Cita da morpheus su 17 Febbraio 2004, 23:30

Ho appena finito di vedere un bel servizio su Rete4 dedicato a Pantani. Ciò che penso resta inalterato, anche se fa dispiacere vedere un ragazzo impotente di fronte agli eventi della vita. Eventi in parte creati, in parte subiti.

D'altronde la fine di Pantani è stata quella dei grandi "condottieri": da Giulio Cesare a Napoleone. Essi hanno fatto la storia e allo stesso tempo ne sono rimaste vittime. Pensare a Cesare o a Bonaparte esclusivamente in termini positivi è storicamente sbagliato. Eppure il loro contributo è innegabile.

Pantani si è fatto da solo. Poi ha commesso una serie di errori. Errori inconfutabili. Errori pagati a caro prezzo. La nostra società ti porta in Paradiso alla velocità della luce e altrettanto velocemente ti scaraventa all'Inferno. E' la regola dello star system.

Quando Pantani ha accettato di "rischiare" per entrare a far parte degli "immortali", in cuor suo sapeva di dover accettare un'eventualità del genere. Prole-playerrio come Faust sapeva che la Sapienza aveva un prezzo: la sua anima.

In un mondo cinico come il nostro, che accoltella Giulio Cesare e abbandona Napoleone in una terra dimenticata, Pantani ha giocato il ruolo del'ennesimo eroe dannato. Maledetto da se stesso e dalla società, che fra non molto si dimenticherà di lui.

Sulla tomba del poeta inglese John Keats si legge questo:

"Here lies one whose name was writ in water"

"Qui giace un uomo il cui nome fu scritto sull'acqua"

Marco Pantani, che ora ci sta guardando da lassù, ne sa qualcosa. Probabilmente proverà compassione per una società che non riesce a ritrovare gli antichi valori. E allo stesso tempo continuerà ad amarla, perché non c'è niente di più umano dell'amore. Ma soprattutto... ORA... avrà capito che la propria anima non vale il prezzo di nessuna vittoria.