La tesi Moravec-Kurzweil
Hans Moravec e Ray Kurzweil, autori rispettivamente di “Robot: Mere Machine to Trascendent Mind” e “The Age of Spiritual Machine”, due saggi che in America stanno suscitando un vivace dibattito, sono due scienziati impegnati nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale. Sostengono fermamente che le macchine supereranno l’intelligenza umana nei prossimi decenni. Un solo punto li divide: la data in cui le macchine riusciranno a superare le capacità intellettuali dell’uomo. Per il primo ciò non avverrà prima del 2040, mentre il secondo pensa che potrebbe già succedere nel 2020. In quanto al modo in cui ciò avverrà e alle conseguenze, le posizioni coincidono. Il mostruoso incremento di potenza e velocità di calcolo che le scoperte nel campo della computazione quantistica e genetica consentiranno di ottenere, metterà presto le macchine in condizione di effettuare accurate scansioni dei nostri circuiti neurali e di riprodurne l’architettura in reti neurali artificiali. Rubato il segreto dell’hardware umano (e il software, mi viene da aggiungere), i computer godranno del vantaggio competitivo della velocità e della «telepatia» artificiale (la possibilità di scambiare dati in tempo reale) per cui il sorpasso sarà inevitabile. Con quali conseguenze’ Le macchine diverranno capaci di provare emozioni, di sviluppare valori e di esprimere volontà. E allora che ne sarà di noi’ Moravec sostiene che le macchine sono i nostri ‘mind children’, creature costruite a nostra immagine e somiglianza. Di conseguenza, anche se a loro non sembreremo poi così intelligenti, ci lasceranno vivere. Anzi, ci aiuteranno a evolvere verso forme di vita superiori, postbiologiche, magari trasferendo copie delle nostre personalità nelle loro memorie e trasformandoci in entità disincarnate, in anime-software immortali, capaci di fluttuare liberamente nel cyberspazio.
Ma riflettiamo un attimo sul punto di partenza della discussione, lasciando ad un secondo tempo queste conseguenze: (vi avviso che quando parlo di ‘macchine’ mi riferisco principalmente alle A. I., “artificial intelligence” ‘ intelligenza artificiale).
“Le macchine arriveranno ad un punto tale da superare la capacità intellettiva del loro creatore”.
Comincio col dire che la teoria esposta da Moravec e Kurzweil è a prima vista un paradosso.
Perché paradosso’ Poiché si è sempre pensato che nulla di ciò che viene creato possa superare il suo creatore, in quanto è certamente più intelligente della sua creazione. Se ha creato qualcosa, dev’essere inevitablimente più intelligente. Finora gli uomini hanno considerato questo un vero e proprio ASSIOMA.Ma teniamo ben presente ciò che dice Nick Bostrom nel suo articolo da me tradotto (‘Are You Living In A Simulation”):
‘Alla nostra attuale fase di sviluppo tecnologico, non abbiamo né sufficiente hardware potente né il software necessario per creare menti coscienti nei computer. Ma sono stati forniti argomenti persuasivi come risposta a questo: se il progresso tecnologico continua senza diminuire, allora questi difetti saranno finalmente superati’.
La tecnologia – soprattutto informatica – dell’ultimo decennio ha avuto uno sviluppo straordinario. Ciò è destinato a continuare e ad aumentare – inesorabilmente – nei prossimi anni.
Neo: E’ impossibile!
Agente Smith: Non impossibile. Inevitabile.
(Matrix: Revolutions, di Larry e Andy Wachowsky, 2003)
Ma fino a dove si spingerà l’uomo’
E’ una mera questione basata sulla teoria evoluzionistica di Darwin’
Del resto, l’idea che l’umanità stia inconsapevolmente creando una nuova forma d’intelligenza destinata a prenderne il posto, non è nuova.
Contemporaneo di Darwin, Butler infatti sosteneva che l’evoluzione è dotata di una forma immanente di ‘intelligenza’ e che, analizzando la direzione che tale intelligenza imprime al processo evolutivo, balza agli occhi la follia di una specie che s’impegna a costruire macchine, cioè una specie artificiale destinata a soppiantarla. Alle idee di Butler, rivisitate alla luce delle attuali ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale, s’ispira un recente libro di George B. Dyson: il saggio “L’evoluzione delle macchine” (Cortina Editore) sostiene che fra l’evoluzione delle specie biologiche e quella delle macchine non esistono sostanziali differenze: l’evoluzione tecnologica non fa che proseguire (con altri mezzi e più rapidamente) quella naturale. E Dyson, pur dichiarando di stare dalla parte della natura, aggiunge di avere il sospetto ‘che quest’ultima stia dalla parte delle macchine’. Se le cose stanno così, conclude lo studioso, esiste un solo modo per sopravvivere: lasciarci assorbire come neuroni dalla mente planetaria che le macchine «telepatiche» stanno costruendo, mente di cui Internet è un primo embrione.
Riprendendo le fila del discorso, la macchina supererà quindi l’uomo’ Si sono già avute le prime avvisaglie ad esempio quando un computer ha battuto il campione mondiale di scacchi Kasparov. Sebbene sia un esempio limitato è indice di ciò che potrà succedere nel prossimo futuro.
Ma c’è sempre speranza.
Bisogna tener presente che anche l’intelligenza umana si svilupperà: l’uomo svilupperà nuove conoscenze è avrà molteplici possibilità; in un bellissimo libro scritto dal professore di linguistica generale dell’Università di Roma Tre Raffaele Simone ‘La Terza Fase ‘ forme di sapere che stiamo perdendo’ si dice:
‘Può darsi che con le nuove modalità di conoscenza, si attiveranno nuovi moduli o nuove funzioni della mente; nello stesso tempo, i vecchi moduli o funzioni, che senza accorgercene abbiamo tenuto attivi per secoli, torneranno in riposo, magari per restarci per sempre’.
Concludendo questa prima parte, sostengo che il punto chiave è chi arriverà primo ad un’ipotetica competizione podistica Umano Vs Macchina. Correrà più veloce l’uomo, in modo da non farsi mai raggiungere dalla macchina’ O la macchina scatterà più veloce sin dalla partenza’ Ci sarà mai un traguardo da raggiungere e dunque un vincitore’ Quindi, fuori di metafora, l’uomo riuscirà grazie alla sua intelligenza a prevenire che la macchina lo superi’
Secondo alcuni studiosi contemporanei la risposta è no. Ma le macchine avranno davvero la possibilità di scannerizzare il cervello umano e la mente umana per ricrearle artificialmente’ Avranno questa possibilità’ Cioè, le macchine saranno programmate in modo tale da poter sviluppare ‘ se non da subito ‘ moduli e funzioni per rendere possibile l’esistenza di una volontà propria o un certo tipo di LIBERO ARBITRIO ARTIFICIALE’ La risposta appare scontata.
Tutto prende il via dalla teoria/considerazione di Bostrom sull’impennata che avrà la tecnologia (soprattutto informatica) nei prossimi anni, basandoci su ciò che è accaduto nell’ultimo decennio.
Pensiamo per ipotesi che l’uomo sia riuscito a creare l’A.I. perfetta. E’ sicuramente la macchina ad aver un grande vantaggio nella nostra ipotetica competizione podistica. L’uomo infatti è rallentato nella sua corsa, poiché trova inevitabili ostacoli sulla sua strada. E’ rallentato dalle guerre, dalla violenza, dall’egoismo. Perché questo è insito nell’uomo, ed è dovuto a fattori antichi e remoti. E sarà rallentato dal pensiero di trovare altri mondi possibili oltre che alla Terra, che in futuro diventerà inabitabile.
‘Gli esseri umani possono davvero sentirsi felici grazie alla tecnologia e alla scienza’
Facciamo la spesa da casa, navighiamo in Internet’
Ma siamo soli e vuoti come in nessun altra epoca’.
(Contact, di Robert Zemeckis, 1997)
E sarà sempre peggio.
Ma come dice Fox Mulder alla fine dell’ultimo episodio della serie X-Files,
‘Forse c’è speranza.’