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Disinformazione, massificazione e affini 😉

2. ma siamo sicuri che un mondo straricco di informazioni sia migliore rispetto a prima' E ancora, le informazioni sono davvero conoscenza'

No.. un mondo straricco di informazione non è SOLO bene. Purtroppo esiste anche la disinformazione, l'informazione parziale.
Il mondo dei media è facilmente manipolabile, il quale già di suo manipola le menti degli uomini.

2. ma siamo sicuri che un mondo straricco di informazioni sia migliore rispetto a prima' E ancora, le informazioni sono davvero conoscenza'

No.. un mondo straricco di informazione non è SOLO bene. Purtroppo esiste anche la disinformazione, l'informazione parziale.
Il mondo dei media è facilmente manipolabile, il quale già di suo manipola le menti degli uomini.

Il punto è che esistono anche le informazioni volutamente falsate... che creano i danni peggiori. La politica (tanto per citarne un caso) vive su di queste...

2. ma siamo sicuri che un mondo straricco di informazioni sia migliore rispetto a prima' E ancora, le informazioni sono davvero conoscenza'

No.. un mondo straricco di informazione non è SOLO bene. Purtroppo esiste anche la disinformazione, l'informazione parziale.
Il mondo dei media è facilmente manipolabile, il quale già di suo manipola le menti degli uomini.

Il punto è che esistono anche le informazioni volutamente falsate... che creano i danni peggiori. La politica (tanto per citarne un caso) vive su di queste...

Sì ma chi falsa e manipola le informazioni' L'essere umano. Quindi queste di per sè forse non sono nè positive nè negative, è in mano all'uomo che prendono una piega "particolare".
Forse dunque non è tanto l'informazione, ma l'uso che se ne fa (già se decontestualizziamo una frase, questa assume spesso significati completamente diversi).
Da questo punto di vista, però, visto che in ogni passaggio di mano dell'informazione questa virtualmente si logora e si deforma, in un mondo in cui le informazioni circolano ampiamente e vengono riportate talmente tanto che si fatica a ritrovarne la fonte, per assurdo in questo mondo potrebbe essere ancora più difficile cogliere la verità rispetto a un mondo in cui le informazioni erano 5 e provenivano sempre e solo per via diretta dagli interessati.
Come se la disponibilità e presenza di moltissime informazioni e il sopraggiàngere della stessa notizia da più parti, per assurdo, creasse anzichè maggior informazione e conoscenza, più confusione e una giàsta diffidenza verso OGNI informazione.
Quindi potremmo forse dire che oggi, proprio perchè siamo troppo informati, siamo più disinformati.

Poi c'è un altro aspetto: i media tendono a non riferire i fatti, ma a fornire l'interole-playerretazione degli stessi. Quindi a noi arriva già come dire un "pensiero" pre-confezionato, che noi dobbiamo solo immagazzinare. Ci viene richiesto sempre meno di riflettere, perchè non ci vengono riferite le notizie all'orecchio da un amico, ma riceviamo l'informazione già "ragionata" e digerita... (ops, campanello di casa..).

Quella che fai tu è un'osservazione acuta. Però pensa una cosa. Non stiamo parlando di informazioni aziendali che possono essere riassunte da un systema ERP (iniziamo dalla preistoria :mrgreen: ) e rese interole-playerretabili quasi in maniera univoca.
Purtroppo questo tipo di informazioni, come le notizie, sono difficilmente "rendibili in maniera univoca" e subiscono fortissime influenza dai media. E' una cosa normale, in fondo ognuno vedo il mondo con i propri occhi e come tale, la visione che ne da agli altri, è distorta dalle proprie percezioni.

In fondo nessuno è in grado di spiegare Matrix agli altri... :mrgreen:

Quella che fai tu è un'osservazione acuta. Però pensa una cosa. Non stiamo parlando di informazioni aziendali che possono essere riassunte da un systema ERP (iniziamo dalla preistoria :mrgreen: ) e rese interole-playerretabili quasi in maniera univoca.
Purtroppo questo tipo di informazioni, come le notizie, sono difficilmente "rendibili in maniera univoca" e subiscono fortissime influenza dai media. E' una cosa normale, in fondo ognuno vedo il mondo con i propri occhi e come tale, la visione che ne da agli altri, è distorta dalle proprie percezioni.

In fondo nessuno è in grado di spiegare Matrix agli altri... :mrgreen:

Ma così rischi di cadere in un solipsismo irrisolvibile. Come se ognuno di noi fosse una monade che può avere solo uno, il proprio, punto di vista. Sarebbe un mondo costituito da micro-celle in fin dei conti incomunicabili fra di loro. Pensi sia questa la realtà' Io no.
Dicevo solo che i dati di fatto di per sè non dicono nulla, vanno interole-playerretati (informazioni) e dall'interole-playerretazione può nascere il giàdizio (conoscenza) e quindi le decisioni umane. Solo che quando si hanno mille interole-playerretazioni diverse dello stesso fatto, e quando per di più anzichè arrivarti l'informazione, ti arriva già il giàdizio pre-confezionato, diventa più difficile essere certi di avere una vera conoscenza.

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Prendendo spunto, invece, dal tuo riferimento agli ERP, sarebbe molto interessante aprire una discussione sui systemi informativi aziendali.
Per ora mi limito a dire che anche qui i dati vengono interole-playerretati e in base al chiamiamolo "codice" di interole-playerretazione, possiamo avere risultati (informazioni e conoscenza) diversa.
Ed è proprio ciò che fa la business intelligence, ed in particolar modo il data mining, che in questi anni vanno tanto di moda...

...sempre sul discorso dei systemi informativi, se ci pensi il principio che vale per la conoscenza umana, è identico anche per la conoscenza aziendale: si parte da dei dati, che di per se stessi non dicono nulla, vanno interole-playerretati.
In base all'interole-playerretazione (ossia alla DOMANDA che rivolgi ai dati, o al systema) tu ottieni informazioni e quindi conoscenza diversa. Proprio da ciò nasce l'esigenza del data mining: trovare nuove domande e quindi nuove relazioni fra i dati, per avere nuova conoscenza. Una conoscenza che l'essere umano, ponendo sempre le stesse domande al systema, non poteva ottenere. 😛

Ma così rischi di cadere in un solipsismo irrisolvibile. Come se ognuno di noi fosse una monade che può avere solo uno, il proprio, punto di vista. Sarebbe un mondo costituito da micro-celle in fin dei conti incomunicabili fra di loro. Pensi sia questa la realtà' Io no.

Diciamo che il tentativo dei media è proprio di distruggere questa struttura a comparti stagni che però tende a essere parte integrante del genere umano. Non arrivo a parlare di singola persona, però diciamo che il mondo è costituito da micro celle che "tentano" di comunicare tra di loro. Questa comunicazione però è falsata dallo stesso concetto di interole-playerretazione. Infatti...

Dicevo solo che i dati di fatto di per sè non dicono nulla, vanno interole-playerretati (informazioni) e dall'interole-playerretazione può nascere il giàdizio (conoscenza) e quindi le decisioni umane. Solo che quando si hanno mille interole-playerretazioni diverse dello stesso fatto, e quando per di più anzichè arrivarti l'informazione, ti arriva già il giàdizio pre-confezionato, diventa più difficile essere certi di avere una vera conoscenza.

...se un individio tenta di dare una interole-playerretazione di un dato, già di per se, falsifica quel dato. L'informazione perfetta è quella che rimane uguale agli occhi di tutti. Perciò è quasi impossibile trovarla.

Prendendo spunto, invece, dal tuo riferimento agli ERP, sarebbe molto interessante aprire una discussione sui systemi informativi aziendali.
Per ora mi limito a dire che anche qui i dati vengono interole-playerretati e in base al chiamiamolo "codice" di interole-playerretazione, possiamo avere risultati (informazioni e conoscenza) diversa.
Ed è proprio ciò che fa la business intelligence, ed in particolar modo il data mining, che in questi anni vanno tanto di moda...

Teoricamente parlando i risultati, in quanto numeri, sono gli stessi. Le informazioni e di conseguenza le conoscenze che uno ne ricava sono differenti.
Dobbiamo discernere tra dati, informazioni e conoscenze, ma penso che il discorso risulterebbe tremendamente tedioso. 😉

Prendendo spunto, invece, dal tuo riferimento agli ERP, sarebbe molto interessante aprire una discussione sui systemi informativi aziendali.
Per ora mi limito a dire che anche qui i dati vengono interole-playerretati e in base al chiamiamolo "codice" di interole-playerretazione, possiamo avere risultati (informazioni e conoscenza) diversa.
Ed è proprio ciò che fa la business intelligence, ed in particolar modo il data mining, che in questi anni vanno tanto di moda...

Teoricamente parlando i risultati, in quanto numeri, sono gli stessi. Le informazioni e di conseguenza le conoscenze che uno ne ricava sono differenti.
Dobbiamo discernere tra dati, informazioni e conoscenze, ma penso che il discorso risulterebbe tremendamente tedioso. 😉

No, non è tedioso (beh, almeno per me :)) ed è anzi il presupposto indispensabile per poter parlare a senso di queste cose. Come tu dici, un conto sono i dati, cosa diversa le informazioni, e quindi la conoscenza. All'azienda i dati puri e semplici non servono a nulla. Non a caso il senso della BI è quello di interole-playerretare i dati a servizio delle decisioni aziendali. Se non fai il passaggio di interole-playerretare i dati, non hai conoscenza.
Un esempio semplicissimo: sapere che 100 persone hanno acquistato un dato prodotto in un certo periodo di tempo, è una conoscenza che ognuno, interrogando il db può avere (e già questa interrogazione è un'interole-playerretazione). Però sapere che tipo di relazioni ci possono essere fra questi clienti, e fra questi e i clienti che hanno acquistato un prodotto diverso o un servizio diverso, è una conoscenza che si può ottenere solo rivolgendo opportune interrogazioni al systema e quindi interole-playerretando i dati.
Il sw ci consente di trovare relazioni fra di dati che per noi non erano evidenti. Bene, le relazioni fra i dati sono già una forma d'interole-playerretazione. Tu sai quanto possano essere varie queste relazioni, quindi quante e diverse interole-playerretazioni si possono avere.
Anzi, ad essere precisa, le relazioni fra i dati ancora non sono interole-playerretazioni, nè conoscenza. Le relazioni fra i dati vanno interole-playerretate.

Vabbè, non ho aggiànto nulla di nuovo... mi sa che ho bisogno di riflettere... 🙄

...se un individio tenta di dare una interole-playerretazione di un dato, già di per se, falsifica quel dato. L'informazione perfetta è quella che rimane uguale agli occhi di tutti. Perciò è quasi impossibile trovarla.

Beh, posso cazziarti' 😛 Non puoi neanche ipotizzare che esista una sorta di "informazione perfetta", poichè stiamo parlando sempre di esseri umani. Come può un essere umano avere un'informazione "perfetta"'' E' una contraddizione in termini. E' come dire che potrebbe avere una conoscenza "perfetta". La perfezione non appartiene all'essenza umana (per quanto sia una comune ispirazione).

Tuttavia, si può pensare di arrivare ad un'interole-playerretazione o ad una conoscenza ampiamente condivisa. Tipo quella che il sole sorge ogni giorno. O tipo quella che noi siamo mortali, perchè - di fatto - fino ad ora ogni essere umano è morto. Questa è una conoscenza condivisa, che potrebbe avvicinarsi molto alla verità.

Altra cosa: come puoi dire che l'interole-playerretazione falsifica il dato' Il dato è un dato. Punto. Il dato non dà conoscenza. Va interole-playerretato. Il dato non ha in sè una sua verità. O sì'
Prendi il classico esempio (che modificherò perchè non lo ricordo bene) di una donna che esce di casa e va a fare la spesa.
Il fisico direbbe: avanza un passo dopo l'altro in relazione al suo peso e alla forza di attrazione gravitazionale. Si muove in moto... (bla bla bla).
Il giornalista direbbe: la donna è uscita di casa per fare la spesa.
Lo psicologo: ha deciso di fare la spesa per rispondere a un disagio interiore, un'insoddisfazione che cercherà di colmare con beni materiali.
L'economista: il cliente in questione, spinto da bisogni creati dal marketing, si accinge ad aprire un processo d'acquisto.
Il marito: quella scema va a fare la spesa per farsi vedere dal macellaio.

Qual'è la verità di questo dato di fatto' Puoi affermare con certezza che tutte queste, in quanto interole-playerretazioni, siano sbagliate' (beh, a parte l'ultima, naturalmente :mrgreen: )

...se un individio tenta di dare una interole-playerretazione di un dato, già di per se, falsifica quel dato. L'informazione perfetta è quella che rimane uguale agli occhi di tutti. Perciò è quasi impossibile trovarla.

Beh, posso cazziarti' 😛 Non puoi neanche ipotizzare che esista una sorta di "informazione perfetta", poichè stiamo parlando sempre di esseri umani. Come può un essere umano avere un'informazione "perfetta"'' E' una contraddizione in termini. E' come dire che potrebbe avere una conoscenza "perfetta". La perfezione non appartiene all'essenza umana (per quanto sia una comune ispirazione).

Economicamente parlando, una informazione perfetta è quella che rende al 99% delle persone che ce l'hanno, la stessa conoscenza. Difatti è quasi impossibile trovarla. Ma non del tutto. Si pensi ad un direttore di produzione che deve calcolare cosa è più conveniente, se produrre col macchinario A o B. Nel 99% dei casi, se i suoi calcoli sono esatti, darà al Direttore Generale una informazione perfetta. Il punto semmai è che dato il continuo mutamento delle cose, l'informazione perfetta dura per un periodo brevissimo.

Altra cosa: come puoi dire che l'interole-playerretazione falsifica il dato' Il dato è un dato. Punto. Il dato non dà conoscenza. Va interole-playerretato. Il dato non ha in sè una sua verità. O sì'

Allora ti faccio un esempio. Quante volte anche qui in chat, non riuscendo ad avere una faccia a faccia "vecchia maniera", si capisse male quello che diciamo' E' successo più volte. Quante volte uno scrive una cosa e se io capisco che scherza, tu dai una interole-playerretazione diversa, credi che dica sul serio' Eppure le parole che leggiamo sono le stesse. Quindi i dati sono identici. Ma la mia esperienza, essendo diversa dalla tua, ed essendo le mie conoscenze diverse dalle tue, mi fanno dare una interole-playerretazione diversa. Risultato: se Keanu prende in giro Morole-playerheus, tu vai dal Morole-playerh a dirgli che Keanu l'ha insultato e io ci vado a dirgli che lo ha semplicemente preso in giro. Risultato: stessi dati, due informazioni COMPLETAMENTE diverse. Per non parlare del fatto che Keanu è morto comunque e io e te siamo due spioni!! :mrgreen:

Prendi il classico esempio (che modificherò perchè non lo ricordo bene) di una donna che esce di casa e va a fare la spesa.
Il fisico direbbe: avanza un passo dopo l'altro in relazione al suo peso e alla forza di attrazione gravitazionale. Si muove in moto... (bla bla bla).
Il giornalista direbbe: la donna è uscita di casa per fare la spesa.
Lo psicologo: ha deciso di fare la spesa per rispondere a un disagio interiore, un'insoddisfazione che cercherà di colmare con beni materiali.
L'economista: il cliente in questione, spinto da bisogni creati dal marketing, si accinge ad aprire un processo d'acquisto.
Il marito: quella scema va a fare la spesa per farsi vedere dal macellaio.

Non conoscevo l'esempio che hai fatto. Devi darmi qualche lezione di filosofia perchè mi interessa il concetto che esprime (l'esempio).

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