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Tunnel

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Strade di Zion
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Mathias scruta preoccupato la folla, crescente e montante come una marea sporca di greggio e di sozzura oleosa, riversata dalle onde sulla spiaggia....
Ovunque posi lo sguardo visi accaldati e facce vocianti, ebbre di eccitazione e di una strana e perversa euforia che svuota la psiche della folla e genera mostri......
Ogni tanto nel fiume di membra affiora un qualche lineamento noto e famigliare, Mathias si aggrappa a quelle conoscenze per non affondare nell'inquietudine dell'ignoto.......

Mentre resta immobile, in attesa delle direttive di Zeus, e si guarda intorno con preoccupazione, intravede per un istante il profilo famigliare e raffinato di Isabel, una recluta che aveva conosciuto al centro reclutamento, ma il moto ondoso della folla nasconde celermente quel bel viso da bambola, cesellato nella porcellana, portandolo lontano dalla sua vista.

Mathias incrocia le braccia, a estrema difesa del suo spazio vitale, e si isola nella sua tecnica personale di respirazione, rilassando il ventre e la mente, abbandondosi al fluire degli avvenimenti senza ullteriore preoccupazione; quel mare in piena lo avrebbe trascinato ma non travolto, e Zeus non avrebbe sicuramente messo a repentaglio la sicurezza del suo equipaggio, e avrebbe saputo tenerli lontano dai guai, anche quei guai che vedeva delinearsi sotto i suoi stessi occhi.......

Ritorna a fissare Zeus, e nel girare la testa verso il capitano, nota con la coda dell'occhio un ragazzo avvicinarsi alla crew, come trascinato verso di loro dalla folla, avvinto nella calca da un abbraccio soffocante, un giovane dalla pelle pelle scura e dal viso duro, con lineamenti di tipo asiatico...........

Rimane li quando, le verdi iridi scorgono le figure che conosce, reclute appartenenti ad altre navi.
La folla si muove, il vociare non par cessare mentre le riempe la testa, mentre riprende a scorgere la figura di Mathias. Sorride mentre assottiglia lo sguardo nel scrutarlo molto bene, poi finalmente si muove, andando verso la sua direzione. La folla purtroppo ostruisce il passaggio ma con audacia fermezza riesce a farsi spazio ed a giàngere a pochi passi da egli.
Finalmente la sua figura può essere scorta dall'uomo quando, si ferma col fiatone, un mesto sorriso compare in quelle rubinee labbra quando proferisce a tono gentile
<<è un pò difficile capire quale sia la giàsta via non trovate'>> mentre ora osserva bene le fattezze dell'uomo <<mi chiamo Isabel e sono una recluta della Belenos>> mentre tende il braccio verso di lui, alquanto composta e formale la presentazione.

Li ha sempre visti armeggiare e darsi da fare intorno alle loro Hovercrafts, adesso sono tutti lì in mezzo alla folla come lui, non conosce i loro nomi ma sa benissimo chi sono, ecco il ragazzo con la bandana e quello molto alto con i capelli lunghi neri alla sua destra, più avanti quasi impossibile da scorgere c'è anche quel tipo robusto col pizzetto e proprio a pochi metri da lui riconosce quella bella ragazza con i capelli neri mossi che parla con quell'uomo sempre vestito di nero e i capelli corti brizzolati.
Poi si gira e cerca di riconoscere altri membri degli equipaggi fra la gente, vede anche il Capitano della Belenos Moebius....per un istante Haga riesce a estraniarsi dal rumore e dalla confusione e mentre fissa la figura di Zeus che si allontana, si sente forte e sicuro, sente che stare in mezzo a loro e come sentirsi a casa sente la stessa sicurezza e la stessa tranquillità che ti trasmette una famiglia.
Non sa quasi niente del suo passato, di cosa vuole dire avere una vera famiglia e una vera casa, i suoi ricordi più vicini a tutto questo sono legati alla sua famiglia adottiva di Zion e a quel piccolo buco talmente stretto dove può solo cercare di dormire.
Si rende conto però in quel momento che se può provare quelle sensazioni vuol dire che da qualche parte esiste la sua casa e la sua famiglia, se il passato gli sembra tanto confuso e vago il presente e il futuro gli sembrano molto più chiari e sicuri.
*Non devo perderli di vista e devo riuscire a imbarcarmi con loro a costo di nascondermi nella stiva di carico o di rimanere attaccatto sotto allo scafo con le unghie*

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Strade di Zion - orario indefinito
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Mentre controlla la situazione e cerca di tenere a freno la tensione, Mathias nota riemergere nuovamente dalla folla la ragazza di prima, stavolta ferma a pochi passi da lui, lo sguado rivolto verso di lui.

Mathias per un istante si perde in quelle intensissime verdi iridi, profonde come uno smeraldo, ammirandone le labbra rosse schiuse nonostante la tensione del momento in un sorriso affascinante, seppure mesto, mentre si rivolge a lui con tono gentile:

<<E' un pò difficile capire quale sia la giàsta via non trovate'
Mi chiamo Isabel e sono una recluta della Belenos>>

Isabel tende il braccio verso di lui, e lui la avvicina a sè rubandola dall'abbraccio della folla, facendola respirare meglio in quell'angolo di relativa tranquillità che si era creato intorno all'equipaggio di Zeus.

<<L'onore è tutto mio Isabel, io sono Mathias, recluta della Olimpus, purtroppo il piacere di conoscerti è rovinato da questa aria grama, che spira e che promette tempesta......>>

Mathias nota che nella folla si era ulteriormente avvicinato anche il ragazzo dai lineamenti duri, gli occhi vagamente orientali sono per un istante incrociati ai suoi, poi rivolge di nuovo l'attenzione alla ragazza di fronte a lui:

<<Isabel temo che oggi vie giàste non ne esistono, non ci resta che aspettare che la folla diminuisca.....>> e le sorride lievemente

*visti da vicino i suoi lineamenti sono ancora più belli....*

Entrambi si guardano intorno, non senza essersi scambiato un ultimo sguardo di apprezzamento silenzioso.....

A quel contatto, lei afferra con dolcezza la mano di lui

<<Grazie>>

il tono è gentile e caldo nel rivolgersi mentre un pochino si systema gli indumenti. Lo sguardo ora incrocia quella dell'uomo notando il suo interesse, un sorriso mesto compare forse per nascondere da parte sua, la sua curiosità verso quella figura così elegante e gentile.

<<La Olimpus, del Capitano Zeus se non sbaglio>> mentre si guarda attorno notando anche i vari volti dell'equipaggio a cui Mathias fa parte <<ho sentito molto parlare di voi, ma non preoccupatevi, magari se non fosse stato in quest'incontro forse non ci saremo mai incontrati.>> si guarda intorno infine e con un tono velatamente serio proferisce <<mi domando quale sia la causa della tempesta>> voltandosi di nuovo ed osservando Mathias negli occhi.

Al notare l'attenzione dell'uomo verso qualcosa, di nuovo volge l'attenzione verso l'oggetto del suo interesse, e nota un ragazzo dai duri lineamenti e dagli occhi orientali, un sorriso mesto compare per infine rivoltarsi di nuovo verso l'uomo.

<<lo conoscente'>> per infine ascoltare le sue parole <<bè però si può sperare >> suona vagamente malinconica quella frase, per infine scemar in un di nuovo sorriso gentile, si sente bene in sua compagnia.

Ovunque in Zion

Una voce femminile e apersonale, proveniente dagli altoparlanti:

<< Purtroppo comunichiamo a Zion la notizia della morte dell'onorato Capitano Moebius per mano di ignoti. Domani verrà svolto il suo funerale in pubblico nella zona del Foro. La memoria del Capitano rimarrà sempre nei nostri cuori. Comunicazione terminata. >> "Do-Ding".

La registrazione, replicata per tre volte da tutti gli altoparlanti e voluta esplicitamente dal consiglio, è stata appena trasmessa.
Zion aveva perso un altro difensore.

Strade di Zion - mattino presto

Lungo i tunnel e i corridoi che attraversa per raggiàngere la Darsena non incontra quasi nessuno, per terra ci sono ancora molte tracce dei tumulti del giorno prima, vetri rotti spranghe di ferro piegate, indumenti stracciati, qualche scarole-playera abbandonata e tanti cartelli rotti e brandelli di striscioni.
Hagakure cammina più lentamente del solito, la testa gli duole e il senso dell'equilibrio è leggermente alterato dalla febbre, prima di uscire ha preso delle medicine che lo aiuteranno a far svanire gli effetti della febbre e recuperare le forze in fretta.
*Come inizio non è dei migliori...* pensa mentre arriva davanti all'ingresso della Darsena *......ma comunque sia iniziata la mia avventura non importa.......quello che conta e che sia iniziata*

(Alba In un balconato dove si scorge tutti i piani di Zion)

Non aveva dormito.
Dopo quello che era successo non riusciva a dormire.
Per quanto il suo modo di rapportarsi col mondo fosse distaccato, dentro di lei cresceva questo senso di responabilità e di attaccamento verso quel mondo che ancora non definiva "Casa". Infondo non lo ha mai fatto nemmeno quando era collegata.
Quel avvenimento al Foro, si riproduceva in continuazione nella sua memoria e le parole che aveva udito al Consiglio gli rimbombava in testa.
Le mani afferrano la sbarra, ora mentre le iridi scorgono l'altezza, nota anche luci, sembrava un'albero di Natalizio.
Un sorriso ironico compare nel placido volto:
<in fondo nn ho nemmeno visto uno vero>
una voce profonda soave e velata di Malinconia.

<< Purtroppo comunichiamo a Zion la notizia della morte dell'onorato Capitano Moebius per mano di ignoti. Domani verrà svolto il suo funerale in pubblico nella zona del Foro. La memoria del Capitano rimarrà sempre nei nostri cuori. Comunicazione terminata. >> "Do-Ding".

A quella comunicazione, tutto sembrò fermarsi.
Il tempo aveva arrestato il suo corso, ora il Silenzio, come un Tiranno regna sovrano.
Alle sue orecchie bene poteva sentire, il respiro che divenne più affannoso, accellerarono i battiti del suo cuore, mentre l'espressione rimane interdetta dalla notizia.
Abbassando il capo, la frangia le copre gli occhi, sgorga una amara lacrima che solca il viso pallido, segnato dalla stanchezza. La presa alla sbarra si fa più forte, mentre la lacrima ora cade posandosi sul dorso della sua mano.
A quel contatto ora sposta lo sguardo su di essa notando la lacrima, l'espressione muta, sorole-playerresa appare, di vedere quella lacrima versata, per tutte quelle che ha versato nella sua fittizzia vita, pensava di non averle più e di non aver nemmeno più motivo per versarle.
Ricorda ora, gli insegnamenti del Capitano sulla realtà, l'aiuto che le aveva dato sulla struttura Dojo ed ora, la sua figura nella sua mente si frantuma in mille frammenti di luce argentata.
Emerge un'effimero sorriso da quelle purole-playeruree labbra.
Triste.
Versata la lacrima, per colui che, ora, quando è troppo tardi, ha significato per lei.... Tanto.

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