I Molteplici Significati di Matrix.
Non ha caso, in tutti questi anni, sono stati pubblicati una miriade d’articoli, di trattati, di libri e di video nel tentativo di snocciolare i molteplici significati nascosti della Matrice. Ciò che è sempre mancato però, eccettuata la chat del ’99 che abbiamo regolarmente tradotto a suo tempo, è il parere dei due diretti interessati, i Wachoski, perché come è noto difficilmente rilasciano interviste. Ma qualche tempo fa su Integral naked venne messa in onda un’intervista di Ken Wilber a Larry Wachowski, ‘The Many Meanings of The Matrix’, ossia ‘I Molteplici Significati di Matrix’. Lo staff di Witm dopo tanto tempo ha tradotto per voi quella interessantissima chiacchierata su cosa celi o meno la Saga verde codificata. Ringraziando i nostri due magnifici collaboratori ossia Boomer per la complessa traduzione letterale ed Hard1 per l’arduo compito, vista la complessità degli argomenti trattati, dell’adattamento e delle note del testo non mi resta che invitavi a leggere: ‘I Molteplici Significati di Matrix’.
A questo link potete scaricarvi la traduzione dell’intervista, mentre qui potete scaricare quella in lingua originale.
Qui di seguito, invece, potete leggere la traduzione ascoltando l’intervista in differita.
I Molteplici Significati di Matrix’.
La stesura di questo colloquio è stata adattata cercando di interpretare quella che nasce come una chiacchierata tra due amici.
Non essendo un’intervista vera e propria, non è stato facile tentare di rendere chiaro ciò che Ken Wilber e Larry Wachowski volessero esprimere in alcuni punti della loro conversazione.
Per questo motivo, taluni passaggi non sono stati tradotti letteralmente, ma ‘ristrutturati’ proprio per rendere al meglio i concetti espressi.
In ogni caso, per qualsiasi errore in tal senso, lo staff di www.whatisthematrix.it, si scusa anticipatamente.
Traduzione: Boomer – Adattamento: Hard1- Note: Hard1 – Supervisione: nevelatte
Ken: ‘Non hai mai detto nulla riguardo all’interpretazione della trilogia di Matrix o su cosa volessi comunicare con essa, perché non volevi creare un dogma. In altre parole volevi che la gente fosse libera d’interpretare i film in maniera del tutto personale, anziché fare la parte dell’autore di un film che si sveglia e dice ‘Questo è il significato di Matrix, ecco la vera fonte!’.
Questo limiterebbe le persone, ed io penso che sia stata una cosa molto saggia da fare.’
Larry: ‘Sì, voglio dire, fai un film, un’opera d’arte in genere e vuoi che sia provocatoria, vuoi che le persone ne discutano. Non vuoi che si faccia riferimento ad un qualcuno che ti dica quale sia, o… quale sia l’intera natura del film… precisamente, lo devi… esaminare ed interpretare da solo.’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘Sì, sarebbe ipocrita da parte nostra saltare fuori e dire ciò che si presuppone i film rappresentino, o ciò che noi ne pensiamo, e anche se ho partecipato alla realizzazione, o Andy vi ha partecipato, non sarebbe giusto tentare di contestualizzarli in base a ciò che significano per noi.’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘Questo… perché, essendo i creatori della Trilogia, ciò che diremmo diventerebbe legge…’
Ken: ‘Vero.’
Larry: ‘… diverrebbe L’INTERPRETAZIONE, e qualunque altra interpretazione sarebbe solo… quella di un matto che non riesce a capirla.’
Ken: ‘Giusto, giusto.’
Larry: ‘Non voglio svalutare nessuna opinione, perché sono tutte esatte… non so… penso che questa sia una delle ragioni che rende l’arte un’esperienza meritevole d’esser vissuta.’
Ken: ‘Così, avete declinato i classici ‘commenti del regista’ sui film, o almeno, la Warner Bros. fece capire questo…’
Larry: ‘Loro avevano in mente, un pò di idee per i commenti dei DVD, e, come ben sai, li realizzammo, ma li trovammo troppo edonisti, troppo pleonastici, troppo noiosi e poco profondi…’
Ken: ‘Certo.’
Larry: ‘… e, sai, non sono mai stato molto favorevole ai commenti, e così cominciai a rimuginarci su e ne parlai con Andy e cominciammo a pensare a che cosa sarebbe stato veramente interessante fare. Così ci venne l’idea, proprio mentre tentavamo di registrare le tracce che avrebbero spiegato la nostra visione dei film. Ci sarebbe piaciuto che i film avessero ispirato altre persone a ragionarci su…’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘… ed avessero stimolato discussioni un po’ su tutto . Pensammo di dimostrare fondamentalmente che, il tipo di dialoghi che ci sono all’interno dei film, avrebbero portato a discutere non solo di Matrix, ma proprio sul modo di trattare l’arte…’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘… e così, improvvisamente, il commento non sarebbe più stato solo su Matrix, sarebbe stato qualcosa di più grande, qualcosa di più ampio, avrebbe avuto uno scopo più grande. Pertanto dicemmo alla Warner Bros che sarebbe stato… ‘Grandioso!’. Ma, quando realizzammo l’idea piazzammo, a commentare i film, due critici che li avevano odiati…’
Ken: ‘Esatto.’
Larry: ‘…assieme a due filosofi che invece furono illuminati dai film, accostando i due dialoghi discordanti, l’uno contro l’altro. La Warner Bros. ci disse ‘Fateci capire…’, ‘Volete mettere due critici che hanno odiato i film, a parlarne per sei ore”, ‘Sì!’.. E, sai, io penso che, non solo il loro commento sarà interessante, ma lo saranno anche le motivazioni attraverso le quali sono arrivati a tali conclusioni.
Sarà stimolante vedere come i critici parlano dei film, e, del fatto che a loro non sono piaciuti, che non ci vedono niente, e poi sarà allo stesso modo interessante, vedere come i due filosofi ne parlano, capire cosa ci trovano, e vedere ciò che funziona per loro…’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘… ed ascoltare queste due prospettive, penso che sarà molto affascinante.’
Ken: ‘Sì, sì. Quindi ciò che andiamo a fare ora è come dire una sorta di… ehm… mi metti in una posizione un po’ imbarazzante visto che tu ed io abbiamo un accordo. Abbiamo passato ore a discutere della nostra personale interpretazione sui film. Ci siamo ripromessi che non discuterò la tua versione con nessuno, in quanto è una cosa privata, una discussione tra amici, tanto per parlare.
Allo stesso tempo, mi chiedo se fornire la mia interpretazione al pubblico. Ma l’ho già fatto, quando sei venuto qui con il tuo team e per più di tre ore ti ho esposto la mia spiegazione su tutti e tre i film. Come sai, io penso che sia stato incredibilmente coraggioso da parte vostra non dare alcun tipo di spunto interpretativo, perché l’intera chiave di lettura della trilogia di Matrix, questa è la mia spiegazione, risiede in quegli ultimi quindici, venti minuti del terzo film che sono la Stele di Rosetta della saga; ad esempio quando Neo dice delle macchine, ‘Se potessi solamente vederli come li vedo io… è tutta luce. Sono fatti di luce…’, e così via.
Quest’interpretazione è la chiave di tutti e tre i film, ed è stato incredibilmente coraggioso, perché il primo film… al quale, così tante persone si riferiscono poiché ha senso compiuto… … tu pensi che abbia senso compiuto se non guardi gli altri due …sembra una storia molto semplice se guardi solo il primo. E’ tutto molto Manicheo, davvero, in quanto, tutto ciò che è in Matrix è cattivo, tutto ciò che è fuori da Matrix è buono. In Matrix tutti sono schiavi, fuori da Matrix tutti sono liberi; è un tipo molto semplice di concetto dualistico. Le macchine sono cattive e tentano di limitare la libertà e così via… e così dici ‘Wow è fantastico’, poi vai e guardi la seconda parte, e arrivi al pezzo dove Neo sta parlando con l’Oracolo e le chiede ‘Tu non sei umana”, lei dice ‘No’, e lui ‘Sei un programma giusto”, ‘Sì’. E cominci a grattarti la testa perché all’improvviso ti trovi perso, e come dissi, mesi fa, secondo me ci perdiamo nel campo dei film e della letteratura complessa, perché questa è una trama molto più sofisticata composta da tante tessere di un puzzle che si ricompongono solo nell’ultima parte del terzo film. Le cose, all’improvviso, cominciano a precipitare. Cominciano a precipitare col discorso dell’Architetto, cominciano a precipitare con il primo discorso dell’Oracolo, la prima chiacchierata con l’Oracolo intendo; e Smith è la vera chiave di tutto. Ad ogni modo, è quest’interpretazione che indica che corpo, mente e spirito appaiono nella trilogia di Matrix in tutte le loro forme più alienate, per poi risorgere o migliorare in forme integrate verso la fine della terza parte. Questo è ciò che ha fortemente confuso le persone che non hanno trovano belli i film, perché la prima parte ha senso compiuto ma poi si perdono un pò nel secondo e un pò nel terzo. Ma poi mi trovo ogni tanto, sai, a dover mordermi le labbra e dire, ‘Wow! Sono venuto a sapere che Larry è d’accordo con me su questa parte’, perché voglio dire…’
Larry: ‘E’ quello che stavo dicendo, è come se, divenisse subito una logica convalida.’
Ken: ‘Lo so.’
Larry: ‘Difatti sono venuto qui a dichiarare che la tua opinione è fiacca!’
Ken: ‘Non so questo ragazzo alto e magro, è appena venuto via dalla strada ed ha subito cominciato a parlare con Cornel, e non abbiamo la minima idea di chi sia.’
‘Uhm, abbiamo parlato della natura dell’interpretazione, e del tipo d’interazione che comporta, dei vari tipi di significato che possono mettere in crisi alcuni, e far interagire altri come noi.
Voglio dire, abbiamo entrambi una passione per questo genere d’approccio, l’interazione. Quindi penso, senza sminuire nulla, che ci siano, certi campi, sai, produzioni globali che di solito tu ed io certamente vediamo con un occhio di riguardo.’
Larry: ‘Sì, e tu lo sai… il terzo film, ha i suoi momenti di rivelazione, ma sono tutti basati su cose che sono state costruite attraverso tutti e tre i film.’
Ken: ‘Certamente.’
Larry: ‘Le prefazioni, le piccole introduzioni ad ogni film contengono una sorta di riflessione su ciò che ogni film sarà… e in quelle piccole prefazioni di ciascun film, noi diciamo al pubblico a che punto del viaggio ci troviamo.’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘Voglio dire, Matrix è un’esplorazione di consapevolezza, questi piccoli frammenti e pezzi all’inizio di ogni film servono, aiutano ad orientarsi un pochino.’
Ken: ‘Giusto. Questo per me è ciò che viene chiamato ‘letteratura ricca’, quella che possiede diversi livelli di significato e penso che i critici abbiano fallito in questo senso in quanto non fanno un passo indietro e non guardano l’opera nella sua interezza. Sono comunque liberi di muovere critiche in qualsiasi direzione per la stessa ragione per cui ognuno è libero d’interpretarli a modo suo.’
Larry: ‘Si, spero sussista un certo livello di autocoscienza, cioè che il dilemma divenga in qualche modo auto-evidente, nel modo in cui si possono descrivere le cose, come se avessero una parte esteriore e una parte interiore. Cosa che in un certo senso capita anche in Matrix, l’esteriore tende ad essere piuttosto ovvio, molto superficiale e basato sull’osservazione. E spero che in un certo senso queste due visioni vengano messe l’una accanto all’altra, che vi sia una parte esteriore e una interiore, con i critici attirati essenzialmente alla superficialità e i filosofi affascinati all’interiorità.’
Ken: ‘Speriamo che sia così, ma, sai, altrimenti andiamo laggiù a spaccare tutto!’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘Uhm, tu e tuo padre state ancora leggendo ‘SES”’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘Fico!’
Larry: ‘Siamo quasi a metà.’
Ken: ‘Fico!’
Larry: ‘E’ molto bello, veramente molto bello, una sorta di interessante discussione su di te e su ciò che io penso sia la tua relazione con Hegel, che potrebbe essere completamente sbagliata, ne abbiamo discusso più volte.’
Ken: ‘Lui ha qualche interesse in questo senso”
Larry: ‘Ce l’ha.’
Ken: ‘Si”
Larry: ‘Si, certo, ne abbiamo parlato e …è decisamente, direi il libro che ha più… , dal quale ho imparato di più, penso, il più chiaro, il libro meglio approfondito e più comprensibile.’
Ken: ‘Si, si, penso che ciò che è successo con SES’ sia stato il primo, veramente il primo libro che… tutti i libri che parlano di questo argomento in un certo senso ne affrontano solamente una parte, un particolare. Ciò che questo libro tratta, in un certo qual modo, li integra tutti quanti , e qualcosa è cambiato ad un certo punto in me. Vedere trattato l’argomento nella sua interezza, mi ha portato una grande chiarezza … mio Dio, c’è talmente tanto in quel libro che a volte la gente arriva al capitolo cinque o sei ed ha già dimenticato i capitoli uno o due, tre.’
Larry: ‘Oh, sei molto bravo ad andare indietro, voglio dire, la tradizione vuole che i bravi scrittori ti ricordino ciò di cui ti devi ricordare. Creano il loro linguaggio e ti ricordano le definizioni del linguaggio quando hai bisogno di ricordarle. Beh, mi piace che in questo libro ti tocca combattere con concetti molto difficili e poi ti ritrovi con una frase dove è usata la parola ‘superspecialmente’, come termine tecnico.’
Ken: ‘Ma il tuo interesse è orientato verso tutte le persone con cui si ha a che fare nel libro come Hegel, Nietzsche e Plotinus. Intendo dire, è una cosa che ami ed è qualcosa che ti (e ci) attira particolarmente da un sacco di tempo, è come arrivare insieme in certo senso.’
Larry: ‘Si stavo cercando giusto una motivazione. Stavo parlando con mio padre di questo, è come per i quattro quadranti, ciò che tiene insieme i quattro quadranti è lo zero, il punto omega, il centro degli assi x-y, vero’ Non ci sono quattro big bang, c’è n’è uno solo e sta esattamente al centro, ma è interessante che sia l’unico punto, voglio dire, è il motivo per cui Schopenhauer ci si è tanto soffermato, l’unico punto di cui valga la pena parlare in qualche modo, perché è l’inizio di tutto, unisce i quattro quadranti, tiene tutto insieme. Senza, si separerebbero nuovamente e tutto diverrebbe niente. Ma se tu ne fai il centro di tutto quanto, allora lo trasformi nel nulla, perchè non puoi sapere.’
Ken: ‘Vero, e in un certo qual modo, quella zona vuota è lo stesso punto d’origine , che è la faccia originale.’
Larry: ‘Si, è così stimolante quando parli come lui , riesci a parlare così bene dei quadranti anche se quando parli di ciò che tiene tutto insieme, diventa tutto molto complicato da spiegare.’
Ken: ‘Si, beh, e questa è la cosa che tiene tutto quanto insieme, non è un altro quadrante oltre a quelli già esistenti, non è qualcosa al di fuori di essi. Io a volte dico che è la pagina su cui è disegnato il diagramma, o qualcosa del genere, ma questa è un’altra…’
Larry: ‘Penso che sia il punto d’origine, la cosa che tira, che ti permette di dire che sono un tutt’uno, che questi quattro quadranti sono in relazione tra di loro e non sono cose separate…’
Ken: ‘Sono d’accordo.’
Larry: ‘…si tengono insieme da sole, la cosa che le tiene insieme è il punto zero.’
Ken: ‘Esattamente, il punto zero.’
Larry: ‘Quello era il … all’inizio del terzo film, quando eravamo nella fase ‘Come iniziamo il terzo film”, che parlerà di cose di cui è difficile parlare, è come dire ‘Ok, diventa tutto nero ed improvvisamente hai un momento, come una sorta di Big Bang e questa è l’origine di tutto quanto; l’origine del pensiero, l’origine della consapevolezza, qualsiasi essa sia, nel momento in cui si arriva dal nulla a tutto!!’. ‘
Ken: ‘E questo è il punto d’origine stesso.’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘Assolutamente, concordo, si. C’è una grande linea che, tutti conoscono, l’Ontogenesi e la Filogenesi, ma c’è anche la Microgenesi, con cui si intende il movimento attraverso la sequenza momento per momento. Così ad esempio se io vedo una mela, il movimento microgenetico è, un impulso, un’impressione, una semplice sensazione; successivamente io formo un’immagine e a quel punto posso pensare alla mela come concetto, e posso avere una mia personale reazione con essa, e così via…’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘…e la Microgenesi riassume l’Ontogenesi, la quale riassume la Filogenesi, la quale ricapitola la Cosmologia. Così partendo dal Big Bang fino ad arrivare a questo preciso momento, è tutta la stessa sequenza di sviluppo dei quattro quadranti, ma è anche la ripetizione momento per momento dell’uscita dalla zona ‘vuota’, proprio adesso, istante per istante. E questa è la cosa interessante di tutto ciò, perchè quando scopri la tua faccia originale, la faccia che avevi prima del Big Bang, scopri QUEL particolare momento, quello è il momento ‘Satori’ che realizza il se stesso radicale che abbraccia tutto quanto, fuori da quel momento e verso il momento da cui tutto è emerso; tutti i quadranti sono emersi, tutti i livelli e le linee, lo stesso punto d’origine di cui stai parlando, e questo è ciò che tiene i quadranti insieme, perchè i quadranti sono soltanto dimensioni o aspetti di quell’origine, momento per momento, in questo preciso istante.’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘E tu hai dato una rappresentazione pittorica di ciò, all’inizio del terzo…’
Larry: ‘Beh, ci abbiamo provato.’
Ken: ‘Ma tu sei affascinato da questo argomento da tanto quanto lo sono io, da una vita. Quando tu ed io abbiamo parlato al telefono, quando ci siamo contattati per la prima volta, come sai, abbiamo passato tre ore e mezzo a parlare, ed è stata una chiacchierata no-stop su tutte queste cose.’
Larry: ‘Una coppia di tassisti chiacchieroni. Beh, sai, è stato come uno di quei grandi momenti in cui incontri qualcuno e ci parli, e ricevi conferme od approvazioni sul mondo. E’ come se avessi una connessione, hai istantaneamente una sensazione di comunione o di comunità, ed è stato simpatico, è una bella sensazione.’
Ken: ‘E sta crescendo.’
Larry: ‘Si. Ed è interessante anche… stavo parlando col mio amico Jeff , l’artista di Matrix… di come gli esseri umani siano animali sociali, e di come, molta della nostra realtà sia basata sulla comunicazione. Abbiamo un punto di vista sul mondo, e cerchiamo di renderlo valido trovando altri esseri umani che hanno un punto di vista simile, e a quel punto diciamo, ‘Ah!’. Dato che non abbiamo alcuna certezza, tendiamo a mettere insieme abbastanza persone, in modo da poter credere ai castelli in aria.’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘Si, certo. Fino a quando non recupero questo benedetto nastro… dove sicuramente mi renderò conto di sembrare un cretino! La reciprocità è ciò che è, è ciò su cui si basano le amicizie, tu mi aiuti coi Dvd, io parlo in questa intervista, se io non parlassi ora, tu non parleresti nei commenti.’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘Dimostriamo quanto ci importa…’
Ken: ‘Mutua estorsione!’
Larry: ‘Si, mutua estorsione, mutuo sfruttamento.’
Ken: ‘Ma io penso, penso che sia una cosa molto bella, seriamente, non penso che nessuno di noi due farebbe tutto questo, se non fossimo arrivati ad una così rapida notorietà, perché, come sai, ho escluso dalla mia vita tutto ciò che di pubblico c’era, qualsiasi cosa, per 25 anni, il registrare un mio commento per te e Josh, è stata in assoluto la mia prima volta, visto che, come è ben risaputo, tu non parli di questi argomenti con nessuno e così io…’
Larry: ‘Beh, abbiamo una visione molto simile della natura della celebrità e dell’esperienza dell’apparire in pubblico, che poi non è tutta questa gran cosa.’
Ken: ‘Ma la cosa più sorprendente… sai è piuttosto facile capire come un filosofo accademico possa evitare le luci della ribalta, ma, sai… che il co-regista e scrittore della più sorprendente esperienza cinematografica delle ultime decadi che riesce ad evitare le luci della ribalta… raccontaci di quando sei stato in Giappone a presenziare una delle prime e… ‘
Larry: ‘Si, in realtà eravamo in piedi, vicino alla stampa…’
Ken: ‘Esattamente.’
Larry: ‘…la schiera di fotocamere e videocamere e tutti quei reporter stavano lì in piedi, di fronte al tavolo, e noi stavamo accanto a loro…’
Ken: ‘Giusto.’
Larry: ‘…e questa giornalista guarda Carrie Anne e Keanu giungere dal corridoio, tutti quanti, eccitatissimi, scattano fotografie, ma a quel punto Joel Silver arriva dal corridoio e lei è come…’
Larry: ‘Joel Silver, il produttore.’
Larry: ‘…è come eccitata, lì in piedi accanto a me, questa donna giapponese comincia a dire, ‘è Joel Silver, Joel Silver, Joel Silver!!!’, ed io ‘Ohhhh, chi è”’, e lei…’
Larry: ‘…lei mi chiama col gomito e mi dice ‘guarda, guarda, il produttore’, oddio, ed io me ne sto lì in piedi, doverosamente eccitato ovviamente!’
Larry: ‘Oh, si certamente. Ma prima dovevo scoprire chi fosse… ‘Chi è ”, ‘Ohhh, è il responsabile di Matrix…ohhh’. No, intendo, non per dire niente di male su Joel…’
Ken: ‘No, capisco.’
Larry: ‘…il nostro leader.’
Ken: ‘Nulla da ridire anche sulla donna Giapponese se è per questo.’
Larry: ‘No, no lei è stata molto dolce e simpatica, ma io mi sono sentito particolarmente felice del fatto che loro non sapessero chi fossi io.’
Ken: ‘Si… Penso sia di pubblico dominio il fatto che non stai pianificando di filmare altre cose su Matrix nell’immediato futuro. E tu, che hai diretto questi tre film in un lungo ed intenso periodo di cinque anni, hai intenzione di prenderti una bella pausa vero”
Larry: ‘Si, penso che questo periodo si avvicinerà intorno ai 10 anni.’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘…è che ci stiamo lavorando…’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘… è solo che tu sai, la storia, non so, vedremo.’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘Alla fine spero di riprendermi a sufficienza, tanto da voler fare un altro film.’
Ken: ‘Si, si, quindi in pratica aspetterai e vedrai cosa succede”
Larry: ‘Si, si.’
Ken: ‘Si”
Larry: ‘Non saprei dire, non so, adoro i film, andavo sempre al cinema tutto il tempo, ne guardavo a centinaia, migliaia all’anno e… e adesso non riesco a sopportarli più. Qualcuno mi ha chiesto cosa ha provocato Matrix in me, sai, in termini di guardare i film degli altri, probabilmente l’aspetto più distorto, dopo aver girato queste pellicole, consiste nel guardare i film degli altri e percepire la totale mancanza d’ambizione da parte delle persone che gli hanno realizzati.’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘E quindi, quindi penso cose del tipo ‘Perché preoccuparsene”.’
Ken: ‘Si, si’
Larry: ‘È come, se non riuscissero a generare ambizione ed energia, perchè dovrei esserne interessato”
Ken: ‘Si, io penso che sia in qualunque momento azzardato cercare di portare qualità o eccellenza in qualsiasi cosa, e, francamente, percepisco la medesima cosa riguardo gli scrittori, sai, finisco per incappare in queste cose; prendo i libri, li leggo e penso ‘Gesù , questo, vedi, potrei farlo pure io, intendo, è proprio una cosa ignobile.’
Larry: ‘Si, il che è interessante, perché allo stesso tempo è ciò che ti stimola ad iniziare. E’ come, Kubrick era solito parlare di come, quando era appena agli inizi, andando al cinema diceva ‘Cristo, questa è merda. Io potrei farlo a testa in giù.’.’
Ken: ‘Si, si ,si.’
Larry: ‘E tu sai bene che ti dimentichi di quella merda prima e dopo averla fatta. Ma prima di farla è ‘Wow, ispirante’, e dopo averla fatta è solo…’
Ken: ‘…sempre li.’
Larry: ‘Si, è come vincere in un certo senso.’
Ken: ‘Si, si, è così, prima che mi dimentico, cosa ne pensi di Hegel”
Larry: ‘Oh, stavamo parlando di come… sia molto complicato, ma essenzialmente la…..le idee hegeliane sostengono che lo sviluppo di tutto porta alla singolarità dell’individuo vero”
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘E’ l’intero processo, quello mistico, quello di cui parli e che è posto al di sotto di tutto ciò che ti ha portato verso lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e della coscienza… prima conoscenza e poi autoconsapevolezza.’
Ken : ‘Si.’
Larry: ‘… di come questo sviluppo… penso che usando la tua terminologia risulterebbe come lo sviluppo olonico…’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘… portato verso la singolarità, cioè la base che porta verso la singolarità dell’individuo, giusto”
Ken: ‘Ah, ah, beh, ma non, ma l’individualità non è l’omega per me, è più una specie di …’
Larry: ‘Corretto, ma intendo, intendo, tu vedi lo sviluppo, vedi quella progressione come lo sviluppo.’
Ken: ‘Penso di si, da quello che hai detto fin qui penso sia così, si.’
Larry: ‘Ma poi, laddove lui arriva, sai, lui fondamentalmente dice ‘sono qui, sono Hegel, sono autocosciente, sono il punto omega incarnato’ e a quel punto puoi girare tutto e rovesciare la piramide.’
Ken: ‘Tramite altro sviluppo.’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘È una forma interessante, penso questa sia la natura della nostra discussione, perchè generalmente la gente vuole descrivere le cose che, sai, raggiungono l’apice e non quelle che vengono rovesciate e portate fuori dall’apice.’
Ken: ‘Giusto, si, lo so, è rischioso, quando la gente pensa allo sviluppo evolutivo generalmente pone se stessa prodigiosamente all’apice, mentre io trovo noi stessi miracolosamente a circa metà del cammino e non più di quello, l’apice è infinito nella sfera dell’ovvio. Tu esci della spirale evolutiva, con la quale è molto importante venire a contatto, ma trovi libertà da essa trovando il punto d’origine di cui parlavamo, che sta sotto a tutto. E che non esiste nel tempo, non esce fuori dal vertice, nel tempo, questa è la base senza tempo di tutto quanto e così, sai…’
Larry: ‘Giusto, ma il percorso…è lo sviluppo di un percorso che si ri-espande.’
Ken: ‘In un certo senso, certamente!’
Larry: ‘Da qualsiasi punto tu parta, e, sai, partiamo dalle basi della materia, atomi, molecole, cellule, organismi viventi, fino al cervello uno e trino, c’è una progressione evolutiva che in un certo qual modo suggerisce un’affermazione importante, che porta questa, questa entità… verso Hegel, porta verso la famiglia di Hegel, poi verso la tribù di Hegel, la nazione di Hegel e poi al mondo, e poi, la consapevolezza non duale che ti riporta all’elemento base, la consapevolezza non duale.’
Ken: ‘Una delle differenze principali tra ciò che si scrive oggi e quello che si è scritto ai tempi di Schopenhauer consiste nel fatto, che, la scienza continua a progredire in proporzione all’assunto che la scienza scopra qualcosa relativamente ad un mondo oggettivo. E a quel punto c’è …Dio. Abbiamo molta più scienza adesso, partendo dalla sequenza evolutiva stessa, cose sorprendenti che questi ‘sviluppatisti’ fino ad arrivare a Hegel non avrebbero mai immaginato, dall’estensione geografica del tempo a tutti gli studi che sono stati fatti…sai, Darwin prendeva queste idee e le applicava alla biologia, è stato un secolo prima.’
Larry: ‘Si, un lavoro totalmente intuitivo.’
Ken: ‘E’ sorprendente che siano andati così avanti.’
Larry: ‘Si.’
Ken: ‘Possiamo esserne certi.’
Larry: ‘No, non è sorprendente, è unicamente…sconcertante.’
Ken: ‘…tuo padre …ovviamente è molto preparato in merito a queste cose, ma ha studiato qualcuno degli idealisti o conosceva già in generale ciò di cui parlavano”
Larry: ‘Oh si, ha letto molto…’
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘E’ finito a leggere Schopenhauer più che altro per colpa mia.’
Ken: ‘Si”
Larry: ‘Infilato a forza nella gola!’
Ken: ‘Si’.
Larry: ‘Si ed è probabilmente più marxista di quanto lo sono io, in merito a come queste idee abbiano influito e plasmato la storia.’
Ken: ‘Giusto, beh, ok, gli daremo il quadrante in basso a destra allora.’
Larry: ‘… sistemi sociali…’
Ken: ‘Si, uhm ok, va bene, e così Karen sta venendo giù, la vedremo”
Larry: ‘Si, sta venendo qui.’
Ken: ‘Oh, fico!’
Larry: ‘Sta venendo qui, dovrebbe essere divertente, non vede l’ora di rivederti.’
Ken: ‘Quando siete qui, dove soggiornate”
Larry: ‘Uhm, beh, probabilmente soggiorneremo entrambi al Viceroy… potremmo portare il nostro cane.’
Ken: ‘Oh certamente, avete un cane.’
Larry: ‘Si, il nostro cane è morto e ne abbiamo preso un altro, questo è il modo di bilanciarsi dell’ universo.’
Ken : ‘…e il Viceroy non ammette cani, così potreste soggiornare da qualche altra parte.’
Larry: ‘Si non li ammette, dunque potremmo stare da qualche altra parte…tu dove soggiorni”
Ken: ‘Io starò allo Standar, tutto solo.’
Larry: ‘Lo Standard”
Ken: ‘Si.’
Larry: ‘Quello nell’Hollywood occidentale”
Ken: ‘Penso di si.’
Larry: ‘Quello è un posto da hippy.’
Ken: ‘Ci puoi scommettere.’
Larry: ‘Per un hippy… giusto come te!’
Ken: ‘Assolutamente, io e Hollywood ovest siamo fatti l’uno per l’altra.’
Larry: ‘Sei un metrosessuale!’
Ken: ‘Sono metrosessuale, esattamente.’
Larry: ‘Stavo cercando d’organizzare una cena con Joel, penso che sarebbe divertente.’
Ken: ‘Sarebbe fantastico!’
Larry: ‘Se sorvoli il Getty center, vedi la casa di Joel, è molto bella.’
Ken: ‘Wow!’
Larry: ‘La scatola rossa.’
Larry: ‘Ok va bene, sono libero venerdì sera e poi tutto sabato e domenica, quindi…’
Larry: ‘Stai facendo socializzazione…’
Ken: ‘Beh, già che sono qui, sai, potrei, non esco molto…’