La ricerca del senso Virtuale.
Di fatto, oggi siamo arrivati finalmente a sperimentare i “sapori virtuali” concretizzando ciò che pochi anni fa era ancora fantascienza: in Giappone l’equipe di ricercatori guidata dal professor Michitaka Hirose del Research Center for Advanced Science and Technology della Tokyo University, ha messo a punto un sistema di realtà virtuale e aumentata che fa compiere un notevole balzo in avanti alla ricerca sui “sensi artificiali”.
Il sistema consente di variare il sapore di un biscotto, utilizzando informazioni visive e olfattive. Hirose ci ha detto: «La nostra ricerca si basa su un concetto di “realtà virtuale espansa” e cioè che oltre alla vista includa anche un’interazione con altri sensi come il gusto e l’olfatto. A partire dalla possibilità di indossare il computer (che si trova all’interno del casco per la realtà virtuale, ndr) abbiamo sviluppato un dispositivo che riproduce i sapori digitalmente e quindi amplia l’orizzonte della realtà virtuale».
Il protagonista dell’esperimento, è stato definito “meta-cookie”, ovvero “meta-biscotto”. La sua posizione viene rilevata da una telecamera posta sul casco e grazie alla realtà aumentata è possibile variarne l’aspetto trasformandolo di volta in volta in biscotto al limone, alla crema, al cioccolato. Le variazioni vengono accompagnate dall’emissione di un mix di sette aromi attraverso le cannule del visore che, ingannando l’olfatto, permette di sperimentare il gusto del biscotto psicologicamente. «È solo un primo passo, ma pensiamo a una tv che possa trasmettere anche i sapori» ci ha detto Hirose.
Sullo stesso ramo di ricerche, il professor Kenichi Okada, presidente del Department of Information and Computer Science della Keio University, ha appena presentato un nuovo dispositivo: una stampante che riproduce gli odori di ciò che si vede su uno schermo.
Il progetto realizzato insieme alla Canon sfrutta la capacità delle stampanti ink-jet di emettere impulsi di colore in millesimi di secondo. Questa permette di avere il pieno controllo dell’output anche con degli aromi. L’idea nasce nel 1960 quando per il film “Scent of Mystery”, prodotto da Mike Todd Jr., Hans Laube creò un apparecchio che diffondeva nei posti a sedere di un cinema odori attivati dalla colonna sonora del film. Nemmeno Okada nasconde l’ambiziosa prospettiva di questa ricerca: «Abbiamo già pensato a una tv con gli odori, ma anche all’applicazione con riproduttori digitali di musica, e con qualsiasi apparecchio o sistema per la comunicazione. Queste tecnologie avranno un notevole impatto sui futuri sviluppi della realtà virtuale e aumentata: già da ora è possibile realizzare spazi virtuali che stimolino sensazioni realistiche riproducendo gli odori…».
Ma possiamo immaginare anche noi cosa ci sarà oltre. In campo medico, apparecchiature per la prima diagnosi in grado di comprendere dagli odori la tipologia di una piaga o di una infezione, oppure sistemi per rieducare i pazienti che in base a un trauma abbiano perso la sensibilità agli odori e ai sapori. E ancora oltre, quando questa ricerca si congiungerà con quella sull’intelligenza artificiale, avremo macchine capaci di distinguere gli odori e i sapori, robot assaggiatori, sistemi di domotica in grado di trasformare gli ambienti casalinghi in ambienti naturali con la realtà virtuale estesa fino ai profumi, cinema VR basato su sistemi sempre più immersivi, prove d’assaggio sui punti vendita con realtà aumentata e sapori virtuali. Da qui in poi, ne vedremo, anzi ne sentiremo delle belle.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/
Scritto da: BRUNO BALLARDINI