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STRANE ASSONANZE CON MATRIX

ma di certo Matrix non si è inventato il rallentatore.. se riduciamo tutto a quello è finita ^_^ Per il resto però si, non c'è niente di veramente nuovo (ma cosa, oggigiorno, offre qualcosa di veramente nuovo') ma è stato esposto tutto in maniera così moderna e accattivante che ha stregato me tanti altri

bè dò ragione a Jestas nn é che The Matrix ha inventato il rallentatore d'immagini o scene che girano su se stesse..

certo il principio della storia magari nn é nuova ma di sicuro la sua strutturazione é stata la vera attrazione per la gente,cioè terminetor-la macchina distrugge l'uomo e punto, invece qui si parla di ribaltamento vitale che la macchina per vivere ha bisogno dell'uomo e lo usa come carburante facendogli credere di vivere ugualmente usando la semplice realtà virtuale..

e come dice anche jestas ormai viviamo con un cinema che ci presenta parecchie storia già viste

Ma il bello è proprio questo, Matrix non ha inventato niente, ma ha al contempo inventato tutto, la qualcosa è già un'innovazione di per se.

Sono film che si vedono ogni decennio.

e come dice anche jestas ormai viviamo con un cinema che ci presenta parecchie storia già viste

Quello che intendevo dire è che in realtà, anche volendo, non è POSSIBILE scrivere qualcosa di ASSOLUTAMENTE nuovo, si può solo adattare ai nostri tempi quegli archetipi di storia ormai stabiliti da millenni, questo sempre se si vuole narrare una storia, se poi si vuole fare cinema con sole suggestioni audio-visive e senza personaggi principali o anche senza trama e senza dialoghi, ok, è una cosa un pò diversa (pure quella in parte già fatta), ma piacevole a volte

Ma il bello è proprio questo, Matrix non ha inventato niente, ma ha al contempo inventato tutto, la qualcosa è già un'innovazione di per se.

Sono film che si vedono ogni decennio.

Questo e` vero... forse non c'e niente di nuovo, ma la prospetiva sui vari temi menzionati nella trilogia che hanno datto i fratelli e` stata fatta con tale acurateza e perfezione...

Quella delle assonanze con altri film penso sia una pista assai interessante per capire sempre meglio la Matrix trilogy; in generale, come mi pare abbia detto Tarantino, l'artista è colui che più che inventare sa copiare, rubare, il lavoro altrui, in una maniera che poi risulta essere artistica (come nel caso del suo primo film: 'Le ienè). La stessa cosa capita anche in ambito scientifico, laddove l'inventore, colui che porta la n(e)o-vità scientifica, è colui che nel suo campo ha avuto come i suoi colleghi sotto gli occhi tutto il materiale teorico già prodotto in passato, ma che a differenza degli stessi è riuscito a trovare collegamenti nuovi, nuove rielaborazioni intuitive, frutto di una visione conscia ED inconscia - si direbbe in psicologia - del tutto originale, fino a pervenire alla scoperta innovatrice.
Il bello dei Wachowschi, a mio parere, è che non solo hanno ripreso da una marea di film, ma spesso li hanno citati in una maniera che non è fine a se stessa, bensì è nei loro film generatrice di latenti significati simbolici. Ergo penso che ognuno di noi, quando trova delle assonanze (di qualsivoglia tipo) tra Matrix ed altri film, dovrebbe almeno provare a chiedersi quale potrebbe essere il 'trait d'union', il messaggio velato nella ipotetica allusione-citazione cinefila.

Chiudo qs. msg con un esempio personale, di quella che ritengo cioè potrebbe essere una possibile allusione dei Wachowschi a Kubrick, ed in particolare al suo film 'Shining' (ma si potrebbe forse parlare anche dì2001', a mio parere simbolicamente presente sia all'inizio del primo Matrix [sigla iniziale: l'entrata nelle pareti dellòZerò] che alla fine di Revolutions [làchild's star', quella disegnata da Sati per l'uomo nuovo Neo]):

Premessa doverosa: trattasi di un'estrapolazione dàIt's latin', lavoro che magari fra qualche anno terminerò, per oràwork in progress' perennementèinterruptus'...

IN SAECULA SAECULORUM: 'FOR EVER AND EVER' sono le parole di Sati, che avverte Neo del rischio di poter rimanere tutti rinchiusi nella stazione del Mobil Ave, sorta di Limbo per le anime in pena che il 'Caronte-Train man' si offre di portare dentro e fuori da Matrix (col suo trenino 'In & Out-look express').
RIMANDO CINEFILO (Shining): 'In saecula saeculorum', oltre che alla stazione Mobil Ave, è la vita in completo isolamento all'Overlook hotel, nel film 'Shining' di S. Kubrick; all'isolamento 'a cinque stelle' del guardiano invernale con moglie e figlio al seguito, infatti, si accompagna la 'vita immortale', ma da reclusi, dei fantasmi, che sono bloccati ' a metà strada tra l'esistenza terrena (quadri-dimensionale) e quella celeste (la 'quinta stella') ' in questo 'spiritico hotel' ('overlooked', cioè 'stregato', perché costruito sui resti di un cimitero indiano' beh sì: allora diciamo che con gli indiani che ci hanno gettato su il malocchio è proprio un hotel 'a quattro stelle e mezzo', a metà tra cielo e terra!!!). Ecco allora i fantasmi delle bambine chiedere a Danny (il figlio del protagonista, Jack Torrance, interole-playerretato dal mitico Nicholson) di restare a giocare con loro 'for ever and ever' and ever' (parole come detto usate da Sati col recluso Neo nel Mobil Ave; parole, detto per inciso, che in 'Shining' poco dopo lo stesso padre del bambino userà di nuovo con lui, ad inquietarlo ' è ovvio ' ulteriormente'): trattasi per Danny, si potrebbe dire, di una vera 'tentazione ludica' per la sua psiche in evoluzione (e che 'evoluzione', dotato come è dello 'shining', di quella 'luccicanza' che gli permette di non 'lasciarsi sfuggire il fatto' ' 'to overlook the fact' - di trovarsi dinanzi a bambine già fatte a pezzi con l'accetta!), nel senso che, se è vero che il gioco è fondamentale per lo sviluppo psichico di un bambino, favorendo la progressiva costituzione di uno spazio interno/esterno di realtà condivisa, in questo caso il 'playing' risulterebbe sterile non facendo progredire nessuna delle due parti (Danny da una parte, le due bambine-fantasma dall'altra) verso la sana 'reality' (quella, rispettivamente, terrena e celeste), fuori dall'isolamento relazionale.
Nella 'tentazione' (ma di tipo erotico), invece, cadrà di lì a poco il papà di Danny, entrato come novello Adamo nel 'luogo proibito' (la stanza 237) e qui sedotto dalla Eva della situazione ' proprio come fa Persefone con Neo - attraverso un bacio adulterino che lo trasformerà per sempre in un uomo 'adulterato' (come poi si rivela già essere la bella donna nuda che lo ha appena baciato! Bleahhh!!). Jack Torrance, di fatto, resta 'immortalato' per sempre ' alla fine del film ' in una foto d'epoca, foto che se esplicitamente (con la scritta sulla foto) rimanda alla festa dell'indipendenza, implicitamente ' al contempo ' rimane a testimoniare la condanna 'extra-storica', per lui, alla 'dipendenza dal campo' (spiritico), condanna che lo vede rimanere congelato nel labirinto ('fisico') dell'hotel (come prima in quello 'psichico' dei meandri della sua mente, che era stata mostrata bloccata a contemplare il plastico del labirinto medesimo abitato unicamente da moglie e figlio, un po' come il Neo in coma, mentalmente bloccato a comunicare con i suoi 'fantasmi onirici') tanto quanto in quello 'spirituale' ivi ugualmente presente (basta 'to over-look', 'guardare dall'alto', ad un livello meta-fisico, per percepirlo) 'for ever and ever' and ever, etc''.
Insomma, l'Overlook hotel come la stazione 'Mobil Ave', metafora del 'Luogo' ' mondo insieme fisico, psichico, e spirituale ' in cui si svolge l'esistenza umana di noi tutti (fino al 'I maggio', data della riapertura della 'matrice-hotel', ricorda Jack Torrance' cfr. motto 'Mille e non più mille''), esistenza a volte piena di possibilità relazionali e a volte invece chiusa nell'isolamento 'invernale', in un 'desert of the real' che può comunque permetterci di contattare più profondamente noi stessi; tutti, in ogni frangente, ci troviamo poi a dover superare una prova iniziatica, a dover uscire dal labirinto (dal Mobil ave) della nostra vita terrena, e a riguardo ' pensando al Danny di 'Shining' come alla stessa Sati ' si potrebbe ricordare l'insegnamento evangelico 'se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli', e dunque prendere ad esempio la condotta di Danny, che alla fine salva la sua vita 'tornando sui suoi passi' (per poi celare le sue orme sulla neve e confondere così il suo inseguitore), esempio di 'con-versione' che porta a seguire così una nuova via esistenziale nel 'labirinto' della vita, senza perdersi correndo inutilmente avanti e indietro (come invece fanno sia Jack nel labirinto che Neo lungo i binari della stazione underground: eh sì, 'everybody runs', come ricorda Tom Cruise in 'Minority report'' corri, corri' ma 'ndo corri''').

DEDICATO A JESTAS: mi hai chiesto dìbattere un colpò, non potevo che scriverti di fantasmi... ma guarda che io sono vivo e vegeto, è il mio notebook che è ectoplasmatico!!!

Porca vacca ericrap questo non è un colpo è una cannonata..... :ok: :ok: :ok: :ok:

Gli interventi di Ericrap sono sempre strabilianti. Chissà se era veramente intenzione dei Wachos quel riferimento a Shining...resta comunque un'ottima intuizione.

Grazie ericrap! mi mancavi! ^_^

Volevo aggiàngere, a proposito di quanto si è detto sul monitor di Alien, che mi pare (non vorrei sbagliare) che anche in un altro film di alieni - INDEPENDENCE DAY - sia presente una specie di monitor coi codici a cascata verdi (se non sbaglio): il tutto apparirebbe, di sfuggita, inquadrato abbastanza da lontano, all'interno della navetta aliena... insomma: la strumentazione degli extra-terrestri sarebbe un pò quella deglìextra-matricè di Zion...

Ed ora, dopo aver parlato con Shining dìsospensione spazialè, completo con qualcosa in merito allàsospensione temporalè nel cortòKID'S STORY', anche se ci sarebbe da parlare pure del corto antitetico (penso: teologicamente antitetico) a quello del Kid - DETECTIVE'S STORY - anch'esso temporalmentèsospesò, all'inizio ['nunc'] ed alla fine ['in hora mortis nostraè], sul momentòfatidicò del signor ASH, alle prese con l'ultima sigaretta (cosa sceglierà di fare, questo condannato a morte: l'accenderà' La getterà [come l'Oracolo in Revolutions]'); manca ormai pochissimo (beh, i cortometraggi si aprono e chiudono in un amen... ah, ah, ah!!!): l'inferno ed il paradiso, più di tanto, 'CANNOT WAIT'... è il momentòcrucialè della scelta ultima, definitiva, circa il suòdouble destiny' (restare al passato o tornare al futuro, 'nostalgia canaglià o speranza fiduciosa')!

KID'S STORY - RIMANDO CINEFILO (Ritorno al futuro): La 'Kid's story' ha dei rimandi visivi alla trilogia di 'Ritorno al futuro': innanzi tutto lo skateboard del Kid, emulo di quelli mitici usati nelle sue fughe acrobatiche da Marty Mcfly, ma anche e soprattutto la scena di 'Ritorno al futuro parte II' nella quale il cattivone Biff, in una scena su un tetto di un palazzo, si vanta (quasi fosse un agente di matrix!) di poter controllare facilmente anche la polizia e punta la pistola verso Marty (chiamato da lui, guarda un po', con l'appellativo 'Kid') che si tuffa a mo' di suicida (ma ha l''angelo custode' Doc ad aspettarlo con la delorean volante!), il tutto dunque proprio come per la storia dell'animatrix.
C'è poi da considerare tutta la tematica centrale di 'Ritorno al futuro', e cioè il viaggio nel tempo: se Marty Mcfly tende più volte, nelle sue esistenziali avventure spazio-temporali, a smaterializzarsi perché a rischio di non esistenza nel futuro - e lo stesso Biff, nelle intenzioni degli sceneggiatori, nella 'parte II' muore smaterializzandosi, in quanto ormai già morto nel futuro ' il Kid, viceversa, finisce col materializzarsi alla vera vita 'metafisica', quella fuori dalla 'fiction' della matrice.
In un certo senso, il Kid che si automaterializza è 'THE REAL 'BACK TO THE FUTURE'', intendendo per 'ritorno al futuro' il momento in cui ' 'passato' a miglior vita ' il Kid diviene veramente 'presente' uscendo da quella matrice spazio-temporale, da quella linea chiusa in cui si svolgevano in un certo senso le avventure di Marty Mcfly, il quale spaziava sì avanti ed indietro nel tempo, ma nel complesso sempre nel 'passato' ' con tanto di rischio di smaterializzazione, al modo di un fantasma ' continuava a rimanere (il suo 'Ritorno al futuro', per così dire, 'to be continue' con la 'parte II e III', ma resta sempre nell'ambito di un continuum esistenziale a circolo chiuso, di un 'eterno ritorno del passato', con tanto di bilocazione di Marty nella stessa scena, per un senso di deja vu che non fa che mettere in evidenza la condizione essenzialmente 'passata' del protagonista: 'Tomorrow was another day', si potrebbe dire citando 'Brazil' di T. Gilliam).
Il Kid, in altre parole, morendo dentro l'universo 'passato' della matrice (la cui ambientazione temporale, per inciso, è come noto effettivamente costruitàal passatò: fine anni '90), è riuscito finalmente (come Dio, l'Unico che può veramente dire, al presente: 'Io SONO') a 'RAP-PRESENTARSI' corole-playeroralmente fuori dalla stessa: il ragazzo qualunque, Kid il 'Nessuno', diviene così come l'Uno (il Cristo risorto corole-playeroralmente)! Se agli occhi di Dio, se alle 'SETTE lucerne' che 'osservano tutta la terra' (Zc 4, 10) quadridimensionale, tutto è già 'pre-visto' (oltre che continuamente reso ' proprio in virtù dello Sguardo gettato ' vivamente 'presente'), anche all'occhio di Kid che guarda il suo monitor-mondo informatico è stato reso (per grazia di Neo-Cristo) già possibile vedere il suo 'futuro-già-passato' (la coscienza presente del quale è certo più vivida della fiction della realtà quotidiana), quella 'fine del mondo' - ben sperimentata anche dall''occhio clinico' di Donnie Darko (cf. film omonimo di Richard Kelly) - che impone la scelta definitiva: restare nel passato (come farà il nostalgico protagonista di un altro animatrix, 'Detective story', e cioè quel MR. ASH che resterà posseduto dalle macchine, uomo-androide come il suo omonimo del film 'Alien') o morire per 'ritornare al Futuro', quello con la 'maiuscola' che tutti ci aspetta, alias quell'Eterno Presente che è Dio.
Beh, per quanto riguarda il Kid la sua scelta è nota: preferisce, come il migliore degli agenti segreti (neanche Neo nel primo Matrix aveva osato fare altrettanto!), morire piuttosto che cadere nelle mani degli agenti delle macchine: del resto 'IL MIO NOME E' POPPER. MICHAEL KARL POPPER', potrebbe ben dire il ragazzo, novello 007 i cui occhi sono predestinati a giàngere alla visione beatifica, illuminata ('settenaria'), di Dio (cf. il Neo-Cristo che illuminato alle spalle da una grossa 'lucerna' lo assiste al risveglio).
Volendo, si può concludere tutto questo discorso sul Kid divenuto come Dio ('QUIS UT DEUS'' = etimologia del nomèMICHAEL'... ed il discorso andrebbe anche qui ampliato, a comprendere il 'cognomen' popperiano in chiave epistemo-logica), la sua fede, lo spazio-tempo terreno e celeste etc. citando San Paolo (Eb cap 4): 'Eppure le opere di Dio erano già compiute fin dalla fondazione del mondo. (') Quelli che per primi avevano ascoltato la parola di Dio non sono entrati nel suo riposo, perché non hanno avuto fede. Quindi, per altri, è ancora possibile entrare. Per questo, Dio stabilisce di nuovo un giorno, chiamato oggi. (') Dunque, resta ancora possibile per il popolo di Dio un riposo simile a quello del settimo giorno. Perché, chi entra nel riposo di Dio, riposa dalle proprie opere, come ha fatto Dio stesso'.
RIMANDO CINEFILO (Sospesi nel tempo): un altra citazione cinefila dal corto 'Kid's story' la si potrebbe forse trarre dal film di Peter Jackson 'Sospesi nel tempo' (alias 'the false ghostbuster''), protagonista, ma guarda un po', lo stesso Michael J. Fox di '(the false) back to the future' (anche qui, fra l'altro, con problemi di smaterializzazione pre-mortem): il riferimento è al camposanto nel quale si celebra il funerale del Kid, sotto la pioggia; pioggia, camposanto e funerale sembrano uscir fuori proprio da una scena del film di Jackson, film che tra l'altro parla di fantasmi che non riescono a materializzarsi nell'altro mondo (come 'viceversa' fa il 'Saint Michael' Kid defunto) e restano dunque intrappolati a 'metà strada' tra i due mondi.
Postilla finale di tipo 'verde-blu' (parafrasando quanto scritto dai Wachowschi nella sceneggiatura del corto, e pensando al loro uso dei colori, si potrebbe dire: 'c'è sempre un pò di blu nel verde... et vice-versa): giocando tra realtà e finzione, il Michael (J. Fox) di 'Sospesi nel tempo' è un bel 'volpino' (come direbbe Ezio Greggio), nel senso che alla fine del film rimanèstoltamentè all'interno della matrice terrena (con la sua bella): volendo ' a mettere insieme questo film col primo Matrix ' si potrebbe dire che egli compia, all'opposto del 'Saint Michael' (il Kid biblicamentèpiù sapiente degli uccellì!), la scelta di Cypher, la scelta del ritorno all'inconsapevolezza, la 'scelta alla Ronald Reagan', quella stessa del 'virus' Smith, insomma: quella del reaganiano morbo di Parchinson, di cui il vero Michele J.Fox - se non sbaglio - è ormai affetto da molti anni' Insomma, àrigirare la frittatà sembra esserci un pò di realtà nella finzione ed un pò di finzione nella realtà (va bè, nel delirio del pensiero tale sovrapposizione c'è sempre..).

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