Alcune sorprese nella Galassia lontana lontana
Sicuramente ‘Revenge of the Sith’ (titolo originale) è il miglior film della più recente trilogia, e inoltre il migliore dei quattro episodi diretti da George Lucas (Episodio IV (1977), Episodio I (1999), Episodio II (2002), Episodio III (2005)).
‘La Vendetta dei Sith’, che ha avuto la sua premiere al Festival di Cannes il 15 Maggio 2005, si classifica con ‘L’Impero Colpisce Ancora’ (diretto da Irvin Kershner nel 1980) come il film più ricco e stimolante dell’intera Saga. Rispetto agli altri episodi diretti da Lucas, questo è quello che più si avvicina al suo sogno frequentemente ripetuto di portare la combinazione di spettacolo vigoroso e risonanza mitica, che trova nei film di Akira Kurosawa, nella cinematografia commerciale americana.
Alcuni difetti de ‘La Minaccia Fantasma’ (1999) e de ‘L’Attacco dei Cloni’ (2002) ne sono la prova, ed è notevole l’indifferenza di Lucas nei confronti di due aspetti piuttosto importanti del ‘fare cinema’ ‘ recitazione e scrittura.
Ne ‘La Vendetta dei Sith’ Hayden Christensen, in stato di grazia, interpreta Anakin Skywalker nella sua discesa agli inferi, corrotto dal Lato Oscuro della Forza, e la bellissima Natalie Portman è la Senatrice Padmé Amidala, segretamente sposata ad Anakin, che non riesce a conciliare il complicato e conflittuale rapporto tra amore e leadership politica.
Molto buone sono anche le interpretazioni di Samuel L. Jackson come Maestro Jedi Mace Windu, Ewan McGregor come Obi-Wan Kenobi, Jimmy Smits come Senatore Bail Organa, ma la performance migliore è sicuramente quella di Ian McDiarmid nei panni del Cancelliere Supremo Palpatine e poi rivelatosi Lord Sidious, Oscuro Signore dei Sith.
Il limite di George Lucas è quello di credere ciecamente nella tecnologia e nel digitale, creando piuttosto dei simulacri e dei loghi al posto dei personaggi, come possono esserlo quelli degli ‘Skywalker’, dei ‘Sith’ o dei ‘Jedi’, che popolano la Galassia.
Dei 109 personaggi presenti ne ‘La Vendetta dei Sith’ ben 46 sono quelli realizzati completamente in digitale, e gli effetti speciali sono 2300, effetti visivi indispensabili anche per realizzare gli otto pianeti in cui si svolge la storia di Episodio III.
Ma d’altra parte, nessuno va a vedere un episodio di ‘Star Wars’ per la recitazione.
George Lucas ha superato Peter Jackson e Steven Spielberg nell’esplorazione del potenziale estetico delle nuove tecnologie, in quanto l’integrazione tra immagini generate al computer e la ‘captured reality’ (in altre parole quello che solitamente chiamiamo ‘cinema’) non si avverte, e il film scorre fluido davanti ai nostri occhi.
Dove gli effetti digitali non possono arrivare (le esplosioni di lava su Mustafar), ci pensa l’Etna con una sua eruzione ‘rimasterizzata’ a rimettere a posto le cose.
Ma le emozioni non vengono solo trasmesse grazie alle immagini e a tutto ciò che comprende la vista: i duelli con le Spade Laser e le sequenze di volo memorabili sono accompagnate degnamente dalla favolosa musica del compositore newyorkese John Williams, il cui nome è inseparabile da quello della Saga di Star Wars.
Indimenticabile soprattutto il tema operistico, ripreso in parte da Episodio I, di ‘Duel of The Fates’, durante il duello nella Camera del Senato tra Yoda e Lord Sidious; inoltre Williams porta delle metamorfosi nell’illustre tema ‘Star Wars And The Revenge of The Sith’, per poi puntare al melodico con ‘Anakin’s Dream’ e ‘The Birth of The Twins And Padmé’s Destiny’. Si passa poi all’essenza dell’epico con ‘Battle of The Heroes’ e ‘Anakin Vs Obi-Wan’.
Con ‘La Vendetta dei Sith’ Lucas è tornato il grande narratore di Guerre Stellari, capace di scrivere dialoghi memorabili, come quando Padmé Amidala assiste sconsolatamente alla nascita dell’Impero: ‘Così muore la libertà, sotto scroscianti applausi’.
‘La Vendetta dei Sith’ tratta di come una repubblica demolisce i suoi principi democratici, di come la politica divenga militarizzata, di come un’ideologia manichea mina le fondamenta dell’esercizio razionale del potere. Ma è anche di un viaggio negli abissi dell’animo umano.
‘Solo un Sith pensa in assoluti’.
‘Episodio III’ riesce a far rivalutare i criticati capitoli precedenti e s’incastra a perfezione nella Saga, ma naturalmente la nascita dell’Impero e la caduta di Anakin Skywalker non sono la fine della storia. Considerati insieme, e visti nell’ordine in cui sono stati realizzati, i film della Saga rivelano la natura ciclica della Storia, della ‘Historia’ Manzoniana che ci appartiene, ‘che può veramente essere definita una guerra illustre contro il Tempo’.
Le democrazie diventano imperi, gli imperi crollano per le rivoluzioni, i padri abbandonano i loro figlie, i figli ritrovano i loro padri. I film finiscono. La vita va avanti.
Che la Forza sia con voi.
Sì.
May the Force be with you.