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Alloggi

ALLOGGI

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[i:200a52688c]Gli alloggi dei ribelli di Zion permettono al personaggio di concedersi momenti di prezioso riposo tra una missione e l'altra.
Ogni utente ha la possibilità, nel primo post, di descriverne la struttura.[/i:200a52688c]

La porta dell'ascensore si spalanca, il lungo corridoio che porta all'alloggio di Alfred , è ancora in ricostruzione, piastre metalliche , rotoli di cavi elettrici, scatole di bulloni, erano sparsi lungo tutto il percorso, le sentinelle avevano fatto parecchi danni , ma ora si iniziava a tornare alla normalità.

Oltrepassando delle spire di cavi d'acciaio Alfred gira a destra raggiàngendo la porta del suo alloggio, il settimo dall'ascensore, apre la porta e prima di entrare guarda verso l'esterno.

*Chissa se un giorno potremmo mai tornare a vivere in superfice'. Dannazione mi manca l'aria fresca''*

Chiude la porta dietro di se e si abbandona sul letto,in preda a mille pensieri.
L'alloggio è molto semplice, c'è un tavolo quadrato posto al centro di quello che è l'ingresso , contro la parete sinistra una piccola scrivania con sopra delle mensole su cui sono posati dei libri dall'apparenza molto antichi,(nel senso dell'età, presumibilmente gli ultimi libri cartacei di prima dell'inizio della guerra con le macchine), una sedia e due sgabelli completano l'arredamento dell'ingresso , una grata metallica divide l'ingresso dal resto dell'alloggio, che consiste in due letti singoli posti a castello, ognuno dei quali con una lampada per la lettura ed una piccola mensola, ed un bagno. Le pareti sono spoglie, a parte lo specchio metallico posto sopra al lavabo del bagno.

*La Pegasus, sono stato assegnato alla Pegasus' beh non sarà agilissima ma del resto , se mai dovessi pilotarla , sono abituato a pilotare dei grossi ammassi ambulanti, e se il patto regge non so che nemici dovremmo affrontare, ma una buona potenza di fuoco non fa mai male'.Il comandante è Keanu, dicono che è una brava persona, non parla molto ed è orgoglioso, chissa se sarà severo '. Beh vedrò di fare del mio meglio' speriamo che i miei riflessi nella realtà siano identici a quelli in Matrix'*

Alfred come colto da un'illuminazione improvvisa si alza di scatto a sedere sul letto quasi urtando la testa contro il letto superiore'

<<Quel ragazzo, quel Hard1>>
*ha detto di essere stato liberato da un'uomo albino', che sia lo stesso che mi ha contattato in Matrix''' Non ho mai conosciuto il suo nome, e da quando sono qui a Zion non l'ho mai visto'. Devo ancora ringraziarlo , non appena sconnesso mi portarono subito a Zion a causa della ferita sul collo, e l'ultima cosa che mi ricordo di lui è quando mi ha fatto scegliere tra la pillola blu e quella rossa'..
Per fortuna anche Hard1 è stato assegnato alla Pegasus, devo ricordarmi di chiedergli informazioni sull'albino'*

Alfred torna a stendersi sul letto e continua a pensare a cosa dovrà affrontare durante l'addestramento'.

*uff....è finita. Ce l'ho fatta, mi hanno presa, e sono addirittura finita nell'olimpus! Questa si che è una giornata!*

Si tuffa sul letto, a godersi il meritato riposo. Ripensa a tutta la fortuna che ha avuto ultimamente: l'alloggio è al quarto piano dell'ascensore, l'unico piano rimasto quasi intoccato, in confronto agli altri. L'alloggio è modesto, ma confortevole: un grande letto, un tavolino quadrato al centro della stanza, due sedie, una scrivania spaziosa e infine due scaffali: l'immancabile scaffale con tutte le sue miniature e quello sopra, con tutti i disegni di Will. I due scaffali più importanti dell'alloggio.

<bene.>

Fa mente locale, e subito scopre di dover ancora fare qualche cosa: andare al foro ad incontrare i capitani, e fare un salto al tunnel per qualche nuova conoscenza, magari membri di altri equipaggi, tanto i suoi compagni li avrebbe presto conosciuti.

*Vorrei aver conosciuto Neo...*

Si sorole-playerrende di questo suo pensiero, rimene un attimo confusa, poi decide che è tardi, doveva andare.

*magari dopo ne parlo con Will...*

Si alza, fa per andare alla porta

*Ho fame*

Mangia un pò di colla, poi decide che non le piace e la lascia lì.

*meglio andare*

Esce di corsa dalla porta, e si avvia verso l'ascensore.

Il piccolo alloggio di Zeus aveva il piacere di ospitarlo ancora una volta. Era il più spoglio possibile, ed è così arredato per coerenza: Zeus non si considerava certo al di sopra degli altri solo per il suo grado, anzi! Tralasciando il fatto che inconsciamente egli dava un esempio di vita, voleva vivere nel modo più semplice possibile, perché era cosciente che una vita di diverso tenore avrebbe offuscato gli ideali per i quali era entrato in zion e per i quali ha sempre lottato e creduto.
I suoi ragazzi alla nave dovevano vedere in lui un 'ideale' vivente.

Comunque, il letto era piuttosto comodo, anche se piccolo. Il semplice armadio a muro conteneva vestiti, che lui considerava stracci, e qualcheduno più elegante, che usava in occasioni speciali. Vi erano diversi quadri ai muri, alcuni locandine dei suoi film, altri della sua famiglia. Una moglie e un figlio, uccisi ambedue da un agente nel tentativo di stanarlo.

Si era lasciato alle spalle anche quel trauma, ed anche se a volte riaffiorava, sapeva tenerlo a bada. Raramente avrebbe trovato una persona come lei in Zion, ma sperar non nuoce'.
Da solo era una metà incompleta, non ci poteva fare niente.
Un rosso tappetino era l'unico ornamento posto a terra, mentre una enorme libreria prendeva tutta la parete più grande della stanza. Essa era piena di libri, che lui aveva avuto il piacere di leggere. I libri erano la sua vita, così come lo erano i film, ma questi ormai erano un ricordo lontano, un ricordo di matrix'.

Ma ora si doveva incontrare con i suoi nuovi collaboratori. Non poteva fare tardi. Uscì dalla camera in fretta, e si diresse al Foro

*eccoci al quarto piano... strabelli gli ascensor! non avevo notato che fossero così veloci!*

esce lentamente dall'ascensore, poi un'improvvisa fitta al ginocchio lo costrinse a fermarsi sul primo dei 5 gradini da salire...
*accidenti, in The Matrix non sarebbe mai successo, là io non provavo quasi mai dolore, non mi facevo quasi mai male. e invece la scorsa settimana quando stavo andando al foro sono scivolato sulle rocce... ed ecco il risultato*
si stava massaggiando un attimo la gamba quando vide passare il suo capitano. zeus. *che gran persona dev'essere*
la porta si stava ancora richiudendo alle sue spalle ke si era già buttato sul letto per riposarsi un attimo per la tensione delle ultime ore.
*la mia camera... casa mia*
una scrivania metallica dai bordi smussati appoggiata al muro sulla parete di fronte al letto.
da un lato una scaffalatura, cioè, due scaffali su c'erano appoggiati fogli vari, libri.
dall'altro un piccolo armadietto sempre metallico.
il piccolo computer che gli era stato concesso l'aveva messo sulla scrivania, ma occupava troppo.
*dovrò spostarlo prima o poi*
uno sgabello e due sedie completavano la camera.
sopra il letto un poster. era la prima immagine che aveva fatto da grafico quanddo era ancora collegato alla matrice. aveva un significato particolare per lui, e l'aveva ricreata con gli strumenti che possedeva una volta fuori da quella prigione virtuale.
*mangiamo' cosa ci sarà oggi' brodaglia, brodaglia o brodaglia' e pensare che qualche mese prima di esser liberato io volevo lasciare il liceo per dedicarmi alla mia passione: la cucina. è vero che in matriix la scelta era un illusione. ora mi piacerebbe avere la possibilità di scegliere, se pur illusoriamente, cosa mangiare*
prese una ciotola e si versò un pò di brodaglia, che trangugiò volentieri perchè aveva parecchia fame.
pensava alle domande che gli erano state rivolte nel consiglio.
*xkè ho scelto di esser liberato' perchè non mi apparteneva quel mondo. qui nessuno mi conosce come Rosa Pietro, qui io sono theStranger
...
theStranger, "quello strano", così mi indicò uno nuovo che chiedeva di me a scuola. e da allora quello è stato il mio nome in internet... e ora qui*

risvegliandosi dai suo pensieri...
*adesso sarebbe anche ora che mi alzassi da questa sedia e andassi nel foro. su, forza, in piedi!*

si alzò e prese con la testa contro il tubo sul soffitto che portava la brodaglia in camera.
*accidenti, hey, in The Matrix riuscivo senza problemi a tirarmi su 30 volte con le braccia, proviamoci*
appoggia la ciotola sul bordo del tavolo, la ciotola cade, ma lui nn se ne preoccupa. alza le braccia, si appende e, alzando i piedi, si lascia dondolare
*1...2...3...4....5......6.......7........8.......9.........10............. basta. ora devo andare.*
esce e si richiude la porta alle spalle
*a dopo casetta mia...*

un passo dopo l'altro si incamminava verso il foro
*chissà se anche canon sarà la*

Stanza 70007.

Hard1 entra nella sua stanza e come ogni volta protesta. A voce alta.

<Non si può andare avanti così; Dio santo sento la mancanza del sole in maniera spaventosa. Sedersi sotto un albero col vento che ti accarezza il viso fumandoti una delle mitiche Marlboro *altro che questa merda* e invece chiuso qui a più di 4 chilometri sotto terra e l'unica luce che vedo è quella di questo maledettissimo Neon.>

Detto questo tira il suo pacchetto di sigarette al neon che smette di lampeggiare e si fissa su una luce bianca-azzurrognola.

*Oggettivamente è impossibile sentire la mancanza del sole dato che non ho mai sentito davvero il suo calore*.

La stanza è piccola, piena di oggetti che Hard1 ama raccogliere in giro per Zion e collezionare. Oggetti senza senso e senza nessun valore, però è una abitudine che si porta dietro da quando stava in Matrix, ed è restio a lasciarla. Come per il fumo.

Nonostante la stanza sia piena di "ciaffi" (come li definisce lui) è ordiantissima. Al limite del maniacale.

Il suo letto (rigorosamente ad una piazza e mezzo giàsto perchè non si sa mai..). è un pò la sua vita e sebbene abbia una piccola scrivania, passa sul letto la maggior parte del suo tempo dove scrive, mangia ma soprattutto pensa.

*Non vedo l'ora di conoscere la mia nave e i miei nuovi compagni*

Poi si ferma a riflettere un secondo...

*Il capitano mi hanno detto che si chiama Keanu ed è sopravvissuto alla distruzione della Pegasus e allo starminio quasi totale del suo equipaggio. Dio ne ha passate quel tipo*

Click. L'accendino scatta e il rumore del tabacco che arde sembra quello di un incendio nel silenzio della sua stanza. Sputa il fumo in aria e si siede sul letto.

*Fortunatamente non sono l'unico novellino sulla nave anche quel tipo che era prima di me, A.A. se non ricordo male, è nuovo perciò ci sarà da divertirsi*

Un sorriso macabro gli attraversa il volto.

*Non vedo l'ora di sterminare qualche seppia...*

Xisca entra nel suo modesto ma accogliente alloggio...

Si draia sul letto con aria soddisfatta pensando *Ce l'ho fatta* e continuava *adesso non mi resta che conoscere l'equipaggio*

L'alloggio di Xisca era composto da poche ma essenziali cose... un letto, una scrivania con due sedie, un armadio e uno scaffale dove teneva i suoi libri preferiti.

Finito di rifocillarsi, si alza si appresta alla porta
*Devo correre al punto di ritrovo o farò tardi, e non è bene presentarsi in ritardo al primo appuntamento*

così apri la porta e corse via

ALLOGGIO DI LAOCHSAOR - 28666 - 3° PIANO

- settima porta a sinista dall'uscita dell'ascensore -

E' uno degli alloggi più piccoli di Zion, formato da un'unica stanza più il "bagno".

Appena entrati si ha un attaccapanni sulla sinistra, formato da un incavo nel muro con 4 chiodi piantati.
Il letto è in fondo a sinistra. Un cassettone, nascosto sotto, contiene i pochi stracci chiamati vestiti.
Sulla destra la scrivania con sopra un pò di cianfrusaglia, una ciotola con un cucchiaio in cui ogni giorno gli portano da mangiare la solita sbobba [che aveva lo stesso sapore dell'orocereali!] e vari dischetti di programmi, tra cui il disegno della sua katana, ma anche musica, un simulatore di rugby e un sacco di immagini della sua Irlanda.
Di fianco a questa, la porta del piccolo bagno, contenente un gabinetto e un doccino che aspetta venti minuti prima di far partire l'acqua calda, usato semplicemente anche come lavandino.

Piccolo, e per niente accogliente. Laochsaor aspetta la sua vera casa: la superficie.

Alloggio di A.A.Burton

Alfred arriva di corsa e spalanca la porta

*Forza, forza muoviti devi fare presto.... ma non puoi entrare su la tua nuova nave senza prima prenderle....*

entrato nella stanza si dirige verso il letto , prende una berretta di lana che si trova sulla mensola, ed inizia a cercare sotto la branda superiore del letto a castello un qualcosa, di nascosto....
dopo varie perole-playerezie riesce a tirare fuori dal nascondilio un sacchettino di pelle

<<eccoti qua>>
*sei stata il mio primo problema della vita reale.... la cosa che mi ha fatto capire di essere veramente vivo,.... ora sarai il mio amuleto*

Alfred aprì il sacchetto e svuoto il suo contenuto nella mano, una catenina di acciaio con attaccata una scheggia metallica di colore rosso

<<Quasi non mi uccidevi piccola un centimetro più in profondità e sarei morto>>

La scheggia era di forma strana, era formata da un braccio lungo verticali, e da due piccoli bracci che dal lato destro uscivano protendendosi verso l'alto leggermente curvati...
la scheggia che gli si era conficcata nel collo all'uscita del canale di scolo del pod fetale in cui era rinchiuso, era diventatata per lui il simbolo della sua nuova vita...

Alfred si infilo la berretta, si appese l'amuleto al collo e sempre correndo si diresse verso la darsena alla sua nuova nave...

Alloggio di Xisca

Xisca entra nel suo alloggio, prende uno zaino ci mette dentro tutte le sue cose e riparte per andare alla nave.

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