Cloud Atlas: nuove dichiarazioni di Hugh Grant.
Grant ha dichiarato:
‘E’ il film più strano, con la sceneggiatura più strana e la più strana proposta che abbia mai avuto. Interpretare sei piccole parti, ognuna di loro riferita a killer e rapitori, alcuni di loro anziani di 85 anni e altri mercanti di schiavi coreani. Pensavo che forse mi stessero facendo uno scherzo quando mi hanno chiesto di farlo. Perciò gli ho chiesto: E’ uno scherzo’. E Loro: No, amico, ti vogliamo bene! E così ho detto: Ok, lo farò. E mi è piaciuto farlo.’
Chiedere quali dei propri personaggi interpretati nello stesso film è piaciuto di più non è una domanda che viene posta tutti i giorni, e Grant ha così risposto:
‘E’ difficile non amare il mercante di schiavi coreano. Le mie schiave erano ragazze coreane replicanti che servivano in un fast food migliaia di anni nel futuro, tutte vestite di una piccola uniforme, e il mio lavoro consisteva nel tenerle a bada e abusare di loro.’
Sorge spontanea la domanda circa l’adattamento dell’attore inglese nei panni di un uomo di nazionalità completamente diversa. A questo proposito Grant ha confermato che le sedute di make-up sono state davvero stressanti.
Basato sull’omonimo romanzo di David Mitchell, Cloud Atlas vede protagonisti Tom Hanks e Halle Berry, oltre a Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D’Arcy, Keith David e David Gyasi. Nel cast anche Hugh Grant e Susan Sarandon, e le attrici cinesi Zhou Xun e Zhu.
Ecco la trama del libro, come riportata sulla quarta di copertina dell’edizione italiana pubblicata da Sperling & Kupfer/Frassinelli con il titolo L’atlante delle nuvole:
‘Il diario di un notaio americano di metà Ottocento, giunto sull’isola di Chatham, nel Pacifico, per assistere ai devastanti effetti del colonialismo. L’epistolario di un giovane musicista nel Belgio tra le due guerre mondiali che, talentuoso ma senza un soldo, mette in atto un diabolico piano per intrufolarsi nella magione di un celebre compositore e carpire non solo le sue intuizioni musicali ma anche le grazie della moglie e della figlia. L’odissea di un’intrepida giornalista che si trova in mano la scottante denuncia di uno scienziato contrario a un catastrofico progetto nucleare e quindi ucciso su commissione dalla propria azienda. Le vicissitudini rocambolesche di un editore inglese in fuga dai creditori nella Londra anni Ottanta. Il testamento di un clone schiavizzato in una sorta di McDonald’s della Corea futuristica. L’alba del nuovo mondo all’indomani dell’apocalisse… Sei diverse storie, collocate in tempi e spazi diversi, che allacciano tra loro una stupefacente rete di rimandi, echi, collegamenti. Ciascuna narrazione s’interrompe, a effetto, per poi ricominciare e ricongiungersi in un’architettura narrativa sontuosa. Attingendo a linguaggi e a generi letterari differenti, Mitchell sorprende ancora una volta il lettore, spingendolo a riflettere, in un ardito gioco, sul fluire incessante, mutevole e ciclico della vita, impossibile da fissare, come il corso infinito delle nuvole.’
Fonte: http://www.badtaste.it/ di Simone Novarese