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Tolleranza e integralismo...
Cita da Juliet su 21 Aprile 2005, 14:29non voglio più sentire richieste di abolire i canti natalizi o di levare i crocefissi dalle scuole o cose del genere.
Perchè se un occidentale facesse una richiesta del genere in un paese musulmano , probabilmente verrebbe messo in carcere a vitaHai ragione, perchè fare tante questioni per cose che tutto sommato contano "poco"... Se sei musulmano, nessuno ti obbliga a cantare o a considerare il crocifisso un simbolo sacro... E d'altra parte obbligare i musulmani a togliere il velo mi sembra totalmente sbagliato... Soprattutto se è un velo che non impedisce di vedere il volto... Si tratta di sopravvaricazioni che sono, credo, assolutamente inutili e sbagliate... 🙄
non voglio più sentire richieste di abolire i canti natalizi o di levare i crocefissi dalle scuole o cose del genere.
Perchè se un occidentale facesse una richiesta del genere in un paese musulmano , probabilmente verrebbe messo in carcere a vita
Hai ragione, perchè fare tante questioni per cose che tutto sommato contano "poco"... Se sei musulmano, nessuno ti obbliga a cantare o a considerare il crocifisso un simbolo sacro... E d'altra parte obbligare i musulmani a togliere il velo mi sembra totalmente sbagliato... Soprattutto se è un velo che non impedisce di vedere il volto... Si tratta di sopravvaricazioni che sono, credo, assolutamente inutili e sbagliate... 🙄
Cita da Boomer su 21 Aprile 2005, 14:47il velo in se non è proibito in nessun paese.
quello che è proibito al 99% nei paesi occidentali è il burka, o come lo vogliamo chiamare, insomma, quella specie di scafandro con appena una retina per riuscire a vedere.
In ogni caso, quale sia la loro legge e quale sia la nostra, non si può andare in un altro paese e fare quello che si vuole.
Cosi come un occidentale non può girare per le strade di calcutta sgozzando vacche, o come un occidentale non può pretendere di mangiare un panino al prosciutto in un ristorante egiziano.
quello che mi da fastidio in realtà, è la mancanza di vie di mezzo.
Leggevo l'altro giorno di una polemica relativa ai bambini musulmani che si trovano il prosciutto nei piatti quando vanno a mensa:
E' giàsto obbligarli a mangiare prosciutto' assolutamente no, sopratutto per una cosa come questa.
Ma non è neanche giàsto che venga proposto di togliere il prosciutto dalle nostre mense solo perchè urta la sensibilità alimentare di qualcun altro.
La questione dei crecifissi nelle scuole è solo la punta dell'iceberg e a mio avviso avremmo dovuto considerarla con maggiore durezza: e questo non per una questione di fondamentalismo religioso, ma per il semplice motivo che nessuno può venire in casa nostra (dove con casa nostra intendo l'italia) a dettare le sue regole.
E torno a ripetere che il mio, anche se può non sembrare, è un discorso da non razzista.
il velo in se non è proibito in nessun paese.
quello che è proibito al 99% nei paesi occidentali è il burka, o come lo vogliamo chiamare, insomma, quella specie di scafandro con appena una retina per riuscire a vedere.
In ogni caso, quale sia la loro legge e quale sia la nostra, non si può andare in un altro paese e fare quello che si vuole.
Cosi come un occidentale non può girare per le strade di calcutta sgozzando vacche, o come un occidentale non può pretendere di mangiare un panino al prosciutto in un ristorante egiziano.
quello che mi da fastidio in realtà, è la mancanza di vie di mezzo.
Leggevo l'altro giorno di una polemica relativa ai bambini musulmani che si trovano il prosciutto nei piatti quando vanno a mensa:
E' giàsto obbligarli a mangiare prosciutto' assolutamente no, sopratutto per una cosa come questa.
Ma non è neanche giàsto che venga proposto di togliere il prosciutto dalle nostre mense solo perchè urta la sensibilità alimentare di qualcun altro.
La questione dei crecifissi nelle scuole è solo la punta dell'iceberg e a mio avviso avremmo dovuto considerarla con maggiore durezza: e questo non per una questione di fondamentalismo religioso, ma per il semplice motivo che nessuno può venire in casa nostra (dove con casa nostra intendo l'italia) a dettare le sue regole.
E torno a ripetere che il mio, anche se può non sembrare, è un discorso da non razzista.
Cita da CHRoNic su 21 Aprile 2005, 15:15Leggevo l'altro giorno di una polemica relativa ai bambini musulmani che si trovano il prosciutto nei piatti quando vanno a mensa:
E' giàsto obbligarli a mangiare prosciutto' assolutamente no, sopratutto per una cosa come questa.
Ma non è neanche giàsto che venga proposto di togliere il prosciutto dalle nostre mense solo perchè urta la sensibilità alimentare di qualcun altro.L'esempio calza. :ok:
Leggevo l'altro giorno di una polemica relativa ai bambini musulmani che si trovano il prosciutto nei piatti quando vanno a mensa:
E' giàsto obbligarli a mangiare prosciutto' assolutamente no, sopratutto per una cosa come questa.
Ma non è neanche giàsto che venga proposto di togliere il prosciutto dalle nostre mense solo perchè urta la sensibilità alimentare di qualcun altro.
L'esempio calza. :ok:
Cita da Jestas su 21 Aprile 2005, 17:45perfetto direi! la tolleranza e il rispetto deve essere di tutti verso tutti, non c'è altra legge non relativa
perfetto direi! la tolleranza e il rispetto deve essere di tutti verso tutti, non c'è altra legge non relativa
Cita da BiaFra su 21 Aprile 2005, 18:54Il problema è che spesso la tolleranza viene attuata da un punto di vista no consono all'altra persona...Un egiziano non ti preparerà mai un panino al prosciutto neanche per ospitalità...la diversità esiste, va capita ma soprattuttò rispettata...
Il problema è che spesso la tolleranza viene attuata da un punto di vista no consono all'altra persona...Un egiziano non ti preparerà mai un panino al prosciutto neanche per ospitalità...la diversità esiste, va capita ma soprattuttò rispettata...
Cita da Boomer su 21 Aprile 2005, 21:24Il problema è che spesso la tolleranza viene attuata da un punto di vista no consono all'altra persona...Un egiziano non ti preparerà mai un panino al prosciutto neanche per ospitalità...la diversità esiste, va capita ma soprattuttò rispettata...
Il problema non è l'egiziano che deve preparare un panino al prosciutto, è che noi occidentali non dovremmo neanche sognarci di chiederlo.
ma la cosa deve essere reciproca, perchè se io rispetto le tue tradizioni e tu sputi addosso alle mie allora difficilmente potremmo andare d'accordo.
le differenze di cultura sono già cause di malumori, se poi ci aggiàngiamo la mancanza di rispetto verso gli altri ci ritroviamo con una miscela esplosiva
Il problema è che spesso la tolleranza viene attuata da un punto di vista no consono all'altra persona...Un egiziano non ti preparerà mai un panino al prosciutto neanche per ospitalità...la diversità esiste, va capita ma soprattuttò rispettata...
Il problema non è l'egiziano che deve preparare un panino al prosciutto, è che noi occidentali non dovremmo neanche sognarci di chiederlo.
ma la cosa deve essere reciproca, perchè se io rispetto le tue tradizioni e tu sputi addosso alle mie allora difficilmente potremmo andare d'accordo.
le differenze di cultura sono già cause di malumori, se poi ci aggiàngiamo la mancanza di rispetto verso gli altri ci ritroviamo con una miscela esplosiva
Cita da Jestas su 22 Aprile 2005, 4:03ci vuole sensibilità, attenzione... e anche l'umiltà di capire quando l'altro proprio non reggeva abbastanza per averle, e anche la sagacia per accorgersi quando invece ci si sta marciando.. è un equilibrio impossibile a cui bisogna tendere
ci vuole sensibilità, attenzione... e anche l'umiltà di capire quando l'altro proprio non reggeva abbastanza per averle, e anche la sagacia per accorgersi quando invece ci si sta marciando.. è un equilibrio impossibile a cui bisogna tendere
Cita da hard1 su 22 Aprile 2005, 9:58Se per integralismo intendiamo, unificare la personalità degli individui, allora rispondo come disse Rudolf Giuliani: TOLLERANZA ZERO.
Il velo o certi atteggiamenti dettati da tradizioni tendono a rendere uguali tutte le persone (nel caso del velo, le donne). Come la fabbrica che veste tutti gli operai uguale, per rendere le differenze pari a zero (Taylor docet).
Troppo spesso l'integralismo toglie aria alla libertà delle persone. Quindi secondo me, andrebbe eliminato completamente. Chi mi obbliga, per stupide tradizioni, a comportarmi, vestirmi o ad essere, in certi modi''
Matrix è intorno a noi.
Se per integralismo intendiamo, unificare la personalità degli individui, allora rispondo come disse Rudolf Giuliani: TOLLERANZA ZERO.
Il velo o certi atteggiamenti dettati da tradizioni tendono a rendere uguali tutte le persone (nel caso del velo, le donne). Come la fabbrica che veste tutti gli operai uguale, per rendere le differenze pari a zero (Taylor docet).
Troppo spesso l'integralismo toglie aria alla libertà delle persone. Quindi secondo me, andrebbe eliminato completamente. Chi mi obbliga, per stupide tradizioni, a comportarmi, vestirmi o ad essere, in certi modi''
Matrix è intorno a noi.
Cita da BiaFra su 22 Aprile 2005, 11:41Per tendere a questo equilibrio ci vuole cultura e nessuna imposizione da parte di qualcos'altro o qualcun altro...
Per tendere a questo equilibrio ci vuole cultura e nessuna imposizione da parte di qualcos'altro o qualcun altro...
Cita da Father_Abbot su 16 Maggio 2005, 22:54Tento un reloaded di questo interessantissimo post, scusandomi
per non avere postato prima nel merito.Volevo nello specifico provare a riprendere la dicussione dall'inizio stesso del topic, perchè a mio parere potrebbe essere parziale e fuorviante ritenere sinonimi relativismo e tolleranza; per cui piuttosto che focalizzarmi sulla società multietnica (come si è evoluta la discussione incentrata quasi tutta sullo scontro tra civiltà) volevo provare ad argomentare sui motivi della contrarietà del Pontefice, e di vaste aree della Chiesa, verso questa corrente di pensiero.
Il relativismo è un "prodotto" della filosofia della ragione o del pensiero debole, di cui in Italia sono eminenti esponenti ad esempio Gianni Vattimo (sopra tutti), Massimo Cacciari e parzialmente anche agnostici come Enrico Rusconi (fautore dell'ateismo morale).
Secondo il pensiero debole la ragione umana non è in grado di comprendere e discernere le leggi universali, per cui tale pensiero si pone in posizione antitetica rispetto all'illuminismo ed alla sua illusione di piegare le leggi universali nella metrica matematica, racchiudendole nella legge universale del determinismo matematico.
Ma se la ragione è incapace di comprendere le leggi ed i principi universali, di fatto non è in grado di apprezzare differenze e stilare classifiche di merito tra i principi filofofici e teologici, tra le norme universali e divine e tra quelle umane e consuetudinarie.
E questa assenza di graduatoria morale ed universale di fatto porta a considerare tutto lo scibile indistinto, di pari spessore e valenza intellettuale e morale.Se la ragione non può trascendere ad esempio dunque la fede non può più essere classificata nella sfera dei principi e delle norme universali (chimere che la ragione non può comprendere), ma viene declassata nella sfera dell'abitudine e dell'illusione, al pari di ogni altra attività intelletuale umana.
E' chiaro che questa è una visione estremamente agnostica dell'universo, che è sicuramente figlia delle scarse certezze della sociatà attuale, ma la cui deriva non può che portare all'ateismo ed alla dispersione del messaggio religioso. E di fatto sono queste le idee contro le quali il Papa si è scagliato contro, non la tolleranza.
E sono queste le derive su cui la Chiesa si dovrà confrontare nei mesi ed anni futuri, una deriva che è ad esempio saldamente radicata in ampie fasce della sinistra italiana, sposandosi con una visione del mondo materialista e determinista.
Aggiàngo che purtroppo la cultura di centro-destra in Italia (ed in generale in Europa) ha abdicato negli ultimi anni dal centro dell'agone intellettuale, lasciando campo libero all'assalto dei pensatori liberal agnostici, e di fatto aprendo una frattura con la parte più laica e liberale della società borghese, frattura che oggi emerge con una distanza marcata tra questi ceti abbienti ed acculturati e la destra europea, frattura che può essere rimarcata sia dal punto di vista iconografico (predominio del look di sinistra, liberal e minimalista) ed escatologico (assenza di valori di destra).
FA
Tento un reloaded di questo interessantissimo post, scusandomi
per non avere postato prima nel merito.
Volevo nello specifico provare a riprendere la dicussione dall'inizio stesso del topic, perchè a mio parere potrebbe essere parziale e fuorviante ritenere sinonimi relativismo e tolleranza; per cui piuttosto che focalizzarmi sulla società multietnica (come si è evoluta la discussione incentrata quasi tutta sullo scontro tra civiltà) volevo provare ad argomentare sui motivi della contrarietà del Pontefice, e di vaste aree della Chiesa, verso questa corrente di pensiero.
Il relativismo è un "prodotto" della filosofia della ragione o del pensiero debole, di cui in Italia sono eminenti esponenti ad esempio Gianni Vattimo (sopra tutti), Massimo Cacciari e parzialmente anche agnostici come Enrico Rusconi (fautore dell'ateismo morale).
Secondo il pensiero debole la ragione umana non è in grado di comprendere e discernere le leggi universali, per cui tale pensiero si pone in posizione antitetica rispetto all'illuminismo ed alla sua illusione di piegare le leggi universali nella metrica matematica, racchiudendole nella legge universale del determinismo matematico.
Ma se la ragione è incapace di comprendere le leggi ed i principi universali, di fatto non è in grado di apprezzare differenze e stilare classifiche di merito tra i principi filofofici e teologici, tra le norme universali e divine e tra quelle umane e consuetudinarie.
E questa assenza di graduatoria morale ed universale di fatto porta a considerare tutto lo scibile indistinto, di pari spessore e valenza intellettuale e morale.
Se la ragione non può trascendere ad esempio dunque la fede non può più essere classificata nella sfera dei principi e delle norme universali (chimere che la ragione non può comprendere), ma viene declassata nella sfera dell'abitudine e dell'illusione, al pari di ogni altra attività intelletuale umana.
E' chiaro che questa è una visione estremamente agnostica dell'universo, che è sicuramente figlia delle scarse certezze della sociatà attuale, ma la cui deriva non può che portare all'ateismo ed alla dispersione del messaggio religioso. E di fatto sono queste le idee contro le quali il Papa si è scagliato contro, non la tolleranza.
E sono queste le derive su cui la Chiesa si dovrà confrontare nei mesi ed anni futuri, una deriva che è ad esempio saldamente radicata in ampie fasce della sinistra italiana, sposandosi con una visione del mondo materialista e determinista.
Aggiàngo che purtroppo la cultura di centro-destra in Italia (ed in generale in Europa) ha abdicato negli ultimi anni dal centro dell'agone intellettuale, lasciando campo libero all'assalto dei pensatori liberal agnostici, e di fatto aprendo una frattura con la parte più laica e liberale della società borghese, frattura che oggi emerge con una distanza marcata tra questi ceti abbienti ed acculturati e la destra europea, frattura che può essere rimarcata sia dal punto di vista iconografico (predominio del look di sinistra, liberal e minimalista) ed escatologico (assenza di valori di destra).
FA