Universo info-platonico
Uno scienziato della Nuova Zelanda, Brian Whitworth della Massey University, ha rilanciato la discussione dicendo che la scienza dovrebbe prendere più sul serio questa possibilità. Secondo Whitworth, è perfettamente ragionevole ipotizzare che ‘il mondo sia una simulazione informatica che gira su uno schermo spazio-temporale tridimensionale’. Sebbene sia azzardata, tale ipotesi non è poi tanto più assurda di molte teorie della fisica moderna, come ad esempio quella dei ‘molti mondi’ relativa alla meccanica quantistica.
Ma come facciamo a scoprire se è vera ‘ Whitworth dice che se la realtà è qualcosa che non può essere programmata, attraverso i processi di elaborazione dell’informazione, allora non può essere virtuale. Ma se invece lo fosse ‘ Allora Dio sarebbe un ‘immenso’ ingegnere del software, o il software stesso.
Whitworth suggerisce alcuni modi in cui i fenomeni associati alla relatività e alla meccanica quantistica possono essere spiegati in termini di Realtà Virtuale: ad esempio, il Big Bang può essere spiegato come un ‘Big Boot’, una serie di programmi entrati contemporaneamente in funzione come quelli che agiscono all’avvio di un computer.
‘La moderna scienza dell’informazione può spiegare proprietà fisiche come lo spazio, il tempo, la luce, la materia, il movimento in termini di processi informatici. Un tale approccio può riconciliare la relatività, i processi che creano lo spazio-tempo, con la meccanica quantistica, quelli che creano energia e materia’.
Nel 2004, Martin Rees, professore di astronomia all’università di Cambridge nonché membro della prestigiosa Royal Society inglese, in un articolo del Sunday Times, aveva sostenuto che ‘nei prossimi decenni i computer saranno in grado di simulare non soltanto dinamiche molto semplici, bensì interi mondi completi di ogni dettaglio. Possiamo immaginare computer capaci di simulare universi tanto complessi quanto quello in cui ci troviamo’.
Il fisico australiano Paul Davies, in una intervista al ‘Sydney Morning Herald’, ha raccontato come la scienza ‘stia tentando ciò che si è potuto vedere in Matrix: vivere in una simulazione’.
Il filosofo Nick Bostrom, tra i fondatori del transumanesimo, nel 2003 ha pubblicato uno scritto, ‘Are you living in a computer simulation ”, in cui sostiene che l’universo potrebbe essere una mega-simulazione informatica, basata su una tecnologia super avanzata raggiunta da qualche civiltà, che contiene individui dotati di intelligenza artificiale.
I teorici Bruno Marchal e Russel Standish dicono che se la coscienza è computabile, cioè il prodotto di processi di informazione – teoria derivata dal ‘realismo matematico’, conosciuto anche come ‘platonismo matematico, secondo cui le entità matematiche esistono indipendentemente dalla mente umana, similmente alle immutabili idee platoniche – allora tutte le coscienze sarebbero dentro una simulazione. E in una sorta di ‘paradiso platonico’ vi sarebbero tutti gli algoritmi (platonici) che generano l’universo e implementano le coscienze.
David Bohm, celebre fisico dell’Università di Londra, sosteneva la non-esistenza della realtà oggettiva: nonostante la sua apparente solidità, l’Universo sarebbe in realtà un fantasma, un gigantesco ologramma, o meglio ‘olomovimento’, splendidamente dettagliato. Secondo quello che è stato chiamato il ‘paradigma olografico’, così come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo materiale è un’illusione: noi stessi non siamo altro che porzioni indivisibili di un super-ologramma in cui tutto è infinitamente interconnesso.
Siamo però nel campo della pura speculazione filosofica. Molti fisici rifiutano queste teorie in base al ‘rasoio di Occam’: sono valide solo le teorie più semplici che si adattano ai fatti.
Fonte: www.ecplanet.com