WhatIsTheMatrix.IT – Il Sito Italiano su Matrix

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The Dark Knight

OT

c'è una sala al warner Moderno che è sempre adibita a visioni in lingua originale (a volte coi sottotitoli in italiano, a volte senza), ci ho visto tra l'altro: The Matrix reloaded, The Matrix revolutions, batman begins, v for vendetta e non ricordo che altro, sempre in lingua originale

Ma non è quello con solo 5 sale' Strano che facciano una cosa del genere al Warner Village più piccolo.
Cmq, ottimo a sapersi. La prossima volta che sarò da quelle parti ci starò attento.
Grazie Jes :ok:

strano, ma vero :fumato: poi non lo so se sempre, costantemente, c'è una sala col film in lingua, ma almeno per le grose produzioni warner stai sicuro che c'è (come tutte quelle che ho citato)

Come al solito sono uno degli ultimi a vedere i film. Non mi va di andare al cinema appena esce il film specialmente a vedere Batman con 400 persone che fanno commenti sottovoce, o esclamazioni ad alta voce (e spesso non si distinguono le une dalle altre). Comunque chi è andato a vederlo ha detto che richiama (molto più degli altri) i primi comics dove Batman più che un supereroe è un giàstiziere, quindi è dalla parte del bene ma "non è buono".

Sono stra-d'accordo.

In ogni caso mi è piaciuto molto. Ottima l' interole-playerretazione di Joker e non sottovalutiamolo, ottimo anche il doppiaggio.
Peccato sapere già che al contrario di ciò che dice Ledger ("io e te siamo destinati a combattere per sempre...") lui non ci sarà più in un possibile terzo episodio. Due facce invece mi ha deluso.

[color=white:b23dcf425e]Una creatura del Joker che si lascia convincere con due battute su di chi sia la responsabilità della morte di Rachel mi sa molto di filmetto. Un personaggio così deciso come pareva essere Harvey Dent, un procuratore, che si fa "coglionare" sul letto d' ospedale con due frasi così dal Joker non sta in piedi.
Superbo il (finalmente!) Commissario Gordon che ancora una volta si sacrifica in nome di Gotham fingendo la propria morte[/color:b23dcf425e].

Peccato che Rachel fosse Maggy Gyllenhaal e non la mogliettina di Tom Cruise. Non che la preferisca particolarmente come attrice (fisicamente si e di gran lunga) ma sinceramente ODIO questi cambi di faccia tra un film e l' altro. Esattamente come ho odiato quello dell' Oracolo in Revolutions.

G

solo che lì era "inevitabile"

personalmene, preferisco mille volte la Gyllenhal che la Holmes, ma son gusti personali... Pure a me comunuque, specie quando non necessarie e giàstificate, danno fastidio questi cambi di attore, fanno molto soap opera

Viva gli spoilers!!!! :-_-: :-_-:

Certo che se uno aspetta di vedersi il film per evitare disturbi durante la proiezione, poi arriva qui e si legge l'intera trama del film.... beh forse sono meglio i disturbi in sala..... :mrgreen:

OT:
la faccenda spoiler è assai complessa.
se chi ha gia visto il film nel parla su un topic, è appositamente per commentare ciò che ha visto...per quanto uno possa essere accorto, e mettere tutto in finestrine "invisibili", qualcosa di visibile e spoileroso ci scappa.facciamoci venire qualcosa in mente per migliorare la cosa...io pensavo a una proposta: redigere 2 topic per ogni film, uno preuscita per chi non è ancora andato a vederlo e uno postuscita. i primi ad andare nelle sale avranno si come topic apposito quello post uscita in cui poter liberamente commentare, ma saranno fortemente tenuti a intervenire su quelli preuscita per consigliare d'andare o meno,del tipo ("molto bello andate etc.etc." o "molto brutto non buttate i soldi").quest'ultimi post, sapendo appunto che sono scritti su un topic preuscita verrà naturale scriverli privi di spoiler.
qualche altra idea,non so magari in altri forum che frequentate viene gestita diversamente la questione

CONTIENE SPOILER!!!
CONTIENE SPOILER DALLE CORNA AI PIEDI!!!
CONTIENE SPOILER!!!

Elia 'entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: 'Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore'. Infatti il Signore stava passando'.
(I Re 19, 9a; 11)

'''''''''''''..

'V FOR VIGILANTE'
Ma Dio non stava passando a Gotham'

Inquadrerei 'Il cavaliere oscuro' come un'opera che pone al centro della sua attenzione il discorso morale, in un'analisi che è sia individuale che collettiva (le vicende dei singoli come dell'intera Gotham), per quello che poi definirei subito, sinteticamente, come un grande film corale in cui ogni personaggio, sia esso centrale o di contorno, trova la sua adeguata e significativa collocazione nel tutto.

Considerando l'intero 'mazzo di carte' a disposizione degli sceneggiatori, non c'è che dire: i fratelli Nolan introducono in continuazione, messa fin dall'inizio in evidenza, proprio la 'carta' del Joker, quella che manda' 'a carte quarantotto' tutte le altre.

Allo stesso tempo, se il Joker è il 'motore immobile' (in modo 'divinamente cadaverico' [cf. la scena cult del film, in cui l'attore recita la parte dello scherzetto del defunto pronto a risorgere da dentro l'apposito sacco], il Joker-Ledger super partes porta morte e terrore ovunque, senza distinzioni fra 'buoni' e 'cattivi') dell'intera vicenda, è poi Harvey Dent (a detta dello stesso Nolan) il personaggio centrale del film, la 'carta del mazzo' da porre in primis al centro dell'attenzione'

Harvey Dent direi che in generale rappresenti il simbolo dell'uomo inteso quale oggetto di una contesa metafisica tra i principi del bene e del male (rispettivamente simboleggiati da Batman e dallo stesso Joker).

Più in particolare, però, Dent appare poi da subito il tipico, americanissimo, 'self made man', colui cioè che la fortuna (in ultima analisi: il destino) se la crea da sé, e così 'In God we trust' è una scritta che per lui resta solo sulle banconote del dollaro (intendendo il denaro come carta straccia: Joker docet!), in quanto 'faber est suae quisque fortunae': tant'è, anche le monete, per Dent' hanno due teste, e quand'anche egli si trovi in un luogo ' l'aula di tribunale ' in cui le fortune in denaro contano poco e il destino è tradizionalmente' nelle mani di una giària, vediamo che è ancora lui a riprendere da solo in mano la situazione, disarmando chi attenta alla sua vita e anticipando di conseguenza lo stesso verdetto giàdiziario'

Di fatto, considerando Dent in quest'ottica da 'homo faber' e in riferimento alla contesa suddetta, la vittoria del 'diabolico' Joker sull''angelico' uomo pipistrello è cosa scontata, e così colui che all'inizio del film era l'altra faccia di Batman, l'uomo senza macchia e finalmente, a differenza di quest'ultimo, anche senza maschera, alla fine della pellicola diviene' l'altra faccia di Joker, direi quasi: il suo 'fondamento ontologico''

Mi spiego: in un mondo senza Dio, senza alcun Disegno Provvidenziale, senza vera Giustizia' o Misericordia' il Caso può regnare sovrano e ' in 'virtù' di tale sovranità ' la stessa anarchia del Joker può 'divinamente' assurgere al ruolo di regale forza motrice del divenire, come e più dell'ordine.

Operari sequitur Esse, ma se l'Essere supremo non è Dio, bensì il Caso, come il 'testa o croce' di una banale moneta' quel male (l'anarchia) che non poteva aspirare in partenza ad aver analoga 'dignità metafisica' in confronto al bene (l'ordine costituito) avrebbe quindi ora vinto il suo (alleniano) 'Match point''

'Tu mi completi', sentenzia il Joker a Batman, il che implica dire: io e te siamo (finalmente) sullo stesso piano, anche tu ' pur volendolo - non puoi fare a meno di me: siamo entrambi - ognuno a suo modo, e dal suo punto di vista - 'originali', due mostri primitivamente incorrotti, destinati una volta a vincere, una volta a perdere, a seconda del Caso'

Mettendola su questo piano, Batman risulta alla fine un cavaliere oscuro apparentemente vincitore sul Joker, sì' ma anche un uomo sostanzialmente da questi sconfitto, vale a dire solo un 'povero Cristo' (n.b.: non il Cristo glorioso, divinamente vittorioso per sempre sullo stesso male) condannato a restare a volto coperto, mascherato: c'è il 'figlio dell'uomo', e ' nolente - nasce anche la sua eroica leggenda di oscuro e silenzioso guardiano di Gotham (quel vigilante che - parlando con Ducard, nel precedente film - Wayne si rifiutava di voler diventare'), onde salvaguardare almeno la speranza in un futuro migliore' ma manca il 'figlio di Dio', colui che potrebbe agire in maniera finalmente risolutiva, dando effettivamente corole-playero a quella speranza (che so, eventualmente sacrificando la propria vita come il messianico Neo di 'Matrix revolutions', e non solo il proprio ruolo di 'autoeletto giàstiziere'').

Il Batman moralmente impeccabile (anche più del precedente film: in quel caso alla fine si era verificata da parte sua, infatti, una colpevole omissione di soccorso verso Ducard/Ra's [voglio dire: in quel caso Batman - da uomo che non cerca più un immatura vendetta, bensì una giàstizia veramente 'adulta' - avrebbe dovuto almeno proporre il salvataggio al suo 'paterno' nemico'], un 'peccatuccio' non da poco che stavolta viene in un certo qual modo 'riscattato' dal salvataggio del Joker fatto precipitare ma poi riacchiappato in extremis')' alla fine è costretto (sì: al supereroe si richiede ' nel 'copione di vita' scritto dai Nolan - una condotta morale' supereroica) ad addossarsi le colpe del mondo, a 'cantare (l''agnus dei') e portare la croce', perché quel mondo, giàstamente, abbisogna di vedere personificati i suoi ideali, di vederne chiaramente delineato il bel viso (anziché il volto moralmente sfigurato: cf. allorquando infine Batman fa cambiare profilo alla testa del cadavere steso a terra di Dent, nascondendone appunto la parte sfigurata)'

Bruce Wayne, insomma, resta prigioniero della sua stessa maschera, una prigione divenuta tutta interiore rispetto a quella dalla quale lo avevamo visto iniziare le sue avventure nel precedente film'
Per il giovane Bruce (del precedente film) Batman era 'solo un simbolo'' ma quel simbolo, gli aveva fatto capire giàstamente Rachel, era ormai già divenuto il suo stesso nuovo Ego, nel bene e nel male: stavolta, oscuramente, la 'maledizione' dell'essere Batman si realizza, e l'attività supereroica dell'uomo pipistrello finisce - sia pur involontariamente - col 'soffocare' Bruce tenendolo per sempre lontano dal suo amore, ergo da una vita 'normale' (la 'norma' = l'amore), sia pure contrastata (il nostalgico amore è per la donna 'sbagliata', che ormai amava un altro)'

Mi vien da pensare, facendo un confronto, al film 'V per vendetta', e non solo per la questione immediata della maschera e dell'identità che cela (una solida, sia pur misteriosa, identità ex novo per V; una conflittuale identità duale per l''uomo//pipistrello'): anche lì, infatti, e fin dal prologo della pellicola, si mette in evidenza la necessità che l'uomo di ogni tempo (da Adamo' a Bruce Wayne) ha di vedere personificato il suo ideale, cosicché ad esempio non basta credere nell'Amore, anche fosse quello scritto con la lettera maiuscola ('iperuranico'), ma si ha bisogno invece di vedere coi propri occhi in azione il Valore che si fa Persona, perché alla fin fine è solo quello ciò in cui uno vuole - o vorrebbe, qualora non lo avesse ancora incontrato ' credere: un qualcosa di concreto, in carne ed ossa, e non solo di simbolicamente astratto'

E sia V che Evey, alla fine, reciprocamente incontrano proprio questo Amore (incontrandosi vicendevolmente, vis a vis, al di là della stessa maschera portata da lui'), la forza assoluta che ' sola - può rivoluzionare le cose'

Lo stesso simbolo, la maschera di Guy Fawkes, viene insomma ' grazie ai due coprotagonisti ' vivificato: la maschera amata è 'autenticata', e ogni cittadino di Londra ne ha potenzialmente il 'copyright', è chiamato idealmente a indossarla in prima persona (come chiosa Evey nel suo monologo finale)'

Il film di Nolan, a confronto, è invece fin dall'inizio cupamente disilluso, e - restando tragicamente chiuso per tutti (come detto: soprattutto per Bruce Wayne) l'incontro vitale con l'Amore (l'uniche due persone che nel film si amano vicendevolmente, Rachel e Dent, muoiono entrambe, oltre tutto traumaticamente separate l'una dall'altra) - si limita come detto a focalizzarsi sul tema della Speranza, nel pieno del perole-playeretuo e sanguinoso 'war game' fra il bene e il male, e con la stessa maschera di Batman che resta ancora incompresa da quei cittadini che alla fine rimangono sempre più orfani di eroi.

Evey aveva trovato Dio nella Pioggia, e precedentemente lo stesso V lo aveva trovato (sempre sperando si trattasse veramente di Dio' a riguardo lo script dei Wachowschi riesce ad essere genialmente ambiguo, il loro V è al 100% a due facce') nel Fuoco' Ma invece a Gotham non vi è ancora traccia del Divino Passaggio, e lo stesso uomo-pipistrello se ne dovrà restare ancora nascosto nella bat-caverna, non è ancora lui il Profeta (cf. cit. spezzata in testa e in coda di questo post') della situazione, l'Unto tanto atteso dal mondo, quello chiamato dallo stesso Dio ad uscire, da quella caverna, e ad entrare in azione, pubblicamente...

Per sperare, Gotham aveva bisogno della solarità concreta rappresentata dal volto 'alla Robert Redford' (parole di Nolan) del suo eroe - l'Harvey Dent che prometteva l'alba, l'uomo in carne e ossa che appunto poteva continuare ad alimentare la speranza, nella società dell'immagine sempre alla ricerca dei suoi idoli'
Ma per ora, sic stantibus rebus, è meglio, per amor suo, ingannare Gotham sulla verità: è il male minore, vista l''eclissi solare' penosamente verificatasi'

Il 'padre (della patria)' Gordon, per amore, tacerà così la verità alla sua Gotham, sostituendola con la 'bedtime story' del cavaliere oscuro, quello chiaramente non più da emulare' e analogamente il paterno 'maior domo' Alfred, sempre per amore, tacerà la verità (la lettera bruciata di Rachel) al suo 'figlio di un dio minore' (cioè: con la 'd' minuscola' meramente umano), al 'guardiano' pronto a tornare al suo quotidiano lavoro notturno'

E buonanotte a tutti' 'piccolo Bruce' con aspirazioni da giàstiziere compreso'

Insomma: senza più l'amore di una vita (col suo 'scherzo da prete' il Joker gli ha definitivamente tolto anche quello'), ci rimane un cavaliere oscuro di nome' e un 'asso di cuori' infranti' (il suo e quelli della cittadinanza) di fatto: quella maschera che per il V dei Wachowschi rappresenta l''arma' decisiva ' V si presenta pubblicamente al mondo intero come il misterioso Uomo nuovo (nella sua ambiguità assoluta: è un po' Batman e un po' Joker al contempo, un po' investigatore e un po' terrorista') ' il 'mass medium' usato per rivoluzionare lo statu quo e addivenire al 'novus ordo seclorum', per il Bruce Wayne di Nolan resta ancora quale tragico fardello esistenziale, rappresentandone più gli umani limiti innati - Batman, d'altronde, è 'solo' il 'supereroe' senza superole-playeroteri' - che le reali, divine, potenzialità'

Non ci sarebbe che sperare, allora, che in futuro anche Batman possa rinascere anch'egli a cinefila 'nuova vita'' proprio come V (o come il John Belushi illuminato di colpo in Chiesa in 'The Blues Brothers': 'Io ho visto la luce!!!'): allora, sì, potrebbe riuscire dalla sua bat-caverna' e fare, finalmente, 'J for Justice''
Per ora non è così purtroppo: al 'V per vendetta' corrisponde un più misero 'V for vigilante'' per ora non c'è il supereroe, ma solo l'eroe' non c'è il superuomo (al di là del bene e del male), ma solo l'uomo' non c'è un 'cavaliere illuminato' (dalla Grazia), ma solo un 'cavaliere' oscuro'.

'Prima dell'alba', nell'attesa (di un terzo episodio' di un 'Super-bat-man' alla riscossa'), anche Gotham può continuare quindi ancora a sperare'
Gotham sperava in Dent' '
Gotham spera ancora nella Giustizia, nella Democrazia'

Ma, realisticamente, la società di Gotham è malata (è anch'essa lontana dal valore supremo, dal Divino Amore), e il Joker di Nolan questo lo sa, sprezza quel systema democratico che in vero maschera in continuazione quell'orripilante volto nascosto della 'società (in)civile' che è la mera tutela dell'interesse personale ' e con sadica perfidia lo vediamo mettersi a giocherellare tentando di stimolarlo a dare prova del suo 'meglio', che tanto quando è il dunque buoni o cattivi non fa differenza'

Il suo piano per fortuna non va in porto, dei singoli individui non se la sentono ' vuoi per eroismo, vuoi per viltà' - di essere gli artefici ultimi del 'piano artificiere' (come lo era stata invece la amata&amante Evey dei Wachowschi, ultima amorevole tessera del domino'), ma è anche vero che la democrazia ' conteggio delle schede alla mano - il suo 'giàsto', 'vero' e in ultima analisi 'amorevole' responso lo aveva dato'

'Mors tua, vita mea', insomma' e lo spirito civico della 'città-campione', nel momento della prova, ha dimostrato anch'esso di andare a farsi benedire'
E i tre grandi protagonisti, i tre 'campioni' del film, individualmente' mostrano o meno di possedere 'spirito divino''

Forse si potrebbe dir così, rendendo la cosa anche qui con un parallelismo cinefilo-teologico: lontani da Dio, 'il buono, il brutto e il cattivo' di 'S. L. Nolan' ' alias la trimurti formata da Batman, Due facce e Joker ' rappresentano umanamente altrettanti esempi al negativo di mancanza di 'fuoco sacro': il 'buono', Batman, è l'assenza di FEDE, o perlomeno rappresenta in modo evidente una fede mal riposta, e finisce con l'essere colpito dalla maledizione biblica che tocca all''uomo che confida nell'uomo' (anziché in Dio' 'I believe in Harvey Dent'); il 'bello&brutto', alias il Dent a due facce, incarna la SPERANZA anch'essa meramente umana, naturale, fondata sul diritto giàridico, sulla stessa democrazia (o eventualmente sull''uomo forte' al comando, come ai tempi di Cesare), speranza che di fatto si rivela infine aleatoria a tutti i livelli; il 'cattivo', vale a dire il cinico Joker, rappresenta infine l'emblema della totale assenza di CARITA', assenza che contraddistingue pressoché tutta Gotham, e sulla quale egli può far leva per giàstificare il suo 'morale', distruttivamente anarchico, modus vivendi.

'Solo tre cose contano', scrive san Paolo in riferimento alle tre virtù teologali suddette'. E la più importante, quella decisiva, aggiànge lo stesso Paolo, è la carità'

Il male prevale inesorabilmente, a livello individuale&collettivo' allorquando non si verifica il miracolo della carità! E' la carità dunque l'unico 'asso nella manica' che il nostro giàstiziere mascherato potrebbe utilizzare per vincere (filosoficamente) quella carta impazzita che è rappresentata dal Joker.
Viceversa, caro il nostro buon Batman, potrai sì continuare ad operare per la vittoria del bene ' e tale operare è comunque indicativo (ciò che fai definisce chi sei: questa era la morale pragmatista esplicitata in 'Batman begins') ' ma resterai come il Superman di cui il mondo in vero non ha bisogno (cf. la 'morale della comicfavola' dell'ultimo splendido film di Singer: puoi fare di tutto, anche l'impossibile, ma se non lo fai con amore'), e a dirla tutta: una mera parte dell'ingranaggio complessivo, una maschera lugubre che completa quella da pagliaccio nel 'gioco di ruolo' della vita di Gotham.

'It's only a game', sentenziava il decaduto Merovingio in 'Matrix reloaded'' ma come l'eletto Neo anche Batman ad un certo punto cerca di uscire dal gioco, almeno momentaneamente, con quella sua scelta di fondo che si trova obbligato a compiere per il piano architettato da Joker: tra il salvare Dent (la speranza di 'Gotham-Zion') e il salvare Rachel (Trinity) il nostro 'Neo-Batman' non ha dubbi, e per una volta l'ideale di giàstizia lascia spazio all'amore personale, come è giàsto che sia (viceversa si sarebbe dimostrato un cavaliere oscuro di nome' e un uomo miliardario oscuro di fatto' ' insomma: proprio come il 'cavaliere mascarato' Berlusconi! Ah, ah, ah!!! Scherzo Silvio!!!).

Purtroppo, anche in quel caso, il male prevale: 'Dio non stava passando'' a Gotham, ergo il pipistrello è rimasto maledettamente' al buio.
L''asso di cuori'' è spezzato, piange: continuerà a perseguire idealmente l'Ordine, un 'regno' che 'non è di questo mondo', per quanto 'civile' lo si voglia far passare' proprio come il Joker perseguirà il Disordine (il Joker grazie a Batman ha trovato pienamente il suo scopo, un po' come il S. L. Jackson di 'Umbreakable''), magari con qualche fallace speranza in più'
La 'partita a carte' continuerà nel mondo di Gotham, e il nostro jolly perole-playeretuamente emarginato dal mazzo se la continuerà a ridere'

Da cosa derivi il riso cicatrizzato sul volto del nostro antieroe in vero resta un mistero, sul quale lo stesso personaggio si diverte mirabilmente a scherzare': simbolicamente, vedrei il Joker come il 'sintomatico' emblema di una società malata di ingiànzioni allo 'smile', malata di quel 'Think positive' a oltranza, cioè, che è tipico dell''american way of life': bisogna esser positivi, ridere sempre ('alla Tom Cruise'' scusa Tom!!!), emanare 'energie positive'' perché solo così si crea il 'clima giàsto', quello 'scientologycamente' necessario onde poter realizzare il (capitalistico) 'sogno americano' ($$$)'

E il Joker ' che in vero, in partenza, potrebbe esser stato invece uno dei tanti 'poveri diavoli' magari 'appestati' dalla depressione (il 'black eye dog'' beh, al cinico 'canis Joker' gli occhi neri non mancano'), e per questo quindi ulteriormente messi in 'quarantena' (dalle altre 'quaranta carte'), anziché aiutati' ' alla fine il suo 'sogno americano' lo realizza ugualmente: in un modo tutto sui generis, è lui il fortunato, quello che ce l'ha fatta, 'l'uomo che ride' e ora finanche gode nel domandare agli altri i motivi della loro 'innaturale', improvvisa ' e finanche dannosa!! - serietà'

'Into the wild' Gotham, assente un raggio di Sole' regna l'oscurità, fino alla fine: se il Joker 'artista dell'omicidio' di Nicholson si sfracellava a terra rispettando i canoni dell'ordinaria 'morale della favola', chiusa al solito con la morte del villain, il 'filosofo del crimine' di Ledger si salva restandosene a testa in giù, con diabolica supponenza, dinanzi al suo alterego.
In quella splendida scena Joker sembra rappresentare simbolicamente l'invincibile 'energia oscura antigravitazionale', impalpabile, 'eterea', di Gotham, energia inarrestabile che - sia pur contrastata dalla 'materia oscura', 'gravitazionale', rappresentata dal nostro uomo pipistrello - presto o tardi finirà realisticamente (bando alle favole') col travolgere tutto e tutti'

Joker si presenta simbolicamente - volendo evidenziare anche il 'lato positivo' del suo profilo - finanche come la dolorosa spina nel fianco degli ipocriti, l'infermiera ad hoc per un mondo a due facce (ogni riferimento ad un'altra scena splendida di questo film' non è puramente casuale!): in un mondo cioè in cui l'Ordine combacia col Compromesso (col tracciare sentieri a tutte curve, riccamente 'serole-playerentati' [$], anziché la 'retta via''), paradossalmente l'anarchico è almeno in parte la sana, morale, pars destruens' quella altresì che si abbatte contro l''uomo ragioniere', una 'strega' eretica che è messa al rogo dal nostro antieroe (mentre il Bruce Wayne 'eroe per caso' salva l'altro - quello 'buono' - che però la montagna di banconote se la sognava ugualmente') sacrificandola sull'altare delle banconote del suo stesso falso dio'

Insomma 'Lasciate ogni speranza o voi che entrate', si potrebbe chiosare dantescamente pensando a questa Gotham infernale, ritratta da Nolan priva(ta) d'Amore (la musa femminile del film, la 'Beatrice-Rachel' che smuoveva i cuori, ormai è bella che dipartita' in Paradiso).

Si continua a cercare di alimentare speranza' quando in vero, almeno umanamente, quella speranza non è fondata: 'La speranza, come un pipistrello, va sbattendo contro i muri la sua timida ala e picchiando la testa sui soffitti marci', citando 'Bat-Baudelaire' (Spleen)'

Non ci si dà mai domi, ma non si arriva da nessuna parte: la speranza è 'l'espressione della vostra massima forza e al contempo della vostra massima debolezza', sentenziava l'Architetto - il 'Grande Ragionatore' (la fede ce l'ha tutta l'Oracolo') di Matrix ' allo pseudo (dal suo punto di vista) Salvatore Neo di 'Matrix reloaded''

'Benvenuti in un mondo senza regole (morali)', annuncia d'altronde ancora pessimisticamente la stessa locandina di questo film, laddove a pensarci bene anche i saggi anziani, vale a dire i baluardi morali più sicuri ' Fox e Alfred ' vengono fatti rientrare nel 'gioco' dal 'diabolico' Nolan: il primo, al solitomoralmente 'solare', si presterà alla doppiezza 'machiavellica' di Batman facendosi complice una tantum della violazione della privacy dell'intera Gotham, salvo poi, fortunatamente, sigillare proprio col suo nome la distruzione dell'apparecchiatura dàoscuro scrutatorè (dicchiano... beh, lo stessòBatman begins' era iniziato coll'allucinogeno fiore blu..). e la 'chiusura della (decisamente pipistrellesca') pratica'; il secondo, moralmente più 'oscuro', con la sua 'storiella-parabola' alla fine presenterà a Bruce la distruzione totale come possibile soluzione (decisamente disincantata: a mali estremi' estremi rimedi') agli altrimenti umanamente irrisolvibili problemi ormai presenti in città, mi verrebbe da dire: neanche fosse stato, in passato, un adepto di Ra's al Ghul e della sua setta di ombrosi 'mostri della ragione' che in passato avevano già completamente distrutto Costantinopoli, Roma, Londra etc'

Ci resta il 'terzo padre', il neopromosso Commissario Gordon, che resta però soprattutto quale emblema di disillusione: tanto abile e astuto nel debellare il crimine a livello sociale' quanto infine impotente nell'aiutare la persona che gli sta più a cuore a livello familiare, quel figlio a cui poco prima aveva raccontato la 'favola' di un uomo che è capace di salvar la vita a un supereroe'

Svegliati ragazzo: 'welcome to the desert of the real'' e se non c'è un Eletto, un 'Bat-Risvegliato' (cf. la primissima scena di Bale in 'Batman begins', decisamente simil Neo')' so' 'pipistrelli amari'' '

Firmato:
Morole-playerheus

Voto: 4 e œ su 5. Film stilisticamente 'di rottura' nell'ambito dei comicomeovie (finanche rispetto al suo stesso prequel), qualitativamente in cima alla lista del suddetto genere (assieme a 'V per vendetta'), genere dal quale quest'opera sembra come volersi estraniare, con un realismo della cornice tecnica (ambientazioni urbane, direzione della fotografia) che va in parallelo a quello del quadro dei contenuti sviluppati'

Per l'autore Nolan direi forse un piccolo passo indietro rispetto alla perfezione formale complessivamente raggiànta col precedente 'The prestige': manca qui e là il giàsto ritmo, il respiro del grande capolavoro, e in tal senso direi che questa nuova avventura di Batman è una storiàda leggersì per i suoi (importanti) contenuti, riga per riga... più chèda vedersì per la sua forma (equilibrio complessivo, ritmo della narrazione)...

Per il resto menzione d'onore al Joker, che ha rubato' la scena a tutti e regalato in continuazione brividi e tensione, conquistando fin dall'inizio (il lungo prologo culminante con lo 'scherzetto' della 'bomba' in bocca è perfetto) il mio cuore di spettatore'
Dedico a lui questo 'post arronfante' (per quanto lungo'), sperando che da buon Joker apprezzi il 'paradosso necrologico', ora che è eternamente sveglio in cielo'
R.I.P.HEATH

P.S.: A ripensarci, magari aggiàngerei quale nota negativa la scelta di casting della Gyllenhaal: effettuata penso soprattutto in base alla somiglianza fisica con la Holmes, la nuova Rachel mi è sembrata troppo mascolina e depressa per un film che di per sé è già cupo e tutto al maschile' personalmente rimpiango la più dolce femminilità e gli stessi sentimenti di tristezza che aveva saputo evocare la moglie di Cruise.

P.S.: Nota di merito tutta italica: le scelte di gusto 'made in Italy' di Bruce Wayne (vestiti Armani, auto Lamborghini, moto MV Agusta), forse un omaggio implicito allo stesso Bob Kane e al suo amore per l'Italia: sugli extra di un doved ho appreso che l'idea stessa di creare il personaggio dell'uomo col mantello da pipistrello gli venne, in principio, guardando raffigurazioni dei disegni di Leonardo da Vinci, così come poi anche l'abitare di Wayne in un castello fu ricalcato sul suo desiderio giovanile di vivere in un castello proprio in Italia'

''''''''''..

'Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto col mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna' (I Re 19, 11b-13a)

Ericrap se il tuo è un metodo perché nessuno legga i tuoi post ci riesci alla grande.

La prossima volta cerca di essere più sintetico please e forse ci verrà voglia di leggere che hai da dire.

G

non disturbare l'artista!

SPOILER!!!!!

SPOILER!!!!!

SPOILER!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ericrap è un piacere leggere i tuoi post... ma io avrei una domanda molto terra terr riguardo al finale del film... insomma c'era proprio bisogno di addossare la colpa degli omicidi dei poliziotti al nostro Cavaliere oscuro'
Non si poteva ottenere lo stesso risultato (seplificando: salvaguardare la reputazione di Dent) dando la colpa, che ne so, magari allo stesso joker, o alla mafia''' Penso che il finle ci stia benissimo,ma forse appare un pò troppo "costruito"... Voi che ne pensate'''

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