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Magdalene (2002)
Cita da mrmean su 12 Luglio 2006, 16:33Irlanda 1964-68. Fondati nell'Ottocento e gestiti, dall'inizio del Novecento, dalle Sorelle della Misericordia, i conventi-carceri Magdalene ospitavano prostitute e ragazze, mandate dalle famiglie e dagli orfanotrofi, per espiare i loro peccati sessuali con la preghiera, la disciplina e il lavoro (non pagato) di lavandaie. In primo piano le storie di quattro di loro. Tira l'aria del Dickens più cupo e realisticamente più visionario in questo film duro, crudo e sicuro ' che ha dell'incredibile se si pensa a quel che succedeva nel mondo occidentale durante gli annì60. Il suo tema centrale è la trasformazione della carità cristiana in strumento di tortura, oppressione e annientamento della dignità, anzi dell'identità umana. Cinematograficamente straordinaria, dice già tutto la sequenza d'apertura, la festa di nozze durante la quale Margaret (A.-M. Duff) è violentata da un cugino e, perciò, espulsa dalla famiglia e dalla comunità. Nella crudezza della cronaca con cui descrive il microcosmo totalitario del convento, lo scozzese P. Mullan, anche sceneggiatore, si compiace talvolta della violenza e dei suoi rituali, trascinato dal suo programma polemico. Ufficiali e non, le sdegnate proteste di parte cattolica o sono frutto di malafede o nascono da un errore: anticlericale non è sinonimo di antireligioso. Leone d'oro alla Mostra di Venezia 2002.
Arrivo un pò in ritardo, ma solo ora sono riuscito a vedere questo film. E' abbastanza impegnativo, profondo, e direi toccante.
I fatti narrati sono avvenuti nel '64/68, ma l'ultima "lavanderia" è stata chiusa solo nel 1996...
L'avete visto' Che ne pensate'
Irlanda 1964-68. Fondati nell'Ottocento e gestiti, dall'inizio del Novecento, dalle Sorelle della Misericordia, i conventi-carceri Magdalene ospitavano prostitute e ragazze, mandate dalle famiglie e dagli orfanotrofi, per espiare i loro peccati sessuali con la preghiera, la disciplina e il lavoro (non pagato) di lavandaie. In primo piano le storie di quattro di loro. Tira l'aria del Dickens più cupo e realisticamente più visionario in questo film duro, crudo e sicuro ' che ha dell'incredibile se si pensa a quel che succedeva nel mondo occidentale durante gli annì60. Il suo tema centrale è la trasformazione della carità cristiana in strumento di tortura, oppressione e annientamento della dignità, anzi dell'identità umana. Cinematograficamente straordinaria, dice già tutto la sequenza d'apertura, la festa di nozze durante la quale Margaret (A.-M. Duff) è violentata da un cugino e, perciò, espulsa dalla famiglia e dalla comunità. Nella crudezza della cronaca con cui descrive il microcosmo totalitario del convento, lo scozzese P. Mullan, anche sceneggiatore, si compiace talvolta della violenza e dei suoi rituali, trascinato dal suo programma polemico. Ufficiali e non, le sdegnate proteste di parte cattolica o sono frutto di malafede o nascono da un errore: anticlericale non è sinonimo di antireligioso. Leone d'oro alla Mostra di Venezia 2002.
Arrivo un pò in ritardo, ma solo ora sono riuscito a vedere questo film. E' abbastanza impegnativo, profondo, e direi toccante.
I fatti narrati sono avvenuti nel '64/68, ma l'ultima "lavanderia" è stata chiusa solo nel 1996...
L'avete visto' Che ne pensate'