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La pena di morte: Saddam Hussein
Cita da Wulfgar su 4 Gennaio 2007, 21:49erano le truppe americane o le truppe irachene ad invadere l'iran'
la carne mandata al macello era ovviamente irachena, ma l'intelligence che gestiva le operazioni e dettava ordini dall'alto era americana come molti dei mezzi, le armi e la tecnologia.
l'onu non ha autorizzato quella che è una reazione, se non ci fosse stata l'azione non ci sarebbe stata neanche la reazione.
Qual'è stata l'azione dell'iraq'
Chissà perchè questa "azione" non è stata giàdicata dall'ONU come motivo valido per dare il via alla guerra....Il popolo iracheno o una parte di esso', c'è stata una proclamazione pronunciata dal governo iracheno'
Sì, prima della guerra il governo iracheno dichiarò di non gradire la guerra con l'america.
erano le truppe americane o le truppe irachene ad invadere l'iran'
la carne mandata al macello era ovviamente irachena, ma l'intelligence che gestiva le operazioni e dettava ordini dall'alto era americana come molti dei mezzi, le armi e la tecnologia.
l'onu non ha autorizzato quella che è una reazione, se non ci fosse stata l'azione non ci sarebbe stata neanche la reazione.
Qual'è stata l'azione dell'iraq'
Chissà perchè questa "azione" non è stata giàdicata dall'ONU come motivo valido per dare il via alla guerra....
Il popolo iracheno o una parte di esso', c'è stata una proclamazione pronunciata dal governo iracheno'
Sì, prima della guerra il governo iracheno dichiarò di non gradire la guerra con l'america.
Cita da Adam_Burton su 4 Gennaio 2007, 22:06Sì, prima della guerra il governo iracheno dichiarò di non gradire la guerra con l'america.
quindi quando ancora il popolo iracheno era sostanzialmente Saddam......
la carne mandata al macello era ovviamente irachena, ma l'intelligence che gestiva le operazioni e dettava ordini dall'alto era americana come molti dei mezzi, le armi e la tecnologia.
erano le truppe irachene ad invadere il Kuwait'
immagino che pure li la tecnologia e l'intelligence fosse americana, ma chi ha preso la decisione di compiere l'azione in entrambi i casi'
Qual'è stata l'azione dell'iraq'
Chissà perchè questa "azione" non è stata giàdicata dall'ONU come motivo valido per dare il via alla guerra....Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano l'Iraq a causa della questione delle ispezioni agli armamenti, se saddam pur non avendo armi di distruzione di massa , essendo sotto embargo, si diverte a prendere ingiro l'onu e i suoi ispettori che tanto non possono reagire che si fa'''
Oggi sappiamo che le armi non cerano, ma il problema è chi ha fornito quell'intelligence'
Se oggi i servizi segreti italiani ti venissero a dire che la francia ha pronta un bomba atomica da fare saltare in territorio italiano, e l'italia richiede che degli ispettori verifichino la cosa e i francesi portano gli ispettori a fare il giro del louvre e della senna , che si fà'' lasciamo ignorata la segnalazione'e guarda che non sto dicendo che l'attacco americano senza legita dell'onu sia stato giàsto, ma che se ci fosse stata la volontà da parte di saddam di non provocare l'attacco, non ci sarebbe stato nessun attacco, bisogna essere in due per queste cose...
Sì, prima della guerra il governo iracheno dichiarò di non gradire la guerra con l'america.
quindi quando ancora il popolo iracheno era sostanzialmente Saddam......
la carne mandata al macello era ovviamente irachena, ma l'intelligence che gestiva le operazioni e dettava ordini dall'alto era americana come molti dei mezzi, le armi e la tecnologia.
erano le truppe irachene ad invadere il Kuwait'
immagino che pure li la tecnologia e l'intelligence fosse americana, ma chi ha preso la decisione di compiere l'azione in entrambi i casi'
Qual'è stata l'azione dell'iraq'
Chissà perchè questa "azione" non è stata giàdicata dall'ONU come motivo valido per dare il via alla guerra....
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano l'Iraq a causa della questione delle ispezioni agli armamenti, se saddam pur non avendo armi di distruzione di massa , essendo sotto embargo, si diverte a prendere ingiro l'onu e i suoi ispettori che tanto non possono reagire che si fa'''
Oggi sappiamo che le armi non cerano, ma il problema è chi ha fornito quell'intelligence'
Se oggi i servizi segreti italiani ti venissero a dire che la francia ha pronta un bomba atomica da fare saltare in territorio italiano, e l'italia richiede che degli ispettori verifichino la cosa e i francesi portano gli ispettori a fare il giro del louvre e della senna , che si fà'' lasciamo ignorata la segnalazione'
e guarda che non sto dicendo che l'attacco americano senza legita dell'onu sia stato giàsto, ma che se ci fosse stata la volontà da parte di saddam di non provocare l'attacco, non ci sarebbe stato nessun attacco, bisogna essere in due per queste cose...
Cita da bongo su 4 Gennaio 2007, 22:42e guarda che non sto dicendo che l'attacco americano senza legita dell'onu sia stato giàsto, ma che se ci fosse stata la volontà da parte di saddam di non provocare l'attacco, non ci sarebbe stato nessun attacco, bisogna essere in due per queste cose...
Ma pensa te mo è colpa di Saddam..che forse forse gli piaceva di essere bombardato. La guerra in Iraq è COSTRUITA SU UN CUMULO DI MENZOGNE. Giusta o sbagliata, rimane una violazione palese E VOLONTARIA del diritto internazionale. Un giorno, Blair e Bush dovranno essere chiamati a rispondere del genocidio iracheno (mezzo milione di morti).
Oggi, in Iraq, si sta MOLTO MA MOLTO peggio che quando c'era Saddam. Solo che adesso il petrolio se lo fregano gli americani.
Per inciso, Israele sono decenni che non rispetta le direttive ONU e tiene l'atomica. Perchè non hanno invaso Israele' Perchè non l'Arabia Saudita (stato dittatoriale)' Queste sono domande che vi ponete o prendete per buona la versione di Emilio Fede'
e guarda che non sto dicendo che l'attacco americano senza legita dell'onu sia stato giàsto, ma che se ci fosse stata la volontà da parte di saddam di non provocare l'attacco, non ci sarebbe stato nessun attacco, bisogna essere in due per queste cose...
Ma pensa te mo è colpa di Saddam..che forse forse gli piaceva di essere bombardato. La guerra in Iraq è COSTRUITA SU UN CUMULO DI MENZOGNE. Giusta o sbagliata, rimane una violazione palese E VOLONTARIA del diritto internazionale. Un giorno, Blair e Bush dovranno essere chiamati a rispondere del genocidio iracheno (mezzo milione di morti).
Oggi, in Iraq, si sta MOLTO MA MOLTO peggio che quando c'era Saddam. Solo che adesso il petrolio se lo fregano gli americani.
Per inciso, Israele sono decenni che non rispetta le direttive ONU e tiene l'atomica. Perchè non hanno invaso Israele' Perchè non l'Arabia Saudita (stato dittatoriale)' Queste sono domande che vi ponete o prendete per buona la versione di Emilio Fede'
Cita da Utente cancellato su 5 Gennaio 2007, 3:27La pena di morte è sbagliata è vero ma in questo caso no.
fantastica questa frase!
Ma c'è un numero prociso di morti da superare per poter essere condannati a morte'Se si qual'è'1, 100, 1000'
O esiste un qualche altro tipo di criterio per poter decidere'
Per esempio il criterio che permette a te di affermare con sicurezza incontrovertibile che un uomo merita la morte per mano di un altro uomo qual'è'Wulf non ti offendere ma, come vacanza, prenditi una settimana e passala in Iraq. Adesso però.
Capirai la frase che citai in precedenza "parlate bene voi che quando uscite di casa avete anche la sicurezza di ritornarci". Gira per le strade vedi in che condizione vivono e quando ti svegli la mattina sono curiosa di sapere quale sia il tuo primo pensiero. Purtroppo molte persone non sono qui a raccontarlo e non hanno avuto la possibilità di dire la loro perchè sono state massacrate.
Se c'è un'assassino che vuole uccidere te i tuoi famigliari ed i tuoi amici e così anche il popolo italiano, chissà cosa penseresti a quel punto.
La pena di morte è sbagliata è vero ma in questo caso no.
fantastica questa frase!
Ma c'è un numero prociso di morti da superare per poter essere condannati a morte'Se si qual'è'1, 100, 1000'
O esiste un qualche altro tipo di criterio per poter decidere'
Per esempio il criterio che permette a te di affermare con sicurezza incontrovertibile che un uomo merita la morte per mano di un altro uomo qual'è'
Wulf non ti offendere ma, come vacanza, prenditi una settimana e passala in Iraq. Adesso però.
Capirai la frase che citai in precedenza "parlate bene voi che quando uscite di casa avete anche la sicurezza di ritornarci". Gira per le strade vedi in che condizione vivono e quando ti svegli la mattina sono curiosa di sapere quale sia il tuo primo pensiero. Purtroppo molte persone non sono qui a raccontarlo e non hanno avuto la possibilità di dire la loro perchè sono state massacrate.
Se c'è un'assassino che vuole uccidere te i tuoi famigliari ed i tuoi amici e così anche il popolo italiano, chissà cosa penseresti a quel punto.
Cita da bongo su 5 Gennaio 2007, 10:35Wulf non ti offendere ma, come vacanza, prenditi una settimana e passala in Iraq. Adesso però.
Capirai la frase che citai in precedenza "parlate bene voi che quando uscite di casa avete anche la sicurezza di ritornarci". Gira per le strade vedi in che condizione vivono e quando ti svegli la mattina sono curiosa di sapere quale sia il tuo primo pensiero. Purtroppo molte persone non sono qui a raccontarlo e non hanno avuto la possibilità di dire la loro perchè sono state massacrate.
Se c'è un'assassino che vuole uccidere te i tuoi famigliari ed i tuoi amici e così anche il popolo italiano, chissà cosa penseresti a quel punto.
Guarda insistendo su questo punto non fai che offendere la tua stessa intelligenza. Sei tu forse stata in Iraq' No! Sei forse stata nei campi di concentramento nazisti' NO!
Il fatto che noi si viva in occidente non mi impedisce di attribuire l'attuale stato delle cose in Iraq alla barbara invasione Americana. Non a me nè a milioni di persone che scesero in piazza per protestare.
Se un assassino uccide la mia famiglia, non sono io chiamato a giàdicarlo (il mio giàdizio sarebbe offuscato dall'odio) ma un giàdice terzo, imparziale. Ciò che per Saddam NON E' AVVENUTO.
Wulf non ti offendere ma, come vacanza, prenditi una settimana e passala in Iraq. Adesso però.
Capirai la frase che citai in precedenza "parlate bene voi che quando uscite di casa avete anche la sicurezza di ritornarci". Gira per le strade vedi in che condizione vivono e quando ti svegli la mattina sono curiosa di sapere quale sia il tuo primo pensiero. Purtroppo molte persone non sono qui a raccontarlo e non hanno avuto la possibilità di dire la loro perchè sono state massacrate.
Se c'è un'assassino che vuole uccidere te i tuoi famigliari ed i tuoi amici e così anche il popolo italiano, chissà cosa penseresti a quel punto.
Guarda insistendo su questo punto non fai che offendere la tua stessa intelligenza. Sei tu forse stata in Iraq' No! Sei forse stata nei campi di concentramento nazisti' NO!
Il fatto che noi si viva in occidente non mi impedisce di attribuire l'attuale stato delle cose in Iraq alla barbara invasione Americana. Non a me nè a milioni di persone che scesero in piazza per protestare.
Se un assassino uccide la mia famiglia, non sono io chiamato a giàdicarlo (il mio giàdizio sarebbe offuscato dall'odio) ma un giàdice terzo, imparziale. Ciò che per Saddam NON E' AVVENUTO.
Cita da hard1 su 5 Gennaio 2007, 10:54Se un assassino uccide la mia famiglia, non sono io chiamato a giàdicarlo (il mio giàdizio sarebbe offuscato dall'odio) ma un giàdice terzo, imparziale. Ciò che per Saddam NON E' AVVENUTO.
Cosa stai dicendo' Che il giàdice non era imparziale' O che se fosse stato imparziale non avrebbe condannato a morte Saddam (dato che vige questa legge) o che non gli avrebbe dato qualcosa come 600 ergastoli' Essere contro la pena di morte mi sta bene. Ma Saddam in QUALSIASI processo avrebbe preso la pena di morte (se vige) o l'ergastolo. Ti ricordo che è un genocida, non ha rubato caramelle a casa mia Bongo...
Se un assassino uccide la mia famiglia, non sono io chiamato a giàdicarlo (il mio giàdizio sarebbe offuscato dall'odio) ma un giàdice terzo, imparziale. Ciò che per Saddam NON E' AVVENUTO.
Cosa stai dicendo' Che il giàdice non era imparziale' O che se fosse stato imparziale non avrebbe condannato a morte Saddam (dato che vige questa legge) o che non gli avrebbe dato qualcosa come 600 ergastoli' Essere contro la pena di morte mi sta bene. Ma Saddam in QUALSIASI processo avrebbe preso la pena di morte (se vige) o l'ergastolo. Ti ricordo che è un genocida, non ha rubato caramelle a casa mia Bongo...
Cita da Wulfgar su 5 Gennaio 2007, 11:25Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano l'Iraq a causa della questione delle ispezioni agli armamenti, se saddam pur non avendo armi di distruzione di massa , essendo sotto embargo, si diverte a prendere ingiro l'onu e i suoi ispettori che tanto non possono reagire che si fa'''
Oggi sappiamo che le armi non cerano, ma il problema è chi ha fornito quell'intelligence'
Se oggi i servizi segreti italiani ti venissero a dire che la francia ha pronta un bomba atomica da fare saltare in territorio italiano, e l'italia richiede che degli ispettori verifichino la cosa e i francesi portano gli ispettori a fare il giro del louvre e della senna , che si fà'' lasciamo ignorata la segnalazione'No fammi capire, se ti segnalano che un paese ha armi di distruzione di massa si deve bombardare'Prima si bombarda e poi si cercano le armi'
E fa niente se si dimostra che il rapporto dell'intelligence era un cumulo di menzogne fatto scrivere dagli stessi che poi hanno dato il via alle ostilità...E adam, guarda che pigli un granchio con la storia degli ispettori perchè si da il caso che gli ispettori ONU in Iraq hanno sempre detto di aver ottenuto una buona collaborazione da parte del governo iracheno, tant'è che gli ispettori sono stati cacciati dagli americani stessi ancor prima che avessero finito il loro lavoro, gli han detto "Andatevene, noi si bombarda, non ci interessa più la vostra opinione".Ed è ovvio che gli USA hanno interrotto il lavoro degli ispettori, perchè fino a quel momento l'opinione degli ispettori andava nella direzione opposta rispetto alla guerra.
E non dire che è come se gli han portati a visitare la Senna perchè se ti ricordi bene fecero dei controlli a sorole-playerresa, senza problemi, visitarono i siti che secondo le foto degli americani erano fabbriche di chissà quali sostanze e ci trovarono le aspirine.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano l'Iraq a causa della questione delle ispezioni agli armamenti, se saddam pur non avendo armi di distruzione di massa , essendo sotto embargo, si diverte a prendere ingiro l'onu e i suoi ispettori che tanto non possono reagire che si fa'''
Oggi sappiamo che le armi non cerano, ma il problema è chi ha fornito quell'intelligence'
Se oggi i servizi segreti italiani ti venissero a dire che la francia ha pronta un bomba atomica da fare saltare in territorio italiano, e l'italia richiede che degli ispettori verifichino la cosa e i francesi portano gli ispettori a fare il giro del louvre e della senna , che si fà'' lasciamo ignorata la segnalazione'
No fammi capire, se ti segnalano che un paese ha armi di distruzione di massa si deve bombardare'Prima si bombarda e poi si cercano le armi'
E fa niente se si dimostra che il rapporto dell'intelligence era un cumulo di menzogne fatto scrivere dagli stessi che poi hanno dato il via alle ostilità...
E adam, guarda che pigli un granchio con la storia degli ispettori perchè si da il caso che gli ispettori ONU in Iraq hanno sempre detto di aver ottenuto una buona collaborazione da parte del governo iracheno, tant'è che gli ispettori sono stati cacciati dagli americani stessi ancor prima che avessero finito il loro lavoro, gli han detto "Andatevene, noi si bombarda, non ci interessa più la vostra opinione".Ed è ovvio che gli USA hanno interrotto il lavoro degli ispettori, perchè fino a quel momento l'opinione degli ispettori andava nella direzione opposta rispetto alla guerra.
E non dire che è come se gli han portati a visitare la Senna perchè se ti ricordi bene fecero dei controlli a sorole-playerresa, senza problemi, visitarono i siti che secondo le foto degli americani erano fabbriche di chissà quali sostanze e ci trovarono le aspirine.
Cita da Adam_Burton su 5 Gennaio 2007, 13:47E adam, guarda che pigli un granchio con la storia degli ispettori perchè si da il caso che gli ispettori ONU in Iraq hanno sempre detto di aver ottenuto una buona collaborazione da parte del governo iracheno
Fonte: www.repubblica.it
Blix ha detto che "l'Iraq coopera piuttosto bene con gli ispettori sul disarmo nel dare accesso ai siti sospetti", ma ha aggiànto che il regime di Saddam non collabora nella sostanza perché il rapporto presentato nello scorso dicembre, nel quale dovevano essere elencate tutte le armi proibite, è palesemente incompleto. Così dal capo degli esperti dell'Onu è arrivata una lunga lista di interrogativi ai quali Saddam non ha finora risposto. Accompagnata da un nuovo, pressante invito a "dichiarare e distruggere le armi di distruzione di massa".
ARMI CHIMICHE. Blix ha detto che l'Iraq non ha fornito elementi per appurare che fine abbiano fatto 6.500 bombe chimiche. Nel dettaglio il capo degli ispettori ha spiegato che Bagdad ha prodotto una quantità di antrace maggiore di quanto dichiarato alle Nazioni Unite e che le prove della sua distruzione non sono convincenti. Se a ciò si sommano le risposte insufficienti fornite dal governo iracheno sulle scorte di gas nervino Vx, e il ritrovamento in un sito di una quantità da laboratorio di thiodiglycol, un precursore del gas mostarda (iprite), ecco che il quadro si fa preoccupante: "Le 12 testate chimiche ritrovate giorni fa - dice Blix - potrebbero essere la punta di un iceberg".MISSILI. Il lavoro degli ispettori ha dimostrato che missili scud sono stati importati illegalmente, aggirando l'embargo, e che la gittata di molti di questi è "oltre i limiti". Importati illegalmente anche 300 motori che potrebbero essere usati per i missili Al Samoud-2.
DOCUMENTI. Le migliaia di pagine di documenti trovate in casa di uno scienziato, in parte dedicati alle ricerche sull'uranio arricchito, potrebbero non essere le sole. La preoccupazione è che Baghdad abbia nascosto celati molti altri incartamenti. Secondo Blix l'Iraq potrebbero avere occultato documenti anche in case private.
NUCLEARE. Su questo punto è il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica Mohamed el Baradei a dire che "non ci sono prove" di attività nucleari in Iraq. E' lo stesso capo dell'Aiea a segnalare la "violazione" della risoluzione 687 con l'acquisto da parte dell'Iraq di tubi di alluminio per un possibile doppio uso. Anche in questo caso, però, non si tratta di materiale che può essere usato nel processo di fabbricazione di armi atomiche.
Blix non ha chiesto esplicitamente al consiglio una "proroga" per le ispezioni. Ma prima ancora delle audizioni al consiglio di sicurezza ne aveva parlato il segretario generale dell'Onu Kofi Annan e poi, di fatto, è stato el Baradei a chiedere il "sostegno inequivoco e unito" al processo dei controlli in Iraq per raggiàngere "una soluzione pacifica". Visto che - è sempre l'alto funzionario a parlare - "le ispezioni prendono tempo ma sono un prezioso investimento per la pace".
(27 gennaio 2003)
UNA RELAZIONE PIU DURA DEL PREVISTO
Il rapporto allOnu «Saddam collabora ma solo nella forma»
Restano interrogativi sul gas nervino, lantrace, le testate chimiche e i missili. Quasi unassoluzione sul nucleare. Occorrerà altro tempo28/1/2003
dal corrispondente a NEW YORK
«L'Iraq non ha accettato il disarmo richiesto in maniera genuina». E' questo il giàdizio di Hans Blix, capo degli ispettori Onu, maturato al termine di due mesi di controlli allinterno dellIraq. Il testo letto in meno di 30 minuti di fronte ai quindici ambasciatori del Consiglio di Sicurezza dà atto a Baghdad di aver «collaborato piuttosto bene» consentendo l'accesso illimitato a quasi trecento siti sospetti, ma «nella sostanza» le raccomandazioni della risoluzione 1441 sono state largamente disattese. La principale obiezione rivolta all'Iraq è quella di aver consegnato il 7 dicembre scorso una «dichiarazione sulle armi» che se da un lato «ripresenta materiali già noti» dall'altra non risponde all'interrogativo sulla sorte del gas nervino, di 8500 litri di antrace e di 6500 bombe chimiche risalenti a prima della guerra del Golfo del 1991. Si tratta di armi di distruzione di massa di cui l'Onu lamentò la scomparsa già nel rapporto del 1999. «In assenza di prove sulla loro distruzione dobbiamo presumere che queste armi mancano all'appello», dice Blix, sollevando il sospetto che le testate chimiche vuote da 122 millimetri trovate casualmente a Sud-Est di Baghdad siano «la punta di un iceberg». Altri due ritrovamenti contribuiscono ai sospetti degli ispettori: «Tremila pagine sull'arricchimento dell'uranio rinvenute nella casa di uno scienziato» e «un documento dell'aviazione militare in cui si parla di seimila razzi chimici» incluso all'interno della dichiarazione del 7 dicembre. Per quanto riguarda i missili, Blix afferma che gli ispettori hanno trovato l'Iraq in violazione delle risoluzioni post-1991 nelle quali gli si consentiva soltanto il possesso di vettori con gittata massima di 150 chilometri: «A disposizione delle forze armate vi sono oggi l'Al Samud II e l'Al Fatam, già sottoposti a test per gittate di 183 km e 161 km» grazie a particolari poligoni balistici che lasciano sospettare la volontà di raggiàngere «potenzialità di raggio ben maggiore». In partico¿m. mo.
Fonte: www.lastampa.it del 28/1/03
KOFI ANNAN CHIEDE UNA «PROROGA RAGIONEVOLE» DEI CONTROLLI
«Gli ispettori avrebbero bisogno di trecento anni»
Bush e Powell: il tempo sta davvero scadendo28/1/2003
NEW YORK
«Il tempo a disposizione dell'Iraq per il disarmo pacifico sta rapidamente scadendo». Gli Stati Uniti hanno letto nel rapporto degli ispettori al Consiglio di Sicurezza la conferma delle loro accuse a Saddam, come dimostrano queste parole del capo della diplomazia Colin Powell. Ora Washington si consulterà con gli inviati dell'Onu e gli alleati, tra cui il capo del governo italiano Berlusconi atteso a giorni nella capitale, e nel giro di una settimana farà sapere quali passi vuole compiere. Il segretario di Stato, però, ha lasciato capire che il momento delle «serie conseguenze» si sta avvicinando, e ha reagito con poco entusiasmo anche alla proposta tedesca di ascoltare un nuovo rapporto il 14 febbraio. La prima risposta americana al rapporto l'ha offerta l'ambasciatore all'Onu Negroponte, dando subito il tono delle reazioni: «Non abbiamo sentito nulla che ci dia speranza sulla volontà dell'Iraq di disarmare. Non stanno cooperando in maniera incondizionata. Nei prossimi giorni il Consiglio di Sicurezza e i governi membri dovranno affrontare le loro responsabilità». Il collega britannico Greenstock ha ripreso il commento del suo ministro degli Esteri Straw, secondo cui «le ispezioni stanno diventanto una charade. Il tempo è quasi scaduto, e se l'Iraq continuerà a non collaborare, subirà serie conseguenze». Poi, però, l'ambasciatore di Londra al Palazzo di Vetro ha detto che il suo governo è favorevole alla proposta di Berlino, che dal primo febbraio assumerà la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza. La Germania, che condivide con la Francia, la Russia, la Cina e il Canada il desiderio di dare agli ispettori più tempo, vuole fissare un nuovo rapporto di Hans Blix e Mohamed el Baradei per il 14 febbraio. Anche il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha sostenuto la prosecuzione dei controlli: «Non diciamo di estenderli all'infinito, ma di dare un tempo ragionevole per completarli, e penso che il Consiglio accetterà». La data del 14 febbraio, però, potrebb¿Paolo Mastrolilli
Fonte: www.lastampa.it del 28/1/03Ok allora facciamo così, ognuno di noi filtra le informazioni ricevute secondo il suo pensiero di base, ma non venirmi a dire che Saddam ha collaborato, perchè nemmeno Blix lo ha detto.
Poi sul fatto che si poteva dare piu tempo agli ispettori e che l'intervento è stato affrettato e inappropriato possiamo discutere, ma non venirmi a dire che la collaborazione c'è stata.
No fammi capire, se ti segnalano che un paese ha armi di distruzione di massa si deve bombardare'Prima si bombarda e poi si cercano le armi'
E fa niente se si dimostra che il rapporto dell'intelligence era un cumulo di menzogne fatto scrivere dagli stessi che poi hanno dato il via alle ostilità...Prima si cercano le armi se ce collaborazione TOTALE allora è una cosa se non ce allora è un'altra, e guarda che la certezza che le tesi delle armi di distruzione di massa non esistevano è una cosa molto piu recente, per cui la domanda è perchè non collaborare pienamente con gli ispettori'
E adam, guarda che pigli un granchio con la storia degli ispettori perchè si da il caso che gli ispettori ONU in Iraq hanno sempre detto di aver ottenuto una buona collaborazione da parte del governo iracheno
Fonte: http://www.repubblica.it
Blix ha detto che "l'Iraq coopera piuttosto bene con gli ispettori sul disarmo nel dare accesso ai siti sospetti", ma ha aggiànto che il regime di Saddam non collabora nella sostanza perché il rapporto presentato nello scorso dicembre, nel quale dovevano essere elencate tutte le armi proibite, è palesemente incompleto. Così dal capo degli esperti dell'Onu è arrivata una lunga lista di interrogativi ai quali Saddam non ha finora risposto. Accompagnata da un nuovo, pressante invito a "dichiarare e distruggere le armi di distruzione di massa".
ARMI CHIMICHE. Blix ha detto che l'Iraq non ha fornito elementi per appurare che fine abbiano fatto 6.500 bombe chimiche. Nel dettaglio il capo degli ispettori ha spiegato che Bagdad ha prodotto una quantità di antrace maggiore di quanto dichiarato alle Nazioni Unite e che le prove della sua distruzione non sono convincenti. Se a ciò si sommano le risposte insufficienti fornite dal governo iracheno sulle scorte di gas nervino Vx, e il ritrovamento in un sito di una quantità da laboratorio di thiodiglycol, un precursore del gas mostarda (iprite), ecco che il quadro si fa preoccupante: "Le 12 testate chimiche ritrovate giorni fa - dice Blix - potrebbero essere la punta di un iceberg".MISSILI. Il lavoro degli ispettori ha dimostrato che missili scud sono stati importati illegalmente, aggirando l'embargo, e che la gittata di molti di questi è "oltre i limiti". Importati illegalmente anche 300 motori che potrebbero essere usati per i missili Al Samoud-2.
DOCUMENTI. Le migliaia di pagine di documenti trovate in casa di uno scienziato, in parte dedicati alle ricerche sull'uranio arricchito, potrebbero non essere le sole. La preoccupazione è che Baghdad abbia nascosto celati molti altri incartamenti. Secondo Blix l'Iraq potrebbero avere occultato documenti anche in case private.
NUCLEARE. Su questo punto è il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica Mohamed el Baradei a dire che "non ci sono prove" di attività nucleari in Iraq. E' lo stesso capo dell'Aiea a segnalare la "violazione" della risoluzione 687 con l'acquisto da parte dell'Iraq di tubi di alluminio per un possibile doppio uso. Anche in questo caso, però, non si tratta di materiale che può essere usato nel processo di fabbricazione di armi atomiche.
Blix non ha chiesto esplicitamente al consiglio una "proroga" per le ispezioni. Ma prima ancora delle audizioni al consiglio di sicurezza ne aveva parlato il segretario generale dell'Onu Kofi Annan e poi, di fatto, è stato el Baradei a chiedere il "sostegno inequivoco e unito" al processo dei controlli in Iraq per raggiàngere "una soluzione pacifica". Visto che - è sempre l'alto funzionario a parlare - "le ispezioni prendono tempo ma sono un prezioso investimento per la pace".
(27 gennaio 2003)
UNA RELAZIONE PIU DURA DEL PREVISTO
Il rapporto allOnu «Saddam collabora ma solo nella forma»
Restano interrogativi sul gas nervino, lantrace, le testate chimiche e i missili. Quasi unassoluzione sul nucleare. Occorrerà altro tempo28/1/2003
dal corrispondente a NEW YORK
«L'Iraq non ha accettato il disarmo richiesto in maniera genuina». E' questo il giàdizio di Hans Blix, capo degli ispettori Onu, maturato al termine di due mesi di controlli allinterno dellIraq. Il testo letto in meno di 30 minuti di fronte ai quindici ambasciatori del Consiglio di Sicurezza dà atto a Baghdad di aver «collaborato piuttosto bene» consentendo l'accesso illimitato a quasi trecento siti sospetti, ma «nella sostanza» le raccomandazioni della risoluzione 1441 sono state largamente disattese. La principale obiezione rivolta all'Iraq è quella di aver consegnato il 7 dicembre scorso una «dichiarazione sulle armi» che se da un lato «ripresenta materiali già noti» dall'altra non risponde all'interrogativo sulla sorte del gas nervino, di 8500 litri di antrace e di 6500 bombe chimiche risalenti a prima della guerra del Golfo del 1991. Si tratta di armi di distruzione di massa di cui l'Onu lamentò la scomparsa già nel rapporto del 1999. «In assenza di prove sulla loro distruzione dobbiamo presumere che queste armi mancano all'appello», dice Blix, sollevando il sospetto che le testate chimiche vuote da 122 millimetri trovate casualmente a Sud-Est di Baghdad siano «la punta di un iceberg». Altri due ritrovamenti contribuiscono ai sospetti degli ispettori: «Tremila pagine sull'arricchimento dell'uranio rinvenute nella casa di uno scienziato» e «un documento dell'aviazione militare in cui si parla di seimila razzi chimici» incluso all'interno della dichiarazione del 7 dicembre. Per quanto riguarda i missili, Blix afferma che gli ispettori hanno trovato l'Iraq in violazione delle risoluzioni post-1991 nelle quali gli si consentiva soltanto il possesso di vettori con gittata massima di 150 chilometri: «A disposizione delle forze armate vi sono oggi l'Al Samud II e l'Al Fatam, già sottoposti a test per gittate di 183 km e 161 km» grazie a particolari poligoni balistici che lasciano sospettare la volontà di raggiàngere «potenzialità di raggio ben maggiore». In partico¿m. mo.
Fonte: http://www.lastampa.it del 28/1/03
KOFI ANNAN CHIEDE UNA «PROROGA RAGIONEVOLE» DEI CONTROLLI
«Gli ispettori avrebbero bisogno di trecento anni»
Bush e Powell: il tempo sta davvero scadendo28/1/2003
NEW YORK
«Il tempo a disposizione dell'Iraq per il disarmo pacifico sta rapidamente scadendo». Gli Stati Uniti hanno letto nel rapporto degli ispettori al Consiglio di Sicurezza la conferma delle loro accuse a Saddam, come dimostrano queste parole del capo della diplomazia Colin Powell. Ora Washington si consulterà con gli inviati dell'Onu e gli alleati, tra cui il capo del governo italiano Berlusconi atteso a giorni nella capitale, e nel giro di una settimana farà sapere quali passi vuole compiere. Il segretario di Stato, però, ha lasciato capire che il momento delle «serie conseguenze» si sta avvicinando, e ha reagito con poco entusiasmo anche alla proposta tedesca di ascoltare un nuovo rapporto il 14 febbraio. La prima risposta americana al rapporto l'ha offerta l'ambasciatore all'Onu Negroponte, dando subito il tono delle reazioni: «Non abbiamo sentito nulla che ci dia speranza sulla volontà dell'Iraq di disarmare. Non stanno cooperando in maniera incondizionata. Nei prossimi giorni il Consiglio di Sicurezza e i governi membri dovranno affrontare le loro responsabilità». Il collega britannico Greenstock ha ripreso il commento del suo ministro degli Esteri Straw, secondo cui «le ispezioni stanno diventanto una charade. Il tempo è quasi scaduto, e se l'Iraq continuerà a non collaborare, subirà serie conseguenze». Poi, però, l'ambasciatore di Londra al Palazzo di Vetro ha detto che il suo governo è favorevole alla proposta di Berlino, che dal primo febbraio assumerà la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza. La Germania, che condivide con la Francia, la Russia, la Cina e il Canada il desiderio di dare agli ispettori più tempo, vuole fissare un nuovo rapporto di Hans Blix e Mohamed el Baradei per il 14 febbraio. Anche il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha sostenuto la prosecuzione dei controlli: «Non diciamo di estenderli all'infinito, ma di dare un tempo ragionevole per completarli, e penso che il Consiglio accetterà». La data del 14 febbraio, però, potrebb¿Paolo Mastrolilli
Fonte: http://www.lastampa.it del 28/1/03
Ok allora facciamo così, ognuno di noi filtra le informazioni ricevute secondo il suo pensiero di base, ma non venirmi a dire che Saddam ha collaborato, perchè nemmeno Blix lo ha detto.
Poi sul fatto che si poteva dare piu tempo agli ispettori e che l'intervento è stato affrettato e inappropriato possiamo discutere, ma non venirmi a dire che la collaborazione c'è stata.
No fammi capire, se ti segnalano che un paese ha armi di distruzione di massa si deve bombardare'Prima si bombarda e poi si cercano le armi'
E fa niente se si dimostra che il rapporto dell'intelligence era un cumulo di menzogne fatto scrivere dagli stessi che poi hanno dato il via alle ostilità...
Prima si cercano le armi se ce collaborazione TOTALE allora è una cosa se non ce allora è un'altra, e guarda che la certezza che le tesi delle armi di distruzione di massa non esistevano è una cosa molto piu recente, per cui la domanda è perchè non collaborare pienamente con gli ispettori'
Cita da Adam_Burton su 5 Gennaio 2007, 14:19Per inciso, Israele sono decenni che non rispetta le direttive ONU e tiene l'atomica. Perchè non hanno invaso Israele' Perchè non l'Arabia Saudita (stato dittatoriale)' Queste sono domande che vi ponete o prendete per buona la versione di Emilio Fede'
Per inciso che ne è stato della risoluzione 1559 dell'onu che chiede proprio il disarmo delle milizie islamiche in libano, perché Hezbollah è in Libano'
se poi hai un pò di tempo e vuoi porti un pò di domande senza prenderti per buona la versione di "IO HO LA VERITA IN MANO" leggi qui, , mi raccomando leggilo tutto
Come manipolare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu
Circola in internet un documento che presenta una visione fuorviante delle prese di posizione del Consiglio di Sicurezza rispetto a Israele
marzo 2003
Si immagini di assistere a una partita a scacchi e di cercare di capire le mosse dei pezzi neri senza poter vedere i pezzi bianchi. O di assistere alla differita di una partita di calcio dalla quale siano stati tagliati i fischi dell'arbitro verso una squadra per dare l'impressione che il gioco dell'altra sia inutilmente aggressivo e scorretto. Questa più o meno è l'operazione che hanno fatto gli autori (anonimi) di un documento che ultimamente va per la maggiore su internet. Titolo: "Settantatrè risoluzioni dell'Onu di condanna a Israele". Sottotitolo (insinuante): "Nessun ispettore, nessuna guerra per farle rispettare". Segue un nudo elenco di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che "esprimono condanna all'operato di Israele", citate per numero e data e accompagnate da brevi "estratti che ne illustrano il contenuto". Insomma: un documento che parla da sè, che non ha bisogno di commenti tanto è evidente il torto di Israele.
E invece di commenti ha bisogno eccome. Per questo ci sentiamo costretti a tornare, con maggiore dettaglio, su un tema già affrontato su queste pagine (Vedi NES ott. 2002: Il falso parallelo).
Innanzitutto le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non sono tutte uguali. Vi sono quelle approvate sulla base del Capitolo 6 della Carta delle Nazioni Unite e quelle sulla base del Capitolo 7. Il Capitolo 6 si intitola "Composizione pacifica dei conflitti" e afferma (art. 33) che "le parti in causa in un conflitto ['] dovranno innanzitutto cercare una soluzione ['] con mezzi pacifici". Quando il Consiglio vota sulla base del Capitolo 6 è come se dicesse agli Stati in guerra fra loro: "Dovete negoziare per comporre il conflitto e dovete farlo sulla base delle linee che vi indico". Il Capitolo 7, invece, si intitola "Azioni in caso di minacce alla pace, violazioni della pace e atti di aggressione". Gli articoli di questo Capitolo conferiscono al Consiglio la responsabilità di individuare le minacce alla pace mondiale e gli danno facoltà di varare risoluzioni con valore esecutivo e vincolante, autorizzando la comunità internazionale a ricorrere a varie forme di coercizione per ottenere la loro applicazione, dalle sanzioni fino all'uso della forza militare. Quando il Consiglio vota sulla base del Capitolo 7 è come se dicesse a uno Stato: "Il tuo comportamento mette in pericolo la pace del mondo: o ti adegui a quanto di dico di fare o interveniamo con la forza".
Ora, come ricordava qualche mese fa anche l'Economist (10.10.02), "nessuna delle risoluzioni a proposito del conflitto arabo-israeliano è stata emanata ai sensi del Capitolo 7. Imponendo sanzioni anche militari contro l'Iraq, ma non contro Israele, l'Onu non fa che rispettare le sue stesse regole interne". E aggiàngeva: "Che le risoluzioni ai sensi del Capitolo 7 siano diverse, e che nessuna di esse sia stata approvata contro Israele, è un fatto riconosciuto dagli stessi diplomatici palestinesi", che infatti se ne lamentano. Quella irresponsabile minaccia nel titolo del documento ("nessuna guerra per farle rispettare") può essere stata scritta solo da una persona molto ignorante o in mala fede.
Vale la pena sottolineare che la distinzione fra Capitolo 6 e Capitolo 7 non è puramente formale. Essa riflette due situazioni politiche completamente diverse. In un caso, infatti, il Consiglio di Sicurezza individua nel regime iracheno e nei suoi comportamenti una minaccia alla stabiliàà e alla pace regionale e mondiale. Pertanto il Consiglio esige da quel regime comportamenti diversi, pena il ricorso alla forza. Nell'altro caso, invece, il Consiglio di Sicurezza deve promuovere la composizione di un conflitto arabo-israeliano pluri-decennale che vede coinvolte più parti, ognuna con le proprie responsabilità. Ma gli autori del documento vogliono che le responsabilità siano solo di Israele e dunque riportano, di molte risoluzione, solo la parte che si rivolge a Israele, convenientemente scordando l'altra parte, quella che si rivolge agli arabi. Appunto, come una partita truccata.
Così ad esempio, è vero - come dice il documento - che le risoluzioni 1402 e 1403 (2002) chiedevano "alle truppe israeliane di ritirarsi dalle città palestinesi". Ma chiedevano anche e contemporaneamente "l'immediata cessazione di tutti gli atti di violenza, compresi tutti gli atti di terrore, provocazione, istigazione". In sostanza il Consiglio di Sicurezza ribadiva che solo un cessate il fuoco "significativo" (meaningful, nel testo originale), cioè non a parole, unito a un ritiro israeliano dalle ultime posizioni rioccupate, avrebbe permesso la ripresa del negoziato di pace. Tacendo mezza risoluzione, gli autori del documento fanno dire al Consiglio che Israele doveva ritirarsi senza se e senza ma, mentre i palestinesi potevano continuare con spari e attentati. Giudichi il lettore se è la stessa cosa.
Allo stesso modo, è vero - come dice il documento - che la risoluzione 1435 (2002) chiedeva a Israele "la fine immediatamente delle misure prese a Ramallah e dintorni" e "il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle città palestinesi". Ma è vero anche che essa ribadiva "la richiesta di una completa cessazione di tutti gli atti di violenza, terrorismo, provocazione istigazione", e faceva "appello all'Autorità Palestinese affinchè adempia al suo esplicito impegno di garantire che i responsabili di atti terroristici vengano da essa assicurati alla giàstizia". Ma di nuovo, questa parte della risoluzione è scomparsa.
Il più delle volte il Consiglio di Sicurezza, quando chiama in causa Israele, formula anche contemporaneamente precise richieste alle controparti arabe, e ciò per la ovvia considerazione che la pace in Medio Oriente non può essere fatta da una parte soltanto. Ma questo è appunto ciò che gli autori del documento non vogliono capire (o farci capire).
Non basta. Gli autori non omettono solo pezzi di risoluzione. Omettono anche intere risoluzioni. Ad esempio, per restare nel 2002, non viene citata la 1397. Come mai' Forse perchè esprimeva "grave preoccupazione ['] per i recenti attentati", chiedeva "l'immediata cessazione di tutti gli atti di violenza, terrorismo, provocazione, istigazione" ed esortava "le parti israeliana e palestinese e i loro dirigenti a cooperare nella realizzazione del piano Tenet e del Rapporto Mitchell, allo scopo di riavviare i negoziati per una composizione politica": tutte cose che la parte palestinese, non quella israeliana, si è rifiutata di fare.
Vistosa, poi, l'assenza di una delle più importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza di tutta la storia del conflitto: la 242 del 1967. Di nuovo, come mai' Forse perchè chiedeva (agli arabi, ovviamente) la "fine di ogni stato di belligeranza" e il "riconoscimento del diritto [di Israele] di vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti, libero da minacce o atti di forza"'
Della 425 (1978) si dice che "ingiàngeva a Israele di ritirare le sue forze dal Libano". Ma non si ricorda che chiedeva anche il ripristino della pace al confine israelo-libanese e un "rigoroso rispetto della integrità territoriale, sovranità e indipendenza politica del Libano", tutte cose che truppe siriane, milizie palestinesi, agenti iraniani e terroristi Hezbollah non si sognano minimamente di fare. Nè viene riportata la Dichiarazione del 18 giàgno 2000 con cui il Consiglio di Sicurezza certificava che "Israele ha ritirato le sue forze dal Libano in conformità con la risoluzione 425".
Ancora più curioso il fatto che l'elenco delle risoluzioni viene fatto iniziare con la n. 93 del 18 maggio 1951. Eppure il conflitto arabo-israeliano scoppia almeno tre anni e mezzo prima, col rifiuto arabo della risoluzione di spartizione 181 dell'Assemblea Generale dell'Onu (29.11.47) e l'attacco degli eserciti arabi a Israele. Prima della 93 (1951) a noi risultano non meno di 21 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, tra cui quelle - ufficialmente respinte dai governi arabi - che chiedevano il cessate il fuoco e il rispetto della 181.
Non manca, invece, la risoluzione 487 del 19 giàgno 1981: quella che condannava "con forza" la distruzione del reattore nucleare iracheno di Osirak da parte dell'aviazione israeliana. Una risoluzione che, riletta oggi, basta da sola a screditare l'Onu agli occhi degli israeliani e di chiunque abbia a cuore la pace e la stabilità internazionali.
Resta da fare un'ultima considerazione, di carattere storico-politico. Tutti sanno che i paesi arabi, ripetutamente sconfitti in campo aperto, hanno fatto costantemente ricorso al terrorismo (dai feddayin degli annì50 fino agli Hezbollah degli annì80 è90) per esercitare una continua pressione militare ai confini e all'interno dello Stato di Israele. L'hanno fatto organizzando, finanziando, addestrando, capeggiando varie formazioni "guerrigliere" palestinesi, nella consapevolezza che l'Onu avrebbe dovuto per forza condannare le "violazioni" delle linee d'armistizio fatte da uno Stato (Israele), ma non avrebbe mai potuto condannare allo stesso modo le "violazioni" (infiltrazioni, attentati, stragi di civili) fatte da formazioni irregolari (i terroristi) che provocavano la reazione d'Israele. Un trucco palese, persino dichiarato, che non inganna più nessuno. Salvo i "volonterosi" autori del documento e i loro sfortunati lettori.
Per inciso, Israele sono decenni che non rispetta le direttive ONU e tiene l'atomica. Perchè non hanno invaso Israele' Perchè non l'Arabia Saudita (stato dittatoriale)' Queste sono domande che vi ponete o prendete per buona la versione di Emilio Fede'
Per inciso che ne è stato della risoluzione 1559 dell'onu che chiede proprio il disarmo delle milizie islamiche in libano, perché Hezbollah è in Libano'
se poi hai un pò di tempo e vuoi porti un pò di domande senza prenderti per buona la versione di "IO HO LA VERITA IN MANO" leggi qui, , mi raccomando leggilo tutto
Come manipolare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu
Circola in internet un documento che presenta una visione fuorviante delle prese di posizione del Consiglio di Sicurezza rispetto a Israele
marzo 2003
Si immagini di assistere a una partita a scacchi e di cercare di capire le mosse dei pezzi neri senza poter vedere i pezzi bianchi. O di assistere alla differita di una partita di calcio dalla quale siano stati tagliati i fischi dell'arbitro verso una squadra per dare l'impressione che il gioco dell'altra sia inutilmente aggressivo e scorretto. Questa più o meno è l'operazione che hanno fatto gli autori (anonimi) di un documento che ultimamente va per la maggiore su internet. Titolo: "Settantatrè risoluzioni dell'Onu di condanna a Israele". Sottotitolo (insinuante): "Nessun ispettore, nessuna guerra per farle rispettare". Segue un nudo elenco di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che "esprimono condanna all'operato di Israele", citate per numero e data e accompagnate da brevi "estratti che ne illustrano il contenuto". Insomma: un documento che parla da sè, che non ha bisogno di commenti tanto è evidente il torto di Israele.
E invece di commenti ha bisogno eccome. Per questo ci sentiamo costretti a tornare, con maggiore dettaglio, su un tema già affrontato su queste pagine (Vedi NES ott. 2002: Il falso parallelo).
Innanzitutto le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non sono tutte uguali. Vi sono quelle approvate sulla base del Capitolo 6 della Carta delle Nazioni Unite e quelle sulla base del Capitolo 7. Il Capitolo 6 si intitola "Composizione pacifica dei conflitti" e afferma (art. 33) che "le parti in causa in un conflitto ['] dovranno innanzitutto cercare una soluzione ['] con mezzi pacifici". Quando il Consiglio vota sulla base del Capitolo 6 è come se dicesse agli Stati in guerra fra loro: "Dovete negoziare per comporre il conflitto e dovete farlo sulla base delle linee che vi indico". Il Capitolo 7, invece, si intitola "Azioni in caso di minacce alla pace, violazioni della pace e atti di aggressione". Gli articoli di questo Capitolo conferiscono al Consiglio la responsabilità di individuare le minacce alla pace mondiale e gli danno facoltà di varare risoluzioni con valore esecutivo e vincolante, autorizzando la comunità internazionale a ricorrere a varie forme di coercizione per ottenere la loro applicazione, dalle sanzioni fino all'uso della forza militare. Quando il Consiglio vota sulla base del Capitolo 7 è come se dicesse a uno Stato: "Il tuo comportamento mette in pericolo la pace del mondo: o ti adegui a quanto di dico di fare o interveniamo con la forza".
Ora, come ricordava qualche mese fa anche l'Economist (10.10.02), "nessuna delle risoluzioni a proposito del conflitto arabo-israeliano è stata emanata ai sensi del Capitolo 7. Imponendo sanzioni anche militari contro l'Iraq, ma non contro Israele, l'Onu non fa che rispettare le sue stesse regole interne". E aggiàngeva: "Che le risoluzioni ai sensi del Capitolo 7 siano diverse, e che nessuna di esse sia stata approvata contro Israele, è un fatto riconosciuto dagli stessi diplomatici palestinesi", che infatti se ne lamentano. Quella irresponsabile minaccia nel titolo del documento ("nessuna guerra per farle rispettare") può essere stata scritta solo da una persona molto ignorante o in mala fede.
Vale la pena sottolineare che la distinzione fra Capitolo 6 e Capitolo 7 non è puramente formale. Essa riflette due situazioni politiche completamente diverse. In un caso, infatti, il Consiglio di Sicurezza individua nel regime iracheno e nei suoi comportamenti una minaccia alla stabiliàà e alla pace regionale e mondiale. Pertanto il Consiglio esige da quel regime comportamenti diversi, pena il ricorso alla forza. Nell'altro caso, invece, il Consiglio di Sicurezza deve promuovere la composizione di un conflitto arabo-israeliano pluri-decennale che vede coinvolte più parti, ognuna con le proprie responsabilità. Ma gli autori del documento vogliono che le responsabilità siano solo di Israele e dunque riportano, di molte risoluzione, solo la parte che si rivolge a Israele, convenientemente scordando l'altra parte, quella che si rivolge agli arabi. Appunto, come una partita truccata.
Così ad esempio, è vero - come dice il documento - che le risoluzioni 1402 e 1403 (2002) chiedevano "alle truppe israeliane di ritirarsi dalle città palestinesi". Ma chiedevano anche e contemporaneamente "l'immediata cessazione di tutti gli atti di violenza, compresi tutti gli atti di terrore, provocazione, istigazione". In sostanza il Consiglio di Sicurezza ribadiva che solo un cessate il fuoco "significativo" (meaningful, nel testo originale), cioè non a parole, unito a un ritiro israeliano dalle ultime posizioni rioccupate, avrebbe permesso la ripresa del negoziato di pace. Tacendo mezza risoluzione, gli autori del documento fanno dire al Consiglio che Israele doveva ritirarsi senza se e senza ma, mentre i palestinesi potevano continuare con spari e attentati. Giudichi il lettore se è la stessa cosa.
Allo stesso modo, è vero - come dice il documento - che la risoluzione 1435 (2002) chiedeva a Israele "la fine immediatamente delle misure prese a Ramallah e dintorni" e "il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle città palestinesi". Ma è vero anche che essa ribadiva "la richiesta di una completa cessazione di tutti gli atti di violenza, terrorismo, provocazione istigazione", e faceva "appello all'Autorità Palestinese affinchè adempia al suo esplicito impegno di garantire che i responsabili di atti terroristici vengano da essa assicurati alla giàstizia". Ma di nuovo, questa parte della risoluzione è scomparsa.
Il più delle volte il Consiglio di Sicurezza, quando chiama in causa Israele, formula anche contemporaneamente precise richieste alle controparti arabe, e ciò per la ovvia considerazione che la pace in Medio Oriente non può essere fatta da una parte soltanto. Ma questo è appunto ciò che gli autori del documento non vogliono capire (o farci capire).
Non basta. Gli autori non omettono solo pezzi di risoluzione. Omettono anche intere risoluzioni. Ad esempio, per restare nel 2002, non viene citata la 1397. Come mai' Forse perchè esprimeva "grave preoccupazione ['] per i recenti attentati", chiedeva "l'immediata cessazione di tutti gli atti di violenza, terrorismo, provocazione, istigazione" ed esortava "le parti israeliana e palestinese e i loro dirigenti a cooperare nella realizzazione del piano Tenet e del Rapporto Mitchell, allo scopo di riavviare i negoziati per una composizione politica": tutte cose che la parte palestinese, non quella israeliana, si è rifiutata di fare.
Vistosa, poi, l'assenza di una delle più importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza di tutta la storia del conflitto: la 242 del 1967. Di nuovo, come mai' Forse perchè chiedeva (agli arabi, ovviamente) la "fine di ogni stato di belligeranza" e il "riconoscimento del diritto [di Israele] di vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti, libero da minacce o atti di forza"'
Della 425 (1978) si dice che "ingiàngeva a Israele di ritirare le sue forze dal Libano". Ma non si ricorda che chiedeva anche il ripristino della pace al confine israelo-libanese e un "rigoroso rispetto della integrità territoriale, sovranità e indipendenza politica del Libano", tutte cose che truppe siriane, milizie palestinesi, agenti iraniani e terroristi Hezbollah non si sognano minimamente di fare. Nè viene riportata la Dichiarazione del 18 giàgno 2000 con cui il Consiglio di Sicurezza certificava che "Israele ha ritirato le sue forze dal Libano in conformità con la risoluzione 425".
Ancora più curioso il fatto che l'elenco delle risoluzioni viene fatto iniziare con la n. 93 del 18 maggio 1951. Eppure il conflitto arabo-israeliano scoppia almeno tre anni e mezzo prima, col rifiuto arabo della risoluzione di spartizione 181 dell'Assemblea Generale dell'Onu (29.11.47) e l'attacco degli eserciti arabi a Israele. Prima della 93 (1951) a noi risultano non meno di 21 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, tra cui quelle - ufficialmente respinte dai governi arabi - che chiedevano il cessate il fuoco e il rispetto della 181.
Non manca, invece, la risoluzione 487 del 19 giàgno 1981: quella che condannava "con forza" la distruzione del reattore nucleare iracheno di Osirak da parte dell'aviazione israeliana. Una risoluzione che, riletta oggi, basta da sola a screditare l'Onu agli occhi degli israeliani e di chiunque abbia a cuore la pace e la stabilità internazionali.
Resta da fare un'ultima considerazione, di carattere storico-politico. Tutti sanno che i paesi arabi, ripetutamente sconfitti in campo aperto, hanno fatto costantemente ricorso al terrorismo (dai feddayin degli annì50 fino agli Hezbollah degli annì80 è90) per esercitare una continua pressione militare ai confini e all'interno dello Stato di Israele. L'hanno fatto organizzando, finanziando, addestrando, capeggiando varie formazioni "guerrigliere" palestinesi, nella consapevolezza che l'Onu avrebbe dovuto per forza condannare le "violazioni" delle linee d'armistizio fatte da uno Stato (Israele), ma non avrebbe mai potuto condannare allo stesso modo le "violazioni" (infiltrazioni, attentati, stragi di civili) fatte da formazioni irregolari (i terroristi) che provocavano la reazione d'Israele. Un trucco palese, persino dichiarato, che non inganna più nessuno. Salvo i "volonterosi" autori del documento e i loro sfortunati lettori.
Cita da Wulfgar su 5 Gennaio 2007, 16:08Ma Adam, mi fai ridere, il fatto che Saddam non fosse disinvolto e impaziente nell'accogliere gli ispettori ci sta tutto.Il fatto è che poi gli ispettori sono arrivati hanno fatto il loro lavoro e hanno detto "non ci sono armi di distruzione di massa, le nazioni unite non posso dare il via libera alla guerra". Punto, l'hanno detto gli ispettori stessi, c'è poco da girarci attorno con articoli dove si dice che l'iraq non è felice di farsi visitare dagli ispettitori, prova ad andare negli USA a cacciare il naso nei loro programmi militari, volgio vedere cosa ti dicono. Che poi mi devi spiegare perchè alcuni possono avere le atomiche e altri no, anche questo sarebbe interessante da analizzare.
Ma Adam, mi fai ridere, il fatto che Saddam non fosse disinvolto e impaziente nell'accogliere gli ispettori ci sta tutto.Il fatto è che poi gli ispettori sono arrivati hanno fatto il loro lavoro e hanno detto "non ci sono armi di distruzione di massa, le nazioni unite non posso dare il via libera alla guerra". Punto, l'hanno detto gli ispettori stessi, c'è poco da girarci attorno con articoli dove si dice che l'iraq non è felice di farsi visitare dagli ispettitori, prova ad andare negli USA a cacciare il naso nei loro programmi militari, volgio vedere cosa ti dicono. Che poi mi devi spiegare perchè alcuni possono avere le atomiche e altri no, anche questo sarebbe interessante da analizzare.