nostra libertà.
Come sostiene Hannah Arendt, in passato, l’uomo era costretto a nascondere i propri pensieri, a crearsi un’interiorità a cui nessun altro poteva accedere, proprio perché, nel mondo esterno, la possibilità di esprimere el proprie opinioni, era negata. L’uomo fuggiva dal mondo e trasferiva la libertà in un ambito “interiore”, quello che nessun governo avrebbe mai potuto negargli.
Negli ultimi tempi, invece, è come se l’eccessiva autonomia, avesse cancellato il bisogno di una libertà di pensiero e dell’interiorità. Tutto ciò che ci importa è una “libertà formale” (come la definisce M. Horkheimer), una libertà apparente, e questa è assolutamente garantita. In fondo, questo genere di libertà è molto meno pericolosa di quella che l’uomo può nascondere all’interno.
Siamo liberi di esprimere un’opinione, ma spesso non siamo neanche in grado di formarci un’opinione, quindi… a cosa serve avere la possibilità di esprimerla’ J.J. Rousseau sostiene che L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene: quando nasciamo, abbiamo ormai la possibilità di pensare e fare ciò che vogliamo (quando ciò non danneggia altre persone), ma, inevitabilmente, finiamo schiavi delle ideologie o dei falsi valori della società.
Qui da noi non c’è nessuna differenza tra il destino economico e l’uomo stesso’ Ciascuno vale quanto guadagna, ciascuno guadagna quanto vale’ afferma M. Horkheimer.
Il denaro è tutto, è spesso l’unico valore. Come facciamo a sottrarci a questa terribile ideologia’ Abbiamo davvero la possibilità di farlo’ O siamo totalmente assorbiti, totalmente addormentati che, spesso nemmeno ci rendiamo conto che, con le nostre azioni, non facciamo altro che sostenere questo sistema’ La libertà è davvero soltanto vivere come si vuole (come sostiene Aristotele: E’ proprio di chi è schiavo vivere non come suole) e avere la possibilità di partecipare al governo’
Chi è totalmente assorbito dal sistema, crede di essere libero, proprio perché crede di vivere come vuole e ha la possibilità di scegliere chi mandare al governo (anche se la sua scelta influenza in maniera davvero minima le elezioni). Ma la libertà non è importante soltanto in ambito politico o economico. Essere indipendenti in politica e in economia diventa inutile, se non dannoso, se non si possiede un’interiorità, una coscienza, che ci permette di compiere delle scelte davvero “personali”.
È proprio l’interiorità di cui parla Hannah Arendt, la fonte della vera libertà. L’unica che può davvero permetterci di cambiare il mondo, anche se in piccolo. È il nostro pensiero quello che che ci rende indipendenti, senza di esso, siamo solo dei burattini, delle macchine manovrate da chi ha il potere.
Wake up, people’