Darwin e l’evoluzione dei robot.
Ben lontano da questo scenario da fiction, un editoriale di due scienziati ha messo in luce che almeno il primo passo è possibile. Secondo Dario Floreano e Laurent Keller, che lavorano insieme a Losanna, anche per le macchine possono funzionare le leggi dell’evoluzione naturale, che possono far sviluppare esemplari superintelligenti, cooperativi od altruisti partendo da robot privi di capacità.
I due ricercatori hanno esaminato e descritto su Plos Biology diversi esperimenti. L’equivalente delle mutazioni genetiche in questo caso consistono in cambiamenti casuali nelle reti neurali che gestiscono le informazioni: i ricercatori scelgono le macchine che si rivelano più brave e le fanno «accoppiare», conservando le mutazioni positive nella «prole».
Anche situazioni «negative» come la caccia danno luogo ad evoluzione: utilizzando due gruppi di robot, cacciatori e prede, alcuni ricercatori hanno potuto verificare, generazione dopo generazione, lo sviluppo di tecniche sempre più sofisticate. Secondo i ricercatori gli esperimenti non solo provano che i robot possono evolvere secondo le leggi di Darwin, ma vale anche il contrario, e il fatto che le macchine vi obbediscano è appunto una prova della fondatezza di tali teorie evoluzionistiche.
«Inoltre la robotica dell’evoluzione», concludono, «in generale, permette di studiare tutte le complessità dei comportamenti».
Fonte: www.ilgiornaledivicenza.it