Matrix Resurrections ha rischiato di non essere completato causa Lockdown!
Nel corso di un’intervista rilasciata a Collider per la presentazione di Blade Runner: Black Lotus, l’attrice Jessica Henwick che in Matrix Resurrections interpreta Bugs, un nuovo misterioso personaggio di cui ancora non sappiamo nulla se non che ha un coniglio tatuato sulla spalla e che probabilmente fa parte dell’equipaggio di una nave di ribelli chiamata Mnemosyne, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni sulla realizzazione del quarto e attesissimo capitolo della saga di Matrix.
Film di cui si sa ancora pochissimo e la cui trama è avvolta nel mistero e nel riserbo più assoluti.
Durante l’intervista, Jessica ha rivelato come sia lei che il resto del cast, ma soprattutto la regista Lana Wachowski, abbiano pensato davvero di non terminare le riprese del film, dopo che per ben tre mesi la produzione si è interrotta a causa del lockdown dovuto alla pandemia da Covid.
Un timore dovuto non solamente alla interruzione dei lavori, ma stando a quanto riferito da Jessica, anche alle parole della stessa Lana che in alcuni momenti è stata sul punto di lasciare la lavorazione e abbandonare il progetto.
Un’altra interessante rivelazione dell’interprete di Bugs è quella relativa al modo di lavorare di Lana Wachowski. Una regista che durante le riprese ama affidarsi al suo istinto e alle sensazioni del momento per catturare le immagini che preferisce, invece che utilizzare la mera e fredda tecnica di ripresa, tipica delle produzioni più standardizzate, più simili a una catena di montaggio che non a una creazione artistica.
Infine l’attrice si è soffermata su come sia impegnativo lavorare ad un film come Matrix che oltre a doti recitative, richiede anche una prestazione fisica non indifferente, sia per quanto riguarda le performance atletiche in senso stretto sia soprattutto per le abilità di combattimento richieste.
E di come sia impegnativo farlo al cospetto di un attore come Keanu Reeves che non solamente interpreta Neo, l’iconico Eletto di Matrix, ma anche John Wick, uno dei personaggi più caratterizzati e riusciti degli ultimi anni.
– Giuseppe Graceffa
Ecco di seguito le parole di Jessica Henwick rilasciate a Collider:
Percepivo la pressione perché quelle scene di combattimento sono davvero fondamentali per Matrix.
Quelle scene viste nel primo film mi sono rimaste in mente, proprio perché c’era tanto combattimento, e quindi mi sono sentita intimidita quando ne ho fatto parte anche io. Sapevo che dovevo fare del mio meglio. Lavori con Keanu. È lui è John Wick. Lui sa cosa sta facendo. Non puoi limitarlo, in alcun modo. Ho dovuto dare il massimo. Ho dovuto impegnarmi davvero molto. Ci siamo allenati molto duramente durante la fase di preparazione del film e abbiamo continuato ad allenarci duramente durante le riprese. Quando la produzione si è interrotta a causa del COVID e siamo rimasti fermi per tre mesi, ho continuato ad allenarmi a casa tutti i giorni, anche se non sapevo se saremmo mai tornati.
In quel periodo di chiusura, Lana ha detto: “Beh, forse è così. Forse non torneremo a completare il resto del film. Forse il nuovo Matrix diventerà un film leggendario che è rimasto incompleto e che nessuno potrà mai vedere. Forse è così che deve andare”. E noi tutti invece le ripetevamo: “No, devi finire il film”.
Ma lei ha davvero pensato di non riprendere più la lavorazione… Per quanto mi riguarda però, nonostante non avessi idea se avremmo mai ripreso il lavoro, ho cercato di non pensarci e ho continuato ad allenarmi per tutto il periodo di pausa, perché avevo bisogno di concentrarmi e di essere positiva. Mi sono ripetuta: ‘No, noi finiremo il film. Dobbiamo. Non può finire così la mia avventura con Matrix” .
Lana è molto creativa e ha una visione molto, molto decisa. Non lavora come nessuno dei registi con cui ho collaborato. Adora girare, quindi spesso giriamo anche per 20 minuti senza una sola pausa.
Lei non fa quello che fanno in genere gli altri registi. Lei non dice ‘Ok, prepariamoci per fare le riprese di questo lato, poi faremo il totale, il mezzobusto e infine il primo piano, e poi potremo tutti spostare le luci in modo che possiamo riprendere l’altro lato.
Tutti invece dovevano essere consapevoli che le riprese erano sempre a 360° in ogni momento. Stava in piedi accanto all’operatore e riprendeva. Keanu parla e lei riprende. E’ lei che dirige la telecamera, zoomando su di lui, per poi decidere di voltare all’improvviso la cinepresa e puntarla su di te, anche se sei dall’altra parte della scena. È così che effettua le riprese. Dipende molto da come si sente in quel preciso momento. Si affida molto all’istinto. È affascinante da osservare. Non ho mai lavorato con un regista che si affida così tanto alle sensazioni e all’istinto.
Avevo già fatto un provino con lei, per cui quando sono arrivata sul set, sapevo già cosa mi aspettasse. Mi sono detta “Ok, sicuramente succederà questo. Lei mi parlerà proprio mentre sto recitando”. Sono cose che in altri film potrebbero infastidirti, ma se lavori con lei devi accettarle. Potresti essere nel mezzo della tua battuta con lei che deciderà di spegnere la cinepresa dicendo: “In questo momento voglio filmare qualcos’altro per un attimo”
È stato così anche durante il primo provino. Suppongo che nel momento dell’audizione si sia spinta anche oltre, per vedere come avrei reagito. Se non riesci a essere flessibile con una regista come lei, allora non ha senso lavorare insieme. Non sarà affatto divertente collaborare. Voleva davvero assicurarsi che ogni attore fosse pronto e presente in ogni momento”.
Siamo tutti entusiasti di rivedere Keanu. Lo amiamo. Lo amiamo come Neo. È fantastico. È il cuore pulsante del film e lui sicuramene non sbaglia. Quindi, penso che i fan lo apprezzeranno davvero. Carrie-Anne invece ha un ruolo davvero interessante in questo film e penso che molte persone ameranno il suo personaggio. E’ davvero eccitante da vedere.
Infine Jessica ha rivelato come i suoi straordinari capelli blu siano un tratto davvero caratteristico del suo personaggio, ma che non è stato affatto semplice portarli nella vita reale, e che a volte devi essere pronta a soffrire un po’ per la tua arte.
Ecco il link all’articolo originale di COLLIDER