Hugo Weaving parla di Cloud Atlas.
In Cloud Atlas, film dei fratelli Wachowski, Weaving interpreta molteplici personaggi: un diavolo, un assassino, un uomo d’affari del XIX° secolo. Ma il ruolo che ha davvero colpito gli spettatori al Toronto Film Festival è stato quello dell’infermiera Noakes, una brutale inserviente che minaccia i residenti di una casa di riposo. Il ruolo del travestito offre a Weaving la rara opportunità di far sfoggio dei suoi ‘fendenti’ comici, ed è anche la prima volta che indossa degli abiti da donna sovrappeso in un film. Abbiamo parlato con Weaving riguardo la sua interpretazione della versione sadomasochista dell’infermiera Ratched (l’antagonista principale del romanzo Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo e dell’omonimo adattamento cinematografico, ndt.), il lavoro con Lana Wachowski e sul perché Cloud Atlas potrebbe ‘essere troppo’ per alcune persone.
L’infermiera Noakes è stata un grande successo di pubblico. Avevi delle imbottiture sotto i vestiti’
Oh si! Indossavo un enorme vestito da donna sovrappeso. E poi tutti gli accessori: calze da donna, tacchi a spillo e gonna. E infine, ovviamente, tutte le protesi: collo, guance, volto, mento ed originariamente naso, ma poi per quest’ultimo abbiamo lasciato perdere. E le labbra, avevo delle labbra finte. Quindi era davvero al limite dell’estremo. E’ stato davvero il personaggio più difficile che io abbia dovuto gestire a livello fisico. Mi sentivo come se non mi trovassi mai del tutto a mio agio nel posto in cui volevo stare, impersonandola fisicamente. Avrei preferito aver avuto più tempo per lei. Ci volevano quattro ore per inserire le protesi, quindi non ho avuto mai tempo per trastullarmi in giro sotto quelle vesti. E’ stato qualcosa di difficile per tutti quanti noi. Ma lei è sempre stata il personaggio che ho amato. Mi è piaciuto leggere le sue parti nel romanzo, ed anche nella sceneggiatura.
Hai incanalato l’immagine di qualcuno durante la sua interpretazione’
No, non molto in realtà. Ma avevo visto prima Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, perché ho pensato che lei fosse una versione sadomasochista dell’infermiera Ratched. Ma fisicamente lei è anche molto simile ad un mostro.
Avevi mai dovuto indossare un abito imbottito per un ruolo fino a quel momento’
In teatro si, ma non in un film.
Mi sà tanto di un film divertente per gli attori, come se vi trovaste insieme in un ensemble teatrale.
Mi piace quella sensazione di pièce teatrale perché, come spettatore del film, ti viene costantemente ricordato che quelli sono attori che interpretano dei ruoli, perché li vedi sotto un altro aspetto in continuazione, e questa è una cosa insolita da vedere in un film. Non fa parte del nostro linguaggio cinematografico. Cerchiamo (invece) di creare questa sorta di realtà naturale, in modo che la gente possa entrare in questo mondo dei sogni. Spesso penso che nei film limitiamo un po’, per non dire un bel po’ in realtà, la nostra immaginazione… Le cose diventano del tutto scontate.
I molteplici generi di Cloud Atlas lo rendono un film difficile da descrivere.
E’ così, e lo rendono anche un film difficile da accettare e da guardare, perché si trova al di fuori della loro esperienza e quindi è sbagliato. Ed infatti sospetto che questo rappresenterà il problema principale per alcune persone: perché è insolito, è come dire: ‘Ehhh non è adatto a me perché non avevo visto mai niente di simile finora e volevo che fosse così. Perché non l’hanno fatto in quel modo” Ma ciò che penso sia sorprendente in questo film è che è completamente rivoluzionario nella sua struttura. E’ molto allegro, sebbene sia un film serio. Riesce ad incorporare straordinariamente bene tutti questi elementi, ma penso che per alcune persone sarà un po’ troppo.
Quando i Wachowski sono venuti da te per il ruolo, hai detto subito di si’
In realtà leggemmo tutti il libro durante le riprese di V Per Vendetta. Quindi diciamo che conoscevo molto bene la storia. E poi ho letto tutte le opere di David Mitchell ed amo tantissimo i suoi lavori. In seguito seppi che stavano lavorando sulla sceneggiatura, e quando Andy mi chiamò e disse: ‘C’è un copione in arrivo per te e questi sono i ruoli che vorremmo che tu interpretassi.’ Io sapevo già quali ruoli fossero. Conoscevo la storia e il libro, quindi è stato un copione semplice da leggere ed un magnifico adattamento per un romanzo stupendo e complesso. Ho accettato quasi immediatamente.
Ho appena terminato di leggere l’articolo del The New Yorker sui Wachowski in cui si fa accenno di quanto sia più felice Lana da quando è diventata una donna. Hai avuto la stessa impressione mentre lavoravi con lei’
Si, penso proprio di si. Non avrei mai detto, quando incontrai per la prima volta Larry, che non fosse contento e che non parlasse delle stesse cose di cui lei parla ora. Ma so che, avendo parlato con lei negli ultimi anni di Matrix, iniziava a venir fuori l’intera questione, ed in seguito conversammo riguardo questa cosa. So che per lei è stata una transizione gravosa. Indubbiamente ora è più felice di quanto non lo fosse stata finora, ma di certo non l’avrei necessariamente capito solo grazie all’aspetto esteriore.
Lo Hobbit uscirà tra pochi mesi. Ci hai pensato due volte prima di interpretare nuovamente Elrond’
No, mi è sembrato che fosse solo ciò che dovevo fare, in realtà. Ci sono le stesse persone in quel mondo, è lo stesso mondo e c’è lo stesso regista. Non mi sembrava giusto non prendervi parte. Per la verità ricordo che in Nuova Zelanda dissi a Peter (Jackson, ndt.): ‘Oh bene, immagino che ti vedremo dirigere Lo Hobbit.’ E lui mi rispose: ‘No, non farò Lo Hobbit. Non faremo Lo Hobbit.’ Al ché io dissi:’Certo che lo farai.’ Si sa che in realtà non voleva dirigerlo lui inizialmente, l’avrebbe fatto Guillermo Del Toro, ma alla fine si è ritrovato dietro la macchina da presa. Per questo motivo tornare lì e ripercorrere nuovamente quel cammino mi è sembrata la cosa giusta da fare.
Fonte: www.vulture.com di Mina Hochberg
Traduzione: di Mario Conoscitore aka MariuxReloaded di whatisthematrix.it