Concept artist italiana lavora con i Wachos grazie a Facebook!
Non aveva nessun tipo di aggancio e conoscenza o passata esperienza nel cinema fuori dall’Italia, eppure è finita con il lavorare al film Cloud Atlas dei fratelli Wachowski (che ora sono sorella e fratello) e Tom Tykwer, i primi sono quelli di Matrix, il secondo è quello di Lola Corre, insomma un trittico di firme tra le più prestigiose al mondo che nei prossimi mesi (il 26 ottobre negli Stati Uniti, il 15 novembre in Germania e il 10 gennaio in Italia) presenteranno uno dei lavori più attesi dell’anno, tratto dall’omonimo romanzo di David Mitchell (in Italia tradotto come L’atlante delle nuvole, Feltrinelli 2005). Il cast’ Tom Hanks, Hugh Grant, Halle Berry, Hugo Weaving, Susan Sarandon, Jim Sturgess, Ben Whishaw e Jim Broadbent. Il film è stato girato soprattutto a Potsdam ‘ Berlino, presso gli studi Babelsberg. Prima di continuare date un’occhiata al trailer del film, solo per rendervi conto della magnificenza della confezione visto che Monica ha partecipato proprio alla creazione dei fantascientifici mondi ‘toccati’ dalla storia.
Come si fa ad essere scelti dai fratelli Wachowski’
Fino al maggio del 2011 Monica aveva lavorato 9 anni nel mondo della lirica e della prosa in Italia ed Europa per poi passare alla post e pre produzione cinematografica e agli spot pubblicitari sempre come concept artist e mattepainter, passando di fatto dalla creazione di scenografie ‘reali’ a quella di scenografie ‘virtuali’. ‘Tempo fa scopro che stava partendo la produzione del film Cloud Atlas. Ho così cercato di capire a chi poter mandare il mio curriculum, ma non trovavo indirizzi finchè non ho fatto un tentativo su facebook dove ho trovato uno dei produttori. Mi sono proposta, lui mi ha risposto e così ho inviato una mail con del mio materiale. Era aprile 2011 e lui mi disse che il film sarebbe partito a fine mese. Non sento più nulla e mi demoralizzo visto che mi aveva detto che i miei lavori erano piaciuti. Arrivano i primi di maggio e ormai do per perso il tutto ed invece’ Mi ricordo ancora era un giovedì pomeriggio, ero a Milano per lavoro e mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto. Era il produttore che mi diceva :’Non è uno scherzo, ma i Wachowski ti vogliono da lunedì qua’. ‘Ho pianto per la commozione’.
Il lavoro sul set.
‘Sono stata a Berlino quasi tre mesi, con un appartamento su Ku’damm con tanto di autista che mi portava a lavoro. Il mio ruolo all’interno di Cloud Atlas era in pre-produzione, come concept artist ed è consistito nel lavorare al fianco del Production Designer e dei registi, partendo dalla sceneggiatura per creare visivamente il film. Ho avuto ampia libertà, è stato molto gratificante’.
Meglio Babelsberg o Cinecittà’
‘Lavorare agli Studios Babelsberg è stata un’esperienza incredibile, sono più piccoli di Cinecittà, dove anni fa ho anche lavorato per un film italiano, ma esprimono perfettamente quella che è l’efficienza tedesca dal punto di vista professionale: metodica e rigorosa, impeccabile. Impressionante poi, che puoi sentire ancora l’odore, l’atmosfera di un luogo dove la storia del cinema è stata fatta, anzi dove è quasi nata, mentre a Cinecittà dove sono tornata poco tempo solo di passaggio, al contrario senti intorno la decadenza per qualcosa che abbiamo perso, non abbiamo saputo ‘amare abbastanza’ e lo abbiamo lasciato andare a se stessa. La cosa incredibile dei Babelsberg Studios è anche la valorizzazione delle professionalità legate al cinema; nel mio team c’erano ragazzi giovanissimi che avevano già partecipato a film strepitosi e produzioni importanti passati da Berlino,’.ma anche nei laboratori, sul set’ho compreso che ‘il mestiere”dal pittore, al costumista, al truccatore sono estremamente tutelati e incentivati (non come da noi, vedi Cinecittà, dove le maestranze sono ormai sparite). Questo quindi è un ulteriore esempio di ciò che è la politica culturale tedesca, di come viene valorizzata e di come si punti sui giovani. Tutto un altro mondo’.
La Berlino di Monica.
La cosa che più mi ha stupito è l’alta qualità della vita che un essere umano può avere, poter vivere in una città verde ma allo stesso tempo che ti offre stimoli culturali-artistici ad un livello altissimo, attenta al cittadino e ai bambini, poter andare ovunque in bicicletta, non respirare smog e la parola stress che non esiste praticamente: tutto quello che ho sempre sognato e cercato in un luogo dove sognare di vivere. Ma sono anche rimasta colpita dal fatto che a Berlino ogni essere umano può essere se stesso veramente al di là di pregiudizi e altro. Se devo dire un locale dico la Clärchens Ballhaus, spesso finito il lavoro si andava a bere e ballare con tutto il team compreso il capo. Sono talmente innamorata di Berlino che spero di comprarci casa, mi auguro in breve tempo e farci così la mia base futura, in quanto il mio lavoro mi porta a spostarmi dove lo richiede, in giro per il mondo; sono freelance e quindi la base dove vivere può essere ovunque dove io scelga. Qui per la prima volta mi sono sentita a casa e completamente libera, due sensazioni impagabili che non mi hanno fatto avere dubbi per il futuro e anche per poterci crescere figli nell’eventualità.
Progetti futuri. ‘Sono in contatto per alcuni film che però, causa crisi, sono in stand-by, non si sa quando partiranno, forse entro fine anno ma non saranno a Berlino. Anche gli Studios Babelsberg quest’anno hanno avuto una battuta d’arresto totale e produzioni internazionali non ne sono passate. Quando non lavoro per il cinema mi sposto comunque sulla pubblicità e la post-produzione e mi muovo in giro dove il progetto lo richiede’.
Per chi volesse vedere i lavori di Monica Manganelli questo è il suo sito personale www.monicamanganelli.com
Fonte: http://www.zingarate.com
Ps: Una seconda parte dell’intervista, incentrata più sulla parte tecnica del film, sarà pubblicata nei prossimi giorni sul sito www.badtaste.it