Racconta il
libro che anticamente Sauron, un Maia dedito alle forze del Male,
abbia insegnato agli elfi a creare degli anelli magici.
Anno 1600
della Seconda Era: Sauron forgia l'Unico Anello, il
più potente di tutti. Legando il potere magico di queste
diverse razze al potere degli anelli da lui creati, l'Oscuro
Signore potrà così sconfiggerle e sottometterle.
Gli elfi si rendono conto però dell'inganno di Sauron
e nascondono i propri 3 anelli. I 7 anelli dei nani vengono
successivamente distrutti o ripresi da Sauron, mentre i 9 anelli
destinati alla
razza umana finiscono per rendere schiavi i re a cui sono stati
dati. Questi ultimi finiranno poi per diventare dei Nazgul,
creature simili a spettri, ma in grado di interagire con il
mondo reale,
al servizio di Sauron.
Anno
3441 della Seconda Era:
Una grande coalizione guidata da Gil Galad, uno dei signori
degli elfi,
e dal re di Gondor Elendil
si scontra contro il Signore degli Anelli e lo sconfigge. Gil
Galad ed Elendil muoiono uccisi da Sauron ma Isildur, figlio
di Elendil, taglia il dito della mano in cui Sauron porta
l'Anello e se ne impossessa.
Invece di distruggerlo gettandolo nel vulcano, però, Isildur
decide di tenerlo per sfruttarne il potere a proprio vantaggio.
Fine
della Seconda
Era.
Anno 2 della Terza Era: Isildur viene ucciso
durante un'imboscata degli Orchi. L'Anello si perde nel
fiume Anduin, dove vi rimane per oltre due millenni.
Anno 2463 della
Terza Era: Sméagol, un Hobbit della razza Sturoi,
si aggira in barca sull’Anduin insieme
al suo amico Déagol. Ad un tratto, quest'ultimo
scorge un bagliore in fondo al fiume: si tuffa,
e, tornato a galla, mostra a Sméagol ciò che
ha trovato: un anello d’oro. Sméagol pretende
di avere l’Anello in virtù del fatto che quel giorno
è il suo compleanno, ma Déagol si rifiuta di
darglielo.
Ne scaturisce una rissa furibonda in seguito alla quale Sméagol
uccide il suo amico e si impossessa dell'Unico. L'Anello finisce
per consumare a tal punto il suo portatore da cambiarne radicalmente
la fisionomia
e il
carattere:
nasce così Gollum, un essere malvagio che vive nell'oscurità
di una caverna, bandito dalla società e al sicuro dall'Occhio
vigile di Sauron.
Anno 2941 della Seconda Era: Bilbo Baggins,
un hobbit della Contea, entra casualmente nella caverna di
Gollum e trova l'Anello. Scoperto dalla creatura, Bilbo rivela
ingenuamente il suo vero nome. Gollum tenta di ucciderlo per
riappropriarsi dell'Anello, ma l'hobbit riesce a scappare.
Anno
3001 della Terza Era: Inizia la storia della Compagnia
dell'Anello.
Sono
passati circa 50 anni da quando Bilbo Baggins si è impossessato
dell'Anello, ma l'anziano hobbit, che è ritornato a vivere
nel suo paese natale, Hobbiville, una piccola cittadina della Contea,
non è a conoscenza della
vera natura dell'oggetto di cui è venuto in possesso. Bilbo
riceve frequentemente le visite di Gandalf il Grigio, uno stregone
appartenente all’ordine degli Istari, che lo aveva accompagnato
in avventure precedenti, nelle quali l’hobbit si era impossessato
dell'Anello.
Nel giorno del suo centoundicesimo compleanno Bilbo decide di
abbandonare la Contea per tornare a vagare come un tempo nella
Terra di Mezzo.
Durante le celebrazioni, Gandalf convince l’anziano hobbit
a lasciare l'Anello a suo nipote Frodo. In quel momento però lo
stregone si rende conto dei poteri racchiusi nell’oggetto e
decide di partire per approfondire la questione. Sfortunatamente
i suoi sospetti si rivelano fondati: l'Anello che custodisce Frodo
altro non è che l'Unico Anello forgiato in persona da Sauron,
l’Oscuro Signore.
Gandalf rivela a Frodo che l'Anello deve essere distrutto per
il bene della Terra di Mezzo. Per farlo esiste un solo modo:
lanciarlo
nella voragine del Monte Fato, nei pressi della fortezza di Barad-Dûr,
in cui vive lo spirito di Sauron. L’Oscuro Signore ha riacquistato
parte della sua antica forza e si prepara a lanciare una nuova guerra
per asservire i popoli liberi. Gandalf consiglia a Frodo di partire
immediatamente e recarsi a Gran Burrone (Rivendell), nella casa di
Elrond, presso la quale si terrà un Consiglio che deciderà le
sorti dell'Anello.
Frodo decide di accollarsi il grave fardello e lascia la Contea
accompagnato dal suo fidato amico Sam e successivamente da Meriadoc
(Merry) e
Pipino (questi ultimi due incontrati per caso nel campo del vecchio
Maggot intenti a rubar ortaggi). Appena in tempo. I terribili
Nazgul (i guardiani dell'Anello) hanno assunto le sembianze di
Cavalieri
vestiti di nero e sono già sulle loro tracce. Sauron infatti è riuscito
a catturare Gollum, da cui ha saputo che l'Anello è entrato
in possesso di Bilbo Baggins molti anni or sono.
Miracolosamente scampati alla cattura, gli hobbit giungono a
Brea, dove, alla locanda del Puledro Impennato, incontrano un
ramingo
di nome Aragorn, da tutti conosciuto come Grampasso. In realtà dietro
a quel vagabondo dall'aria misteriosa si cela il discendente
di Isildur, erede al trono di Gondor, regno ormai decaduto e
ora governato
dai
Sovrintendenti. Aragorn stava attendendo gli hobbit su richiesta
di Gandalf, suo amico di sempre. Dopo aver evitato nella notte
l'ennesimo agguato dei Cavalieri Neri, i cinque si mettono in
cammino verso
Gran Burrone.
Intanto Gandalf è chiamato a Isengard da Saruman
il Bianco, il più potente tra gli appartenenti all'ordine
magico degli Istari. Costui vuole infatti convincerlo
ad allearsi con Sauron nella
guerra per il dominio della Terra di Mezzo. Gandalf
rifiuta sdegnosamente e Saruman lo imprigiona in cima alla Torre
di Orthanc, proseguendo nel frattempo il diabolico intento di
creare un esercito di potenti Uruk-Hai (incrocio innaturale fra
orchi e goblin). Con Gandalf fuori combattimento, Saruman pensa
di avere gioco facile nel recupero dell'Anello. Ma il "Grigio
Pellegrino"
(tale è uno dei molti soprannomi di Gandalf) è un mago
dalle
mille
risorse
e riesce a scappare grazie all'aiuto
di Gwahir,
un'aquila
gigantesca
che
lo preleva dalla torre e lo conduce in salvo a Gran Burrone.
Intanto
gli hobbit, incalzati dai Nazgul, vengono da questi raggiunti
a Colle Vento. Nello scontro Frodo viene ferito gravemente da
una pugnalata. I cavalieri neri vengono messi in fuga da Aragorn,
il
quale mostra per la prima volta le sue incredibili doti di guerriero.
Grampasso carica sul suo cavallo Frodo e incita gli altri hobbit
ad aumentare l’andatura per giungere il prima possibile
a Gran Burrone, l’unico luogo in cui il Portatore dell’Anello
può sperare di guarire grazie alle cure di Elrond.
Ma
Frodo peggiora sempre più: una scheggia della lama
del pugnale Nazgul comincia a farsi strada verso il cuore. Poco
tempo dopo Aragorn e i 4 hobbit arrivano
in un bosco
e qui sono soccorsi
da Arwen, figlia di Elrond. La bellissima principessa elfa prende
con sé Frodo
e inizia una cavalcata disperata verso Rivendell, inseguita dai
nove Cavalieri Neri.
Grazie all'abilità di Arwen e alla velocità del
suo cavallo, i due riescono ad attraversare il guado del Bruinen.
Proprio mentre i Nazgul si apprestano a superareil
fiume, la figlia di Elrond invoca il potere dell’acqua
mediante una formula elfica e i Cavalieri Neri vengono investiti
da una vera e propria inondazione. Frodo ormai è salvo.
A Rivendell il piccolo hobbit ritrova Bilbo, recatosi lì per
terminare la stesura della storia della sua vita e delle vicende
legate agli
hobbit.
Come
programmato, nella casa di Elrond si tiene un conciliabolo tra
i diversi rappresentanti delle varie razze presenti in tutta
la Terra
di Mezzo: Elfi, Nani e Uomini. Alla fine il Consiglio decide
di formare una compagnia di nove persone guidata da Gandalf il
Grigio con il
compito di
distruggere l’Anello per sempre. Oltre ai 4 hobbit ed ad
Aragorn ne fanno parte anche Legolas, un elfo proveniente dal
Reame Boscoso,
il nano Gimli e Boromir, un uomo, figlio di Denethor, Sovrintendente
di Gondor.
Durante il cammino verso Mordor, la terra oscura in cui si
erge minaccioso il Monte Fato, la Compagnia dell’Anello è ostacolata
dagli incantesimi di Saruman, che costringono i nove
ad abbandonare la strada prescelta ed avventurarsi nelle pericolose
miniere di Moria. Qui, in agguato, li attendono centinaia di
orchi
e un pericolo ancor più grande: un Balrog, antico demone
servitore dello spirito del Male, Morgoth. Lo scontro è feroce.
La compagnia riesce a fuggire, ma Gandalf soccombe in un abisso
apparentemente
senza fine.
Gli
otto superstiti proseguono il cammino fino ad arrivare a Lothlorien,
un magico reame creato dagli elfi nel
cuore di una
bella e sinistra foresta. A seguirli, però, c'è una
nuova minaccia: si tratta di Gollum, la creatura che, ossessionata
dall’Anello,
vuole vendicarsi del "furto" subito anni prima da
parte di Bilbo. La compagnia si ferma per una notte a Lothlorien
per poi
riprendere il viaggio via fiume grazie alle barche donate dalla
regina degli elfi, Galadriel.
Dopo alcuni chilometri, gli otto decidono di accostare le barche.
La notte si avvicina e il prosieguo del viaggio può essere
difficoltoso. La compagnia giunge così ad Âmon-Hen,
un bosco ideale per ripararsi dagli attacchi notturni degli orchi.
Frodo si allontana dai suoi compagni per meditare sul suo futuro
e poco tempo dopo viene raggiunto da Boromir, che tenta di impadronirsi
con la forza dell'Anello. Spaventato, l'hobbit scappa e, raggiunto
da Sam, si allontana verso Mordor. Nel frattempo un gruppo di
Uruk-Hai attacca Merry e Pipino. Ripresosi dal suo gesto di follia,
Boromir
tenta
di difenderli, ma viene
ucciso. I due hobbit vegono rapiti. Aragorn, Legolas e Gimli
decidono di
mettersi all'inseguimento degli Uruk-Hai, lasciando che Frodo
e Sam vadano incontro al loro destino.